L’obiettivo del documentario sul team trevigiano va oltre la semplice cronistoria da inizio a fine vita
Pensando ai commenti delle prime settimane di uscita di Benetton Formula, è necessario chiarire un punto importante. Il documentario non è nato per raccontare in modo enciclopedico tutta la storia del team dal 1985 al 2001. L’obiettivo, nelle intenzioni, è sempre stato quello di mostrare come la famiglia Benetton sia entrata in Formula 1 per “cambiare le regole del gioco”, sia sul piano sportivo che su quello del marketing. Fino al punto di arrivare, da “azienda che vendeva maglioni e non auto” alla conquista di due titoli piloti e uno costruttori.
In questi giorni, dopo l’uscita prima al cinema e poi su Sky, sono arrivati tanti feedback positivi che fanno piacere e confermano la forza del progetto. Naturalmente, quando si realizza un prodotto del genere è normale ricevere anche critiche da appassionati e addetti ai lavori. È giusto che ci siano, purché siano costruttive: non possono nascere dall’idea che la storia del motorsport debba passare necessariamente attraverso chi si ritiene unico custode della memoria sportiva.
In alcuni casi è stato contestato lo spazio dedicato al weekend di Imola 1994. Una critica sorprendente, soprattutto se arriva da chi si considera esperto di storia della F1. Quel fine settimana, il più tragico della Formula 1, non poteva essere ignorato. Senza Imola ’94, senza le morti di Ratzenberger e soprattutto di Ayrton Senna, la carriera di Michael Schumacher e la storia della Benetton non sarebbero state le stesse. Quel weekend ha cambiato lo sport, e dedicargli ampio spazio era inevitabile. Schumacher ha portato dentro di sé, da quel momento, il peso della responsabilità post-Senna. Un fardello che non ha mai saputo mettere da parte, e questo è un dato di fatto.
Un elemento che ha ulteriormente alzato il livello, anche emotivo, del documentario è stata la visione delle monoposto storiche della Benetton presenti nell’archivio storico: un patrimonio che ha reso ancora più autentico e coinvolgente il racconto.
Benetton Formula è stato realizzato dai ragazzi di Slim Dogs, che hanno saputo avvicinarsi al team e alla F1 grazie a studio, passione e capacità narrativa. Inevitabile che qualche errore sia stato commesso, ma in un’epoca in cui proliferano film artificiali sulla Formula 1 o narrazioni spesso distorte come quelle di Drive to Survive, un prodotto autentico e radicato nella realtà come Benetton Formula rappresenta una vera boccata d’ossigeno per gli appassionati.
Ed è motivo di orgoglio averne fatto parte.
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