F1 | Binotto sul 2022: “F1-75 nata bene, 4/5 gare per capire dove siamo. C’è ambizione, non firmo per il 2° posto in Bahrain”

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Paolo Filisetti @paolofilisetech
16 Marzo 2022 - 00:01
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Un Binotto a tutto tondo parla poco prima dell’inizio del mondiale. Argomenti lo stato di forma della Rossa, le nuove regole, le prime polemiche sul caso Mercedes

Il Team Principal della Ferrari, Mattia Binotto, ha parlato in occasione di una sessione di domande e risposte con i media riguardanti l’inizio della stagione 2022. Binotto ha toccato diversi argomenti spaziando dallo stato della F1-75 ai nuovi regolamenti, mostrando fiducia nella nuova monoposto e per l’inizio di stagione, con il primo GP che si correrà questa domenica in Bahrain. Queste le sue parole sui diversi argomenti trattati.

Come si è preparata la Ferrari

“Come squadra ci siamo preparati bene a questo inizio di campionato: l’obiettivo era girare con consistenza, cercare di fare più giri possibili e di acquisire molti dati. Si tratta di un progetto completamente nuovo, col quale il concetto aerodinamico e il comportamento della vettura rispetto al passato sono cambiati; non ci sono più nemmeno riferimenti e quindi bisognava ricostruire tutto un mondo di correlazione tra il comportamento in pista e quello che noi avevamo immaginato e progettato e visto nei nostri strumenti a Maranello: galleria del vento, simulazioni off line o il vero e proprio simulatore. Avevamo dei dati di base e, per come si comporta la vettura in pista e per quella che è la percezione dei pilota negli assetti e nella reazione della vettura a questi, dovevamo ricostruire questa correlazione per capire come impostare gli sviluppi successivi. Se hai una buona correlazione sai di avere una buona confidenza che quello che trovi in pista sia corretto.

Quando dico che ci siamo preparati bene intendo che avevamo fatto tutto quanto necessario a casa per poter provare e correlare immediatamente. Sono soddisfatto perché abbiamo trovato un buon livello di correlazione: la macchina, con un determinato assetto, in pista si comportava come ce l’aspettavamo così come dopo ogni modifica. La preparazione è stata fatta bene”.

Il porpoising

“È un comportamento che avviene per questa tipologia di concetto aerodinamico e per questo tipo di fondo. Nessuno dei team l’aveva previsto o gli aveva dato l’importanza necessaria. Non si è riusciti a simularlo a casa perché in pista si verifica ad oltre 250/270 km/h, mentre in galleria del vento siamo limitati a 180 km/h per regolamento. Quindi, non si raggiungeva la velocità necessaria per ricrearlo.

Avevamo immaginato qualcosa da parte nostra, tanto che alcune soluzioni per tentare di arginarlo le avevamo pronte per il secondo giorno a Barcellona. Questo rientra nel concetto di soddisfazione per la preparazione svolta. La squadra ha saputo anticipare e reagire. Oggi il problema è risolto in gran parte: alcune soluzioni sono state identiche per tutti i team come quella di poter aggiungere un tirante al fondo, che non è ancora permesso dal regolamento, ma sarà aggiunto con l’accordo di tutti i team e della FIA e sarà ratificato probabilmente nella giornata di venerdì. Irrigidendo il fondo sul posteriore il tirante ci sta aiutando a risolvere in gran parte il problema insieme alle altre soluzioni che abbiamo portato, permettendoci di tornare alle altezze da terra che riteniamo giuste e corrette.

Le differenze viste sul fondo della Ferrari F1-75 tra i test di Barcellona e quelli del Bahrain. Immagine Studio Filisetti

Non è detto che comunque il problema sia risolto in tutte le piste, è ancora presto per dirlo. Stiamo lavorando e simulando a casa, studiando anche altre soluzioni oltre a quelle già esistenti. La speranza è di averlo risolto dopo 4/5 gare al massimo”.

La polemica sugli specchietti Mercedes

“Riguardo alle soluzioni di altri team resto dell’idea già espressa durante i test. La FIA ha sempre detto in passato in modo chiaro che il supporto degli specchietti deve avere una funzione solo strutturale e, se c’è una funzione aerodinamica, questa deve essere incidentale. Se questo era il principio tenuto dalla FIA in passato ritengo che così debba essere anche in futuro e non c’è motivo di cambiare idea. Per come è stato definito in passato, e ci sono state anche delle direttive tecniche a riguardo, ritengo che alcune soluzioni non abbiano un’influenza incidentale ma chiara di beneficio aerodinamico. Quindi le ritengo contrarie a quello che è lo spirito che la FIA ha sempre dichiarato di seguire”.

“Non mi aspetto ricorsi sulla soluzione Mercedes per com’è scritto il regolamento. Nel 2018 avevamo montato lo specchietto attaccato all’Halo e quella soluzione, per com’era scritto il regolamento a quel tempo, era legale. Dopo due gare la FIA, con una direttiva tecnica, ce l’ha fatto togliere perché aveva un’influenza aerodinamica non incidentale. Una direttiva tecnica non è regolamento, ma è il parere della FIA per com’è la sua interpretazione di questo. Sono curioso di vedere questa volta…

La Power Unit

“Sapendo che da quest’anno le Power Unit vengono congelate era importante iniziare con una che non abbia uno svantaggio prestazionale rispetto agli altri, possibilmente una anche migliore. L’anno scorso eravamo 20/25cv sotto e il nostro obiettivo era cercare di raggiungerli. Se questo è avvenuto è difficile da dire, perché le misure che facciamo sono indirette, ovvero controllando i dati del GPS con un’accuratezza di un certo tipo, non super precise ed influenzate dal contorno. Per fare una valutazione corretta bisogna conoscere il peso della vettura, per esempio. In qualifica è facile capire perché siamo tutti senza benzina e il peso non è più una variabile, così come in gara dove si parte tutti col pieno.

