F1 | Andretti chiama, il circus non risponde

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Matteo Pittaccio
7 Marzo 2022 - 10:55
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La famiglia Andretti vorrebbe espandere il proprio coinvolgimento nel Motorsport entrando in Formula 1. Un processo lungo, complicato e, soprattutto, apparentemente ostacolato dagli interessi di molte figure del paddock. I piani sembrano definiti, manca solo l’ok da parte del circus.

Andretti Autosport rappresenta una delle tre squadre più competitive dell’IndyCar, nonché una delle strutture americane più performanti nell’intero ecosistema del motorsport. La formazione di Michael Andretti, però, non vince il titolo IndyCar dal 2012, sebbene in dieci anni sia comunque riuscita a conquistare tre 500 Miglia di Indianapolis con Ryan Hunter-Reay, Alexander Rossi e Takuma Sato. Alla luce di ciò l’obiettivo è, quindi, quello di riportare il campionato in casa propria. Tuttavia, nelle menti di Mario e Michael Andretti spicca un’idea che potrebbe smuovere gli attuali equilibri della Formula 1: Andretti Global punta ad entrare nel circus tra due anni e, stando a ciò che Mario Andretti ha riportato al reporter David Land, ci sarebbe il massimo supporto tecnico da parte di Renault. Il progetto, perciò, sembra fondato su basi molto solide.

Ma facciamo un passo indietro. Questa non è la prima volta che Andretti prova ad inserire il proprio nome nella categoria più esclusiva del Motorsport, anzi. Nell’ottobre 2021, ad esempio, Andretti sembrava essere in procinto di acquistare Sauber e puntare sul coinvolgimento di Colton Herta in F1. L’accordo con Islero Investments, società che controlla Sauber, è però saltato all’improvviso per dei problemi contrattuali sorti nelle ultime fasi di negoziazione, criticità queste che hanno costretto Michael Andretti a fare un passo indietro.

Non sono mancate le polemiche, alcune arrivate nelle ultime ore. L’affare mancato ha fatto decisamente infuriare Michael Andretti, il quale ha definito la trattativa un vero e proprio “scherzo”, specificando che tutta la struttura americana abbia perso davvero tanto tempo nel definire un accordo mai trovato. Il campione CART 1991 si è esposto recentemente sulla vicenda: “Loro (Islero, ndr.) volevano mantenere il controllo assoluto. È stato orribile, abbiamo perso molto tempo che avremmo potuto sfruttare per portarci avanti in qualcos’altro.”

Spostiamo ora l’attenzione su un’altra squadra motorizzata Ferrari: Haas. Il team diretto da Gene Haas ha ricevuto spesso e volentieri delle proposte d’acquisto da parte di Andretti ma, come affermato dallo stesso Michael, nessuna richiesta è stata presa in considerazione. Secondo quanto affermato nelle più recenti interviste, Andretti avrebbe provato ad acquisire Haas cinque o sei volte ma Gene non sarebbe mai stato intenzionato a dare un seguito alle trattative. Basandoci su quanto detto dal capo di Andretti Autosport risulta quasi utopistico pensare ad un accordo tra le due parti, anche se Haas ora come ora non stia navigando in acque molto calme tra la perdita di Uralkali (ex main sponsor) e l’addio ai fondi provenienti dalla famiglia Mazepin.

Chiusi i capitoli Sauber e Haas, Andretti ha espresso la propria intenzione di entrare in Formula 1 come squadra indipendente a partire dal 2024. Sarebbe tutto pronto: la squadra avrebbe già trovato un accordo con Renault per quanto riguarda la motorizzazione ed il progetto sarebbe a lungo termine, dunque destinato a posizionare il team nella parte alta della classifica. Il puzzle si potrebbe completare senza problemi, ma manca un pezzo: il circus della F1 non risponde alla chiamata di Andretti, sempre più pressante nei confronti dell’intero paddock e della Federazione. Lo stesso Michael sarebbe intenzionato a sfruttare questi due anni di preparazione per arrivare pronto al 2024, ma più passa il tempo più la situazione diventa critica. Organizzare una squadra di F1 richiede un lungo sforzo e Andretti non può permettersi di attendere mesi per ricevere l’ok da parte degli organi interessati. Parliamo di milioni e milioni di dollari teoricamente destinati alla costruzione di infrastrutture, all’espansione del personale, alla ricerca di partners e sponsor e, soprattutto, allo sviluppo della vettura.

Toto Wolff si è esposto affermando che un nuovo ingresso nel circus debba sempre garantire un valore aggiuntivo all’intero sistema F1 e che sarebbe più sicuro dare il nulla osta a squadre sostenute da costruttori ufficiali. Il Team Principal Mercedes da una parte sostiene il coinvolgimento di Andretti, soprattutto perché il mercato americano ne gioverebbe, ma la sensazione è che sia Wolff stesso a non voler frazionare ancor di più le quote che spettino alle squadre. Ognuno fa i suoi conti e Toto Wolff non avrebbe intenzione di compromettere l’attuale equilibrio, sviluppatosi per giunta grazie al potere acquisito stagione dopo stagione, titolo dopo titolo.

Dall’altra parte c’è la famiglia Andretti, che per convincere i grandi capi della categoria fa leva sullo sviluppo della F1 nel mercato a stelle e strisce. Nonostante la potenza del nome, l’accordo con Renault e l’importanza dell’azienda nel Motorsport, Andretti stenta a ricevere conferme. Pochi hanno risposto chiaramente alla richiesta di Andretti e tra questi citiamo Red Bull, l’unica squadra capace di esporsi totalmente a favore. Nel frattempo i giorni passano e più si aspetta più si riducono le speranze di accogliere (finalmente) una nuova scuderia in Formula 1. Andretti non ha intenzione di fare la comparsa, vuole entrare nella serie cercando di raggiungere il vertice della categoria. Per riuscirci è necessario avviare il programma ora, come detto da Michael. Aspettare sarebbe deleterio per tutti, sia per la F1 sia, soprattutto, per Andretti Global.

Immagine: Mario Andretti – Twitter

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