F1 | Anteprima mondiale 2022, Haas

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di Redazione P300.it @p300it
16 Marzo 2022 - 09:30
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Segue l’anteprima del team Haas per il mondiale 2022 di F1

Una cosa è certa: l’inverno del team Haas è stato quello più movimentato di tutto il Paddock, purtroppo in negativo. La compagine guidata da Gunther Steiner ha dovuto far fronte ad un vero cataclisma che si è abbattuto all’inizio dei test di Barcellona, quando l’invasione russa in Ucraina ha completamente scardinato il rapporto che legava il team americano allo sponsor Uralkali e, di conseguenza, a Nikita Mazepin.

Con la vera VF-22 presentata proprio a margine dell’inizio dei test invernali, dopo un primo render mostrato ad inizio febbraio, la coppia Schumacher-Mazepin è durata il tempo di una sessione di test. Già al venerdì di Barcellona la Haas aveva rimosso tutti i riferimenti allo sponsor e la livrea omaggiante la bandiera russa dalla monoposto.

Pochi giorni dopo ecco la decisione di chiudere il contratto con Uralkali e, di conseguenza, lasciare a casa Nikita Mazepin.

Il tutto a pochi giorni dai test del Bahrain, sui quali è caduta un’altra tegola. Infatti il team ha dovuto fare i conti, oltre che con la ricerca di un altro pilota da affiancare a Mick Schumacher, con il ritardo dell’arrivo dei materiali in pista, con un tour de force necessario da parte dei meccanici per riuscire a scendere in pista. Alla fine, con una nuova livrea e Pietro Fittipaldi (il pilota di riserva del team), la VF-22 è riuscita ad uscire in pitlane nel pomeriggio del primo giorno di test a Sakhir.

Il brasiliano è stato sostituito poi da Kevin Magnussen. Il danese è stato scelto per rilevare il posto di Mazepin, un “usato sicuro” assente da un anno che conosce già molto bene il team vista la sua permanenza fino al 2020.

Haas è il team che ha percorso meno chilometri di tutti durante i test invernali, 2.096. Quasi la metà rispetto a Ferrari (3.941). Nella prima sessione di Barcellona la VF-22 ha raccolto appena 748 km, afflitta da diversi problemi tecnici, mentre a Sakhir la nuova monoposto è salita oltre quota 1.000 ma con soli 1.348 km, davanti alla sola McLaren che ha girato solo con Norris. Un altro punto negativo che si aggiunge alla situazione generale del team, nonostante Gene Haas si sia dimostrato comunque positivo. L’unico spunto degno di nota è il secondo posto finale di Schumacher nella classifica dell’ultima giornata. Tempo sul quale aleggia però l’impressione di un giro davvero “spinto”.

Sicuramente, dopo aver vissuto un 2021 di piena transizione, annunciando sin dall’inizio la non intenzione di sviluppare la VF-21 per concentrarsi sulla vettura figlia dei nuovi regolamenti, essere ancora a fondo griglia costituirebbe un mezzo disastro per il team americano. L’obiettivo non può che essere quello di invertire la tendenza delle ultime stagioni.

Il ritorno di Kevin Magnussen, che ha abbandonato ottime prospettive negli Usa e nel WEC per tornare in F1, porta al team una faccia conosciuta e un pilota di esperienza, cresciuto insieme al team sin dalla sua nascita e che in breve tornerà “in linea” con le procedure ed i tecnici. Il suo apporto potrebbe essere più importante di quanto si pensi.

Per Mick Schumacher si tratta, invece, di una stagione importante se non decisiva. Il tedesco, solitamente, è al secondo anno di categoria che mostra il suo valore: il rimescolamento delle carte dovuto al nuovo regolamento può far sperare in una monoposto non da doppiaggio ad ogni gara. Se così dovesse essere, starà a Mick mostrare quello di cui è capace, con la speranza che le sue prestazioni lo aiutino a fare un salto di qualità necessario se si vuole puntare in alto.

Immagine: Media Haas

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