La riunione dello Strategy Group e della F1 Commission svoltasi a Ginevra ha approvato la riduzione dei costi di gestione delle power unit, affinché l’attuale regolamento tecnico riguardante i motori rimanga in vigore fino al 2020.
Il costo massimo per una power unit, a partire dal 2018, sarà di 12 milioni di euro. Questa operazione di taglio riguarderà molto probabilmente le parti più “standard” che costituiscono gli attuali motori, e dovrà essere approvata nel prossimo FIA World Motor Sport Council per divenire effettiva.
Altro importante cambiamento riguarda la vicenda affrontata da Red Bull nel corso del 2015. Il team di Dietrich Mateschitz infatti ha rischiato di non poter prendere parte alla stagione 2016 per via della mancanza di un fornitore di propulsori. I quattro costruttori attualmente impegnati in Formula 1, a tal proposito, hanno formalmente garantito che questa situazione non si ripeterà più.
Le stesse Case costruttrici hanno così ottenuto, in cambio di questo “gentlemen agreement”, la certezza che fino al termine della stagione 2020 le monoposto saranno equipaggiate con gli attuali motori V6 turbo e, soprattutto, che non vi sarà possibilità per marchi indipendenti di entrare in Formula 1 con un loro motore.
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