F1 | Ascolti TV in picchiata. Ferrari arranca, Verstappen e Red Bull dominano, le prime 10 gare 2023 un tonfo per il seguito in Italia

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
10 Luglio 2023 - 17:30
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Continua la perdita di spettatori dopo 10 gare del mondiale 2023. Gli ascolti TV risentono dell’andamento della stagione e non solo

Dopo le prime cinque gare del 2023 avevamo analizzato il crollo degli ascolti della F1 in Italia, mostrando anche una breve comparazione con quanto stava accadendo negli States dove il Circus sta puntando fortissimo per la sua espansione, tra una Miami al secondo anno e l’arrivo di Las Vegas alla fine del 2023.

La seconda tranche di cinque gare, dal GP di Monaco a quello di Gran Bretagna, aggiunge ulteriore preoccupazione per gli ascolti TV del nostro paese, che continuano a macinare segni negativi pesantissimi.

Ad oggi l’unico sui dieci appuntamenti che ha un segno positivo per quanto riguarda gli ascolti rispetto alla scorsa stagione è il GP dell’Azerbaigian, corso a fine aprile con il nuovo format della Sprint. 150.000 spettatori in più (comunque poco) tra diretta e differita ma unico segno in verde in un mare di rosso.

In dieci gare, infatti, la media è oltre 1.100.000 spettatori persi a gara, il 31% in meno dello scorso anno. La media degli spettatori al momento è di 2.300.000 totali, una delle più basse di sempre, con punte del -41,12% come per l’Arabia Saudita. Già il secondo appuntamento Sprint, quello dell’Austria, ha pagato dazio con un -36% in gara alla domenica.

Due dei motivi principali si sommano nell’innescare parte di questo crollo: il dominio di Red Bull e Verstappen (11 gare vinte di fila, 10/10 nel 2023) ed il contemporaneo calo Ferrari, al netto di parziali timide risalite, fanno sì che l’interesse nel nostro paese per le sorti del Circus sia ridotto ai minimi termini.

A situazione consolidata è facile, quindi, prevedere in futuro un ulteriore calo. Entrambi i mondiali sono già prenotati con largo anticipo da Red Bull/Verstappen e ci saranno pochi motivi di vero interesse sportivo nella seconda parte di stagione. Da segnalare infatti come, nonostante la diretta totale del GP di Spagna (che ha riportato comunque un -19,5% rispetto al 2022), il secondo blocco di cinque gare abbia riportato risultati ancora peggiori del primo. Nei primi cinque appuntamenti si è perso in media il 27,35% degli ascolti, nelle seconde cinque il 34,58%.

Una tendenza comunque vista sin dalle prime due gare: dove una sorta di interesse iniziale dovrebbe comunque essere fisiologico per una nuova stagione, già la prima gara in Bahrain aveva fatto registrare un -34%. L’Arabia, come già citato, ha registrato addirittura il -41,12%.

Se dal punto di vista sportivo, come detto, l’unione del dominio Red Bull e delle difficoltà Ferrari rappresenta per gli italiani una combo micidiale, le colpe vanno anche allargate all’attuale ciclo tecnico della F1, che doveva rappresentare un nuovo mondo con prestazioni livellate e che invece, come successo ripetutamente almeno negli ultimi 15 anni, ha trovato un team dominatore dal primo all’ultimo anno del periodo regolamentare preso in esame.

È infatti già la terza volta che un team domina completamente un’era. È stato così per la Red Bull tra 2009 e 2013. Unica eccezione, il primo anno vinto dalla BrawnGP, capace di sfruttare ad inizio stagione il doppio diffusore. La prima parte dell’era ibrida, tra 2014 e 2021, è stata prenotata e ridicolizzata da Mercedes con otto mondiali costruttori di fila e sette titoli piloti. L’era ad effetto suolo, entrata in vigore l’anno scorso, vede Red Bull potenzialmente dominatrice fino al 2025.

La diretta del GP di Spagna su TV8, con 1.777.000 spettatori contro una media di 1.170.000 delle restanti differite, indica anche che c’è anche un problema PayTV. È pacifico che parte della perdita negli ultimi anni sia anche dovuta alla mancanza sempre più marcata della F1 in chiaro, passata in dieci anni dall’essere sempre in diretta ad avere, ormai, pochissimi appuntamenti live.

Immagine: Media Red Bull

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