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F1 | Caso Alpine: chi lo dice ad Haas? Magnussen fermato tre volte in stagione per l’ala anteriore danneggiata

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 28 Ottobre 2022 - 11:05
Tempo di lettura: 3 minuti
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F1 | Caso Alpine: chi lo dice ad Haas? Magnussen fermato tre volte in stagione per l’ala anteriore danneggiata
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Alpine vede la penalità ad Alonso annullata, ma da questa situazione ne resta danneggiata Haas

L’accoglimento della contro protesta di Alpine da parte della FIA, con la cancellazione della penalità di 30 secondi inflitta ad Alonso dopo il GP degli Stati Uniti ed il suo reinserimento in settima posizione, crea sicuramente un precedente oltre ad essere un’ennesima prova di quanto regole e Direzione Gara abbiano bisogno di una rivisitazione.

Dalla risoluzione della questione Alpine c’è sicuramente chi non rimarrà contento e questo è il Team Haas, ovvero la vittima di questo tira e molla lungo cinque giorni.

Era stata proprio Haas a far partire la prima protesta (anche contro la Red Bull di Pérez) e a ragion veduta. Il team americano, infatti, ha vissuto tre episodi, tutti con Kevin Magnussen, nei quali al suo pilota è stata sventolata la bandiera nera con cerchio arancio per la pericolosità dell’ala anteriore, rimasta danneggiata da contatti vari nel corso dei primi giri. I GP incriminati sono quelli del Canada, d’Ungheria e di Singapore. In tutte e tre le occasioni il danese è dovuto tornare ai box per sostituire muso e ala.

CANADA

haas

In Canada Magnussen viene a contatto al via con Lewis Hamilton, che lo chiude leggermente verso l’esterno: le due monoposto vengono a contatto e la paratia destra dell’ala anteriore sull’ala della Haas resta subito danneggiata. La bandiera nera e arancio viene indicata al 6° giro.

UNGHERIA

Questa volta l’ala rimane danneggiata in un contatto con Daniel Ricciardo nelle primissime fasi di partenza. Anche qui il danno è evidente, con la paratia sinistra piegata verso l’esterno, ed anche questa volta la bandiera nera e arancio viene esposta al 6° passaggio.

SINGAPORE

Arriviamo a Singapore, dove stavolta è un contatto con Verstappen (sempre nel corso del primo giro) a causare il danneggiamento dell’ala, ancora dalla parte sinistra. In questo caso l’informazione della bandiera nera e arancio dalla Direzione Gara arriva nel corso del 7° passaggio.

È evidente come Haas abbia il dente avvelenato per la costanza e la precisione con la quale il suo pilota è stato prontamente richiamato ai box in tutte e tre le occasioni. Nel caso di Pérez ad Austin, il distacco della paratia nel corso del sesto passaggio ha probabilmente salvato il messicano da una sorte simile.

Nel caso di Alpine, però, non si può non condividere un possibile rammarico da parte del team americano per una situazione oggettivamente ai limiti della credibilità.

Alonso è infatti stato lasciato in pista per 26 passaggi, quelli tra l’incidente con Stroll e il distacco totale dello specchietto, con quest’ultimo che ballava vistosamente sia dalle immagini esterne che dall’onboard dell’Alpine. Pertanto, per coerenza con le regole, lo spagnolo avrebbe dovuto ricevere a sua volta una bandiera nera e arancio, tra l’altro non compatibile con la penalità dello Stop&Go di 10 secondi (poi convertita in 30 nel dopo gara) poiché in un’eventuale sosta forzata i meccanici avrebbero potuto contemporaneamente sostituire le gomme e rimuovere lo specchietto in tempo minore.

Resta l’amaro in bocca per un problema, quello delle decisioni di gara, che si pensava ottimisticamente risolto dopo i fatti di Abu Dhabi della scorsa sragione. Invece ogni Gran Premio dimostra che le modifiche necessarie sono più profonde e non solo a livello umano. Prima di tutto c’è un regolamento da rivedere, possibilmente il più in fretta possibile.

Immagini: F1

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