La prima variante è destinata a restare vuota, esattamente come in questa immagine. Dopo mesi e mesi di parole, rassicurazioni, promesse all’italiana, il risultato finale era purtroppo già nell’aria. Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, ha confermato al Fatto Quotidiano che non ci sono più margini per mantenere il Gran Premio d’Italia all’Autodromo di Monza a partire dal 2017. Il termine che Ecclestone aveva fissato per trovare un accordo era per fine febbraio, ma non si è mossa foglia. Quella di questa stagione sarà quindi, a meno di improbabilissimi ribaltoni dell’ultimo momento, l’ultima edizione del Gran Premio d’Italia in Brianza. Nella speranza che, a questo punto, anche il GP del prossimo settembre non rischi ripercussioni a catena. Ma quello che più preoccupa è che la scomparsa del GP provocherà danni ben più ingenti.
La colpa, come al solito, è di chi va al potere senza averne la competenza con l’obiettivo di curare più i propri interessi personali che quelli della comunità. Atteggiamento riscontrabile, in questo paese, in moltissimi ambiti. Da tutta questa storia chi ne esce più pulito di tutti, incredibile a dirsi, è proprio Bernie Ecclestone, che da anni detta le condizioni per la permanenza dei Gran Premi nei vari paesi e dopo mesi di parole, parole e ancora parole si è stancato di essere preso in giro, dopo aver chiuso per più volte entrambi gli occhi di fronte alle condizioni dell’autodromo, per il quale chiede da tempo l’ammodernamento di diverse strutture per restare al top degli standard richiesti dalla F1 senza avere nessun riscontro. A meno che non si voglia intendere il Museo della Velocità come opera tale. Ecclestone, come ultimo tentativo di mediazione, ha chiesto l’azzeramento dei vertici dell’autodromo (a partire dal presidente Dell’Orto), secondo lui evidentemente non adatti a portare avanti la trattativa. Dal canto suo l’ACI ha tentato di trovare i fondi, corrispondenti a circa 18 milioni di Euro: importo comunque inferiore a quanto pagato da altri paesi (si parla di 25, 30 milioni per le location più ricche) a conferma del trattamento di favore di cui Monza gode da anni. Il governo dopo averci messo la faccia è sparito (e non è una novità), e ogni altro tentativo è stato vano. A questo punto Sticchi Damiani ha dovuto alzare bandiera bianca.
Che la situazione fosse allarmante lo si sapeva da tempo. Pochi mesi fa si era parlato di una modifica per ricavare una chicane all’interno della Curva Biassono, con l’obiettivo di riportare le due ruote (Superbike in primis) in Autodromo. I costi dei lavori si aggiravano intorno ai 3/4 milioni di Euro, e dopo pochi giorni era già tutto nel dimenticatoio a causa dei soldi non disponibili. Come sarebbe stato possibile, quindi, trovare i fondi per il Gran Premio? Al di là del fatto che questo tentativo di salvare la baracca con le due ruote pare aver innervosito Ecclestone, che da qui deve aver intuito la verità dei fatti al di là delle parole.
Non è tutto. Se, da punto di vista sportivo, perdere il Gran Premio d’Italia a Monza sarà un altro colpo per la storia della Formula 1, non si ha idea del disastro che questa uscita di scena comporterà per l’economia che ruota attorno all’Autodromo. Parliamo di uno degli eventi più importanti del nostro paese ed uno dei più attesi del Mondiale, che nell’arco di dieci giorni / due settimane movimenta un giro economico capace di tenere in piedi attività e posti di lavoro per tutto l’anno. Questa notizia, in un periodo di estrema crisi come quello che stiamo attraversando, è una vera e propria disgrazia per attività e famiglie che rischiano il tracollo.
Senza contare che lo stesso impianto rischia seriamente di vedere finire la sua gloriosa storia: come potrebbero le categorie minori che corrono durante l’anno aiutare a sostenere le spese di gestione? Evidentemente, a chi ha contribuito alla fine di tutto questo, non importa. Purtroppo, nella vita, i più colpevoli cadono quasi sempre in piedi e non pagano mai per i loro errori. Finito l’Autodromo di Monza, ci saranno altri obiettivi da far fallire.
Si parla di Imola e Mugello come alternative per mantenere il Gran Premio nel nostro paese, ma lasciatecelo dire: senza Monza, non ha proprio senso parlarne.
---
Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.