Il direttore della GPDA si scaglia contro le linee guida, che verranno ridiscusse in Qatar dopo l’episodio di Interlagos
Le dichiarazioni di Carlos Sainz nel giovedì di Las Vegas riaccendono la discussione sulle Driving Standards Guidelines e finiscono per confermare molti dei punti critici che avevamo evidenziato nella nostra analisi dopo il Gran Premio di San Paolo. L’incidente tra Oscar Piastri e Kimi Antonelli, giudicato con un’applicazione estremamente rigida dei parametri FIA, continua a far discutere dentro e fuori dal paddock. Sainz, direttore della GPDA, ha definito “inaccettabile” la penalità inflitta a Piastri, sottolineando come l’attuale sistema di giudizio rischi di trasformare situazioni di pura dinamica di gara in colpe unilaterali.
Sainz: “Chiunque abbia corso sa che Oscar non poteva fare nulla”
Il pilota della Williams non si è limitato a una difesa generica: ha puntato direttamente sulla natura stessa delle guidelines e sul modo in cui vengono applicate. “Il fatto che Oscar abbia preso una penalità è inaccettabile. Chiunque abbia davvero corso sa che non era colpa sua. Non poteva fare niente per evitare l’incidente.”
Una posizione che conferma quanto avevamo osservato: Piastri non ha forzato il sorpasso, né ha perso il controllo rimanendo sempre, nonostante il bloccaggio, alla corda della S di Senna.
Antonelli: “Le guidelines impongono la penalità. Ma forse era un incidente di gara”
Un passaggio importante arriva anche da Kimi Antonelli, coinvolto direttamente nell’episodio. Il pilota Mercedes ha confermato che, secondo le guidelines, la penalità fosse “corretta”, ma al tempo stesso ha ammesso che la situazione reale era molto meno chiara. “Forse era un incidente di gara. Ho chiuso un po’ la curva, eravamo anche in tre. Ma le regole sono queste”. Parole che confermano quanto la valutazione “tecnica” non coincida sempre con la dinamica reale.
Guidelines troppo rigide: il punto critico che la stagione ha messo in evidenza
Sainz ha ampliato il discorso, citando altri episodi del 2025 che, secondo lui, mostrano come l’interpretazione rigida delle guidelines stia distorcendo il giudizio su molte manovre: la sua penalità annullata a Zandvoort, la decisione contro Bearman a Monza, la penalità con Antonelli ad Austin, e ora il caso Piastri in Brasile. “Ci sono stati più episodi quest’anno che sono lontani da dove dovrebbe essere questo sport.” Una considerazione che va nella stessa direzione delle criticità già analizzate: l’automatismo nella lettura delle posizioni in curva sta portando a decisioni poco coerenti con la realtà della guida.
Bloccare non significa perdere il controllo
Sainz ha poi toccato un tema tecnico importante: l’interpretazione dei bloccaggi. “Un bloccaggio non significa essere fuori controllo. Puoi bloccare e comunque tenere la corda” Anche questo elemento era emerso nella nostra analisi del Brasile: il bloccaggio di Piastri era una reazione e non un errore di guida tale da proiettarlo fuori traiettoria.
La proposta: steward fissi per creare “memoria” e coerenza
Sainz ha poi rilanciato l’idea di una commissione fissa: “Con tre steward fissi svilupperemmo una memoria comune. Anche senza guidelines così rigide, sapremmo tutti quando c’è colpa e quando no”. Il problema, secondo lo spagnolo, non è solo la norma, ma la mancanza di continuità nella sua applicazione.
Piastri: “Se uno dei coinvolti dice che non è colpa tua, è un buon segnale”
Il pilota McLaren ha accolto con favore il sostegno dei colleghi, compreso quello di Leclerc, eliminato dal contatto. “Quando uno dei piloti direttamente coinvolti ti dice che non è colpa tua, è una buona indicazione” Una frase che sintetizza il sentimento generale nel paddock: la penalità è sembrata eccessiva praticamente a tutti i protagonisti.
Conclusione: il dibattito è ufficialmente aperto
Le parole di Sainz, unite ai commenti di Antonelli, Leclerc e Piastri, confermano esattamente la direzione che avevamo evidenziato nella nostra analisi post-gara:
- La penalità a Piastri nasce da un’interpretazione iper-rigida delle guidelines.
- La dinamica reale suggerisce una responsabilità condivisa e soprattutto inevitabile.
- Il sistema attuale fatica a distinguere tra errore e contesto.
- Serve maggiore discrezionalità e maggiore continuità nel giudizio.
Il tema diventerà centrale nel prossimo GP del Qatar, dove FIA e piloti discuteranno apertamente come riformare le guidelines per il futuro.
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