F1 | Calendario e contratti. Quali circuiti sono a rischio (Spa e Montecarlo) e quali hanno una lunga vita davanti a sé

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
23 Giugno 2022 - 16:03
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Il calendario di F1 è in continua evoluzione, sia per quanto riguarda il numero di gare che le location toccate dal Circus nella nuova era firmata Liberty Media.

Con un numero di gare sceso da 23 a 22 con la cancellazione del GP di Russia, non più sostituito, si guarda già al 2023 nel quale si vocifera che gli appuntamenti potrebbero diventare addirittura 24. Non solo, nelle ultime settimane si è parlato della possibilità di tornare a correre in Sudafrica, dove la F1 è assente dal 1994, e di un’ipotesi di un nuovo tracciato cittadino a Nizza. Non si sa se si tratta di una boutade o di un’ipotesi realistica, ma sicuramente appare come una fonte di pressione per le sorti di Le Castellet e di Montecarlo, che ha ormai perso il suo status di luogo intoccabile all’interno del panorama mondiale della Formula 1.

Oltre a quello di Monaco ci sono altri GP con il contratto in scadenza al termine di questa stagione e si tratta di location storiche: il GP del Belgio a Spa-Francorchamps (dove sono terminati da poco diversi lavori di ammodernamento), quello di Città del Messico e quello appunto di Francia al Paul Ricard. Ancora non si hanno notizie sulle contrattazioni per i rispettivi rinnovi, ma le indiscrezioni dicono che quella di questo fine luglio potrebbe essere l’ultima apparizione del tracciato di Le Castellet, tornato in calendario nel 2018 ma mai pienamente apprezzato per diversi motivi tra cui quello logistico.

Alla fine del 2023 scadrà il contratto per il Gran Premio d’Olanda. Ma, visto il pubblico del 2021 e prevedendo quello che arriverà in questa stagione, è probabile che si arrivi ad un accordo per proseguire con Zandvoort, casa del campione in carica Max Verstappen.

Nel 2024 a scadere saranno tre colonne del calendario: il GP di Gran Bretagna a Silverstone, quello d’Italia a Monza e quello del Giappone a Suzuka. Tappe storiche, amate dagli appassionati di lunga data e protagoniste di gare rimaste nella memoria comune. Oltre a loro, sarà in scadenza Il GP di Azerbaijan a Baku.

Il Gran Premio di Cina, che non si corre dal 2020 causa Covid, tornerà a far parte del mondiale nel 2023, con l’accordo che arriva al momento fino al 2025. Con il GP d’Australia che ha da poco prolungato di 10 anni l’accordo previsto fino al 2025, restano in scadenza tra tre anni anche i GP di Emilia-Romagna ad Imola e quello di San Paolo ad Interlagos, altre due location storiche.

IL GP di Spagna ha recentemente rinnovato il suo appuntamento al Circuit de Catalunya fino al 2026, stessa scadenza di quello degli Stati Uniti ad Austin. Mentre un anno più tardi, il 2027, sarà la volta di quello di Ungheria, un altro tracciato storico del calendario iridato.

IL GP di Singapore, che tornerà quest’anno dopo la pausa causata dal Covid, è al sicuro fino al 2028. Si va quindi al decennio prossimo. Con i GP di Abu Dhabi e dell’Arabia Saudita fissati fino al 2030 il GP del Canada, corso pochi giorni fa, è previsto fino al 2031 così come quello di Miami.

Arriviamo alle scadenze più lunghe. Il GP del Qatar, disputato lo scorso anno e fuori dal calendario nel 2022 in attesa del ritorno dalla prossima stagione, è fissato fino al 2032. Il rinnovo di Melbourne, come accennato, vedrà le monoposto correre all’Albert Park fino al 2035 mentre la “coppa” del GP che ha garanzia più in là spetta al GP del Bahrain. Sakhir ha “prenotato” la Formula 1 fino al 2036.

Mentre non ci sono ancora delle indiscrezioni certe sul futuro del GP d’Austria al Red Bull Ring (si parla solo di un contratto pluriennale) così come non è chiaro per quanti anni si correrà a Las Vegas (ingresso in calendario l’anno prossimo), è curioso notare come 9 appuntamenti che possiamo definire storici (Belgio, Francia, Montecarlo, Giappone, Italia, Gran Bretagna, San Paolo, Emilia Romagna, Spagna) siano in scadenza da qui al 2026, mentre le location degli Emirati e degli Stati Uniti (Qatar, Miami, Arabia Saudita, Abu Dhabi), che dispongono certamente di fondi più ingenti, abbiano un futuro già pianificato a lungo termine.

A questo punto è lecito porsi una domanda: da qui a dieci anni quante location storiche, resteranno in calendario? Con una tendenza ad esplorare sempre più nuovi orizzonti e con una concorrenza sempre più importante per aggiudicarsi un evento, non è difficile immaginare che l’anima europea della F1 sia destinata sempre più a smaterializzarsi. Se sarà un bene o un male, lo scopriremo strada facendo.

Immagine: Media Ferrari

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