Durante i test bisogna assumere del peso che gli altri hanno in un determinato momento. Ad influenzare, poi, c’è anche l’effetto scia; quindi come riferimento bisogna prendere giri nei quali non si segue un’altra vettura. Per fare una statistica di solito aspettiamo 3/4 gare, in modo da avere più dati per essere precisi. Nei primi test abbiamo tentato un esercizio, con pochi dati che devono essere confermati e siamo sul livello degli altri; sicuramente non sotto, semmai qualcosina sopra. Siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto e c’è una conferma della crescita che abbiamo visto al banco”.

Quali preoccupazioni

“Scopriremo alla prima qualifica dove saremo ma in generale serviranno 4/5 gare per avere un’idea. Anche se dovessimo avere una buona prestazione in Bahrain non sarebbe il caso di esultare perché ci vuole più tempo per capire il potenziale. È importante avere iniziato bene con i test: la macchina risponde bene e credo che saremo competitivi, quanto non lo so dire. La Red Bull mi è sembrata molto forte ma credo saremo ad un livello in cui si potrà competere, non ci sarà una differenza che non si potrà colmare. Il punto di partenza è buono, quanto dobbiamo aspettare per capirlo non lo so.

A preoccuparmi non è tanto la macchina in sé quanto la capacità nostra, rapportata a quella degli altri, di sviluppo. Ho totale fiducia in questa squadra, sia chiaro, il problema è il budget cap. La capacità di sviluppo ora non è più quella di sapere cosa fare, come e portarlo in pista, ma ci sono dei limiti come quello del tetto di spesa che pesa per ogni scuderia in modo diverso, in base a come interpretiamo i regolamenti e come siamo strutturati. Questa sarà una variabile importante quest’anno. Ho sentito dire Horner in questi giorni che non potrà essere un budget cap ad influenzare un risultato sportivo, come ad indicare che ne sia necessario uno più alto. Dobbiamo essere sicuri di competere con gli stessi mezzi”.

C’era inevitabile apprensione. È un po’ di tempo che lavoriamo su questa macchina, veniamo da stagioni difficili e questo gruppo, su cui non ho mai avuto dubbi, ha voglia di riscattarsi. La macchina è nata bene ed è sana quindi l’apprensione iniziale l’abbiamo superata, rimane quella del confronto il prossimo weekend. Mi ha stupito quanta differenza c’è tra una vettura e l’altra, non me l’aspettavo. Sapevamo che c’era la flessibilità di fare varie scelte, mi aspettavo magari più convergenza ma questa diversità di filosofie mi ha sorpreso in positivo perché questo è il bello dello sport.

Sui nuovi regolamenti e i cambiamenti in FIA

“La mia sensazione è che questo regolamento stia centrando gli obiettivi che si era dato, ridurre le differenze tra i team, facilitare i sorpassi. Mi aspetto più team che di volta in volta potranno essere in posizione di poter vincere. Queste macchine, con l’effetto suolo, sono molto veloci nelle curve veloci. Nelle curve lente la nostra è sembrata una buona macchina, credo sia molto forte anche la Red Bull e magari ci sorprenderà tutti la Mercedes. Quando si progetta una nuova vettura si inizia dal concetto più generale: passo vettura, layout dei radiatori e posizionamento che dettano la forma della cupola, sospensioni anteriori e posteriori, push o pull. Ci siamo dati il tempo di spaziare per cercare quello che ritenevamo il compromesso migliore. Siamo arrivati a questa scelta perché, per quelle che sono le nostre conoscenze e i nostri test, credevamo che fosse quella migliore.

L’effetto suolo è la parte predominante della prestazione aerodinamica di queste vetture, la parte superiore non è quella determinante. Convergeremo poi tutti come prestazioni perché il fondo a livello regolamentare è molto restrittivo. Fatto il fondo, che rappresenta l’80/90%, ci si “diverte” sul rimanente che ti dà quel decimo o due che mancano.

Il Presidente della FIA (Ben Sulayem) è una persona che conosco e fa già parte di questo ambiente da molti anni ed è conosciuto. Nuovo nel ruolo e non al nostro mondo. Anche per quanto riguarda gli altri cambiamenti, non siamo di fronte a persone che non conosciamo o che non conoscono il nostro ambiente”.

Sui suoi piloti e sul Bahrain

“Charles credo abbia avuto più facilità di apprendimento perché si tratta di una macchina bassa da terra, così com’era la F2 che ha guidato pochi anni fa, anche se a fine test entrambi erano a posto. In generale comunque il livello di tutti i piloti è molto alto. L’ambizione è poter competere ad ogni gara, quindi in partenza non firmo per il secondo posto in Bahrain. Non per la presunzione che non sia un risultato sufficiente, ma perché desidero andare a Sakhir a lottare per il meglio”.

Immagine: Media Ferrari

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