Continuano le stoccate e le divergenze di opinione tra il paddock della F1 e il presidente della FIA
Nel fine settimana del deludente Gran Premio del Qatar di F1, il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha rilasciato nuove dichiarazioni riguardo il possibile ingresso del team Andretti e le divergenze di opinione che questo continua a suscitare tra il paddock del mondiale e la Federazione Internazionale.
La richiesta di iscrizione di Andretti Formula Racing è stata ufficialmente approvata dalla FIA lunedì scorso e ora la palla è nelle mani della stessa F1 e in particolare della FOM, detentrice dei diritti commerciali del campionato. Dal paddock le voci di ostracismo continuano ad innalzarsi e l’ex rallista emiratino ha voluto puntualizzare alcuni concetti all’agenzia Reuters.
“Dire di no ad un team già approvato dalla FIA è difficile”, ha esordito. E ricordando l’accordo già siglato tra la scuderia di Indianapolis e Cadillac, ha aggiunto: “La FIA dovrebbe implorare le Case costruttrici di correre in F1. Non possiamo dire loro di no con questa facilità. Il mio sogno è quello di riempire tutti i 12 posti disponibili e di avere un team statunitense che rappresenti un marchio statunitense, possibilmente anche con un pilota statunitense. E poi andare in Cina e provare a fare la stessa cosa”.
Il punto focale della questione, naturalmente, è economico: un altro team implicherebbe una maggiore divisione di denaro e quindi guadagni minori per le squadre attualmente già in campo. “Non si possono costringere Andretti e General Motors ad acquisire un altro team solo perché uno dei proprietari attuali potrebbe voler vendere il proprio”, ha osservato Ben Sulayem. “Non farò nomi, ma qualcuno ha cercato di convincermi a chiedere questo a General Motors. Non sono qui per questo, non sono un broker. I team pensano alla loro fetta di torta. Capisco i loro timori, ma i nostri timori sono diversi…”.
Il regolamento della F1 prevede che al campionato possano partecipare fino a 12 squadre e alcuni team principal hanno puntualizzato come questo possa rappresentare un problema su alcuni circuiti. Qui il presidente ha dato una risposta molto chiara, un’autentica stoccata: “Le regole ci permettono di avere fino a 12 team. Alcuni pensano che questo possa creare confusione, ma la realtà è che abbiamo avuto pure un team di Hollywood con noi quest’anno. Ai circuiti del mondiale è richiesto di avere abbastanza garage e spazio per ospitare 12 team. Penso che il numero di gare sia troppo alto e quello delle squadre troppo basso. Ci vorrebbero più team e meno Gran Premi”.
Ben Sulayem ha calato poi il sipario ribadendo l’autorità della FIA nel contesto della F1: “Non siamo fornitori di un servizio. I proprietari del campionato siamo noi e lo cediamo come un affitto. Questo è un particolare che dovrebbe essere rispettato. Non voglio mettere in imbarazzo nessuno e non voglio mettere all’angolo nessuno, né Liberty Media né la FOM. Sono qui perché lo spirito dello sport venga rispettato”.
Di certo non siamo in una fase di guerra aperta, ma le stoccate e le vicendevoli puntualizzazioni tra FIA e F1 (i cui team, ricordiamo, non hanno alcuna voce in capitolo sull’approvazione di nuove scuderie) continuano a susseguirsi senza sosta.
Immagine copertina: Ansafoto
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