F1 | Coronavirus: la situazione in Australia, Bahrain e Vietnam al 4 marzo

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di Gianluca Zippo @GianlucaZippo
4 Marzo 2020 - 22:55
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L’allerta Covid-19 pende come una Spada di Damocle sull’inizio del mondiale 2020 di Formula 1. Dopo il rinvio del Gran Premio di Cina, quarto appuntamento stagionale previsto nel weekend del 17-19 aprile e rinviato a data da destinarsi, le preoccupazioni vertono sulle prime tre gare della stagione. Il Gran Premio d’Australia, prima prova della stagione del 13-15 marzo, quello del Bahrain previsto per la settimana successiva (20-22 marzo) e quello del Vietnam, alla sua prima edizione (3-5 aprile), potrebbero infatti essere a rischio sulla base delle restrizioni poste dai paesi ospitanti per le persone in arrivo dall’estero.

Andiamo quindi a vedere, ad oggi mercoledì 4 marzo, qual è la situazione nei paesi che dovrebbero ospitare i primi tre appuntamenti del mondiale 2020 (fonte Ministero Affari Esteri).

AUSTRALIA | Scaduti il 29 febbraio i precedenti provvedimenti del governo di Canberra, le ultime notizie vedono gli organizzatori rassicurare sulla disputa del Gran Premio. Se nel frattempo la situazione non peggiorerà, questo è il vademecum diffuso per i viaggiatori provenienti dai Paesi a rischio Covid-19, Italia in particolare, per ottenere la possibilità di entrare nello Stato Victoria, del quale Melbourne è la capitale. In aeroporto ci saranno controlli sanitari comprensivi anche del tampone; i passeggeri quindi dovranno attendere l’esito degli esami (intorno alle quattro ore) in un’area appositamente predisposta in aeroporto. Se risulteranno negativi otterranno il regolare accesso.

BAHRAIN | Nel piccolo Stato mediorentale, al momento, la situazione è in gran parte simile all’Australia. Anche in questo caso gli organizzatori sono al lavoro per la disputa regolare del Gran Premio. Coloro i quali si recheranno in Bahrain per il GP e provenienti da Paesi a rischio verranno accolti da personale sanitario e sottoposti a controlli in aree appositamente preparate. Nel caso un passeggero dovesse presentare sintomi influenzali, sarà trasferito in un’altra area dell’aeroporto per esami più approfonditi. Dovesse venir accertata la positività al Covid-19, gli ‘infetti’ saranno posti in quarantena in un ospedale predisposto nella capitale Manama.

VIETNAM |Il Governo vietnamita ha disposto che, dalle 23.59 ora locale del 28 febbraio, è introdotta la misura della quarantena obbligatoria per tutti coloro che arrivano dall’Italia, dalla Cina, dalla Corea del Sud o dall’Iran o che siano stati (anche solo per transito) in questi Paesi nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Vietnam. In alternativa, i viaggiatori in arrivo potranno reimbarcarsi sul primo volo disponibile, senza uscire dalla zona aeroportuale di transito. A partire dalle ore 12.00 locali del 2 marzo viene temporaneamente sospesa per i cittadini italiani l’esenzione del visto per soggiorni fino a 15 giorni. Chiunque voglia entrare nel Paese deve ottenere il visto dalle Rappresentanze diplomatiche vietnamite all’estero oppure attraverso il sistema di e-visa vietnamita. Continuano ad essere validi i visti e i permessi di soggiorno già concessi ed i possessori possono quindi entrare nel Paese, a condizione di sottoporsi alla quarantena obbligatoria prevista se in provenienza o transito dall’Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo nel Paese. E’ stata inoltre disposta la chiusura delle frontiere con la Cina dal 30 gennaio e la sospensione dei voli con la Cina a partire dal 4 febbraio. Chiunque faccia ingresso nel Paese deve compilare una specifica dichiarazione sanitaria. Dal 5 febbraio le Autorità negano l’ingresso nel Paese a quanti abbiano soggiornato in Cina nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Vietnam. Le autorità locali si riservano la facoltà di adottare misure restrittive all’ingresso, fino al respingimento in frontiera, con scarso o nessun preavviso, anche nei confronti di viaggiatori provenienti da tutte aree a rischio, ivi inclusa l’Italia“.

Ricapitolando, in seguito agli ultimi aggiornamenti l’appuntamento con più probabilità di regolare svolgimento è l’Australia, mentre dubbi maggiori riguardano sia il Bahrain che soprattutto il Vietnam, dato che non è per nulla improbabile l’adozione di misure ulteriormente restrittive, sulla scia degli Stati limitrofi (per fare giusto due esempi, Qatar e Thailandia). La situazione è in continua evoluzione o, per usare le parole della Farnesina, ‘molto fluida’.

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