Le parole di Stefano Domenicali hanno provocato un’ondata di critiche social sulle ipotesi riguardanti la futura F1
Le parole di Stefano Domenicali riportate ieri dai media italiani sulle potenziali novità che la F1 potrebbe introdurre in futuro non sono piaciute alla platea social che, da ieri, sta criticando aspramente a livello globale soprattutto una delle ipotesi, ovvero quella di vedere in futuro gare più corte.
Domenicali ha, infatti, sottolineato che una grossa fetta di pubblico è interessatissima agli highlights delle gare e che, per i giovani – il pubblico che Liberty Media ha dichiaratamente cercato, voluto e arruolato – la durata attuale dei Gran Premi è rappresenta un problema, in quanto troppo lunghi.
Innanzitutto va ricordato che la durata media dei GP di F1 è inferiore a quella della IndyCar (leggermente superiore) per non parlare della NASCAR, che si attesta ad una media di tre ore. Incomparabili invece sono altre categorie come la Formula E (ampiamente sotto l’ora ma per evidenti motivi di limiti tecnici), la MotoGP (le due ruote restano attorno ai 40 minuti) e tutte le propedeutiche.
Il problema riguarda, invece, la soglia d’attenzione del pubblico attuale, estremamente limitata ed anche figlia dell’era social. Ed è proprio questo il fulcro dell’ondata di critiche da parte di tanti appassionati che, così come dopo il rinnovo di Miami al 2041, si sono scagliati sui social contro Liberty Media e i suoi intenti di accontentare solo e soltanto la nuova audience in arrivo.
“I veri appassionati guardano tutta la gara. Non vogliamo vedere altre garette perché i giovani non sanno sedersi e guardarle per intero”, dice juvid su X.
“Già, rovinare lo sport perché ai giovani non piace”
“Se questo è il tuo piano, Stefano, allora faresti meglio a cancellare direttamente tutto lo sport.”
Questi sono solo alcuni delle migliaia di messaggi comparsi sugli account di diversi media da parte, evidentemente, di appassionati di media e lunga data. E risulta altrettanto evidente come ci sia una netta differenza tra il volere del pubblico secondo Liberty Media e quello secondo il pubblico stesso, sostanzialmente opposto. Non una bella figura, ancora una volta.
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