F1 | Anteprima mondiale 2020: Scuderia AlphaTauri

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
10 Marzo 2020 - 09:35
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Si apre una nuova era per il team basato in Italia. Dopo quattordici stagioni ed altrettante vetture, la Scuderia Toro Rosso diventa, per ragioni sostanzialmente di marketing, Scuderia AlphaTauri. Stessa proprietà (Red Bull), stesso quartier generale (la nostra Faenza), stessi piloti (Gasly e Kvyat) ma nome e livrea diversi per continuare l’avventura in Formula 1.

Si chiama AT01 la monoposto che segna il passaggio da Toro Rosso ad AlphaTauri. Una vettura che richiama in molti particolari lo stile Red Bull RB15, soprattutto nella zona del muso e delle fiancate. La livrea è una delle più belle, con un misto di bianco lucido e blu opaco molto fashion, ovvero l’attività di AlphaTauri in quanto brand di abbigliamento legato a Red Bull. Con 85 punti in classifica l’anno scorso la Toro Rosso ha chiuso l’avventura sotto questa denominazione al sesto posto in classifica costruttori e, soprattutto, con due podi in stagione. Il terzo posto di Daniil Kvyat in Germania ed il secondo di Pierre Gasly in Brasile sono la ciliegina sul 2019 del team italiano, obiettivo che evidentemente si vorrà replicare in quel di Faenza.


TEST

AlphaTauri ha chiuso i test 2020 con 3.579 km all’attivo – quasi 600 al giorno – ripartiti quasi equamente tra i due piloti. Per quanto riguarda il chilometraggio la media è superiore a quella dell’anno scorso, quando i chilometri furono in totale 4.352 ripartiti, però, su otto giorni per una media di 544 km per singolo giorno. In linea generale c’è stato solo un piccolo intoppo nella prima giornata della seconda sessione per il francese, fermato dalla necessità di una riparazione al fondo che gli ha permesso di percorrere solo 25 giri nelle sue quattro ore a disposizione.


10 | Pierre Gasly

Come stare sulle montagne russe: può essere raccontato così il 2019 di Pierre Gasly, iniziato con la promozione in Red Bull dopo l’uscita di Daniel Ricciardo, proseguito con la difficoltà nell’adattarsi alla RB15 fino alla retrocessione in Toro Rosso di Spa e culminata con la boccata d’aria dell’inaspettato podio a fine stagione in Brasile. In mezzo, per lui e per i colleghi, la scomparsa dell’amico Anthoine Hubert proprio nel momento più difficile dell’anno. Un mix di emozioni che sicuramente saranno state analizzate durante l’inverno dal giovane francese, il cui compito è quello di risollevarsi e dimostrare al team maggiore di meritare ancora la fiducia riposta in lui un anno fa.


26 | Daniil Kvyat

A 25 anni, quando sta per iniziare la sua sesta stagione completa, Daniil Kvyat ha alle spalle una carriera che potremmo definire movimentata. L’esordio con Toro Rosso nel 2014, la promozione in Red Bull nel 2015, il ritorno a Faenza dopo poche gare nel 2016. Alla fine del 2017 sembrava che la sua carriera in F1 fosse giunta al termine a soli 23 anni ma poi, dopo un anno da development driver in Ferrari, ecco il ritorno nel team che l’ha lanciato nel Circus. Il podio di Hockenheim del 2019 è certamente un risultato da cui partire – insieme agli altri nove arrivi a punti – per un 2020 possibilmente migliore per sé e per il team.

Immagine di copertina: Alessandro Secchi

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