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F1 | Analisi dei sorpassi (con e senza DRS) del 2019

di Gianluca Zippo
GianlucaZippo
Pubblicato il 17 Dicembre 2019 - 10:30
Tempo di lettura: 3 minuti
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F1 | Analisi dei sorpassi (con e senza DRS) del 2019
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Anche la stagione conclusa lo scorso 1° Dicembre a Yas Marina ha visto le discussioni riguardanti i sorpassi spesso e volentieri all’ordine del giorno. Emblematico come i ragionamenti sulle modifiche regolamentari 2021 siano state incentrate in gran parte sul come rendere meno arduo ad una monoposto il seguire da vicino quella che la precede.

Con un DRS (Drag Reduction System) che ‘purtroppo’ ha compiuto 8 anni nel 2019, è sempre forte la contrapposizione tra i puristi (per intenderci quelli del “… meglio un sorpasso vero, sudato e preparato, che cento ‘dopati’…“) e fautori dello show a tutti i costi. E questo nonostante, durante questa stagione, non siano affatto mancate le gare vive, combattute e spesso emozionanti, che hanno tenuto il pubblico sul filo del rasoio fino alla fine.

Nei giorni scorsi, sui social ufficiali della Formula 1 è stato pubblicato il prospetto dei sorpassi stagionali. Partiamo dal totale, con un 2019 che ha fatto segnare un nuovo record, 1.232, +93 rispetto al primato precedente, risalente al 2012 (1.139) e +176 rispetto alla stagione 2018 (1.056).

Scendendo più nello specifico, la gara ‘più prolifica’ è stata quella di Hockenheim, caratterizzata dal meteo variabile e da tanti errori con la vittoria di Max Verstappen, la rimonta di Sebastian Vettel dal fondo al 2° posto ed il podio di Daniil Kvyat con la Toro Rosso. Il Gran Premio di Germania, quindi, si piazza al comando con 105 sorpassi. Sfiora quota 100 il Gran Premio del Bahrain (97), quello della ‘beffa’ per Charles Leclerc, autore della pole ma azzoppato dagli inciampi di affidabilità della SF90, mentre completa il podio il Gran Premio del Brasile (92), probabilmente uno dei più vibranti dell’era ibrida con un nuovo successo di Verstappen, la volata Gasly-Hamilton, il podio ‘postumo’ di Carlos Sainz e, ovviamente, la ‘fagiolata’ Vettel-Leclerc.

In top-5 anche il Gran Premio d’Azerbaijan di Baku (83) ed il Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps (82), dove Leclerc, in un clima reso pesante dalla scomparsa il giorno prima di Anthoine Hubert, ha centrato la prima vittoria in carriera. Passiamo al lato opposto della classifica: al quartultimo posto, ex-aequo, ci sono i Gran Premi di Francia e d’Ungheria (32 in entrambe le occasioni); poi abbiamo il Gran Premio di Spagna (31) ed il Gran Premio di Monaco (18); ‘Maglia Nera’ (se possibile) al Gran Premio d’Australia, con appena 14 sorpassi.

Ci sono anche altri angoli dai quali poter valutare questo prospetto, ovvero il numero di sorpassi effettuati con il DRS e la percentuale di questi ultimi sul totale. Diciamo subito che le manovre con la famigerata ‘ala mobile’ sono state nel complesso 546 (su 1.232), ovvero il 44.32%. Le cinque gare con il maggior numero di sorpassi con il DRS, nell’ordine, sono state Baku (60), Sakhir (47), Spa (44), Austin (37) e Città del Messico (36); all’opposto, invece, troviamo Barcellona e Silverstone (17), Sochi (14), Melbourne (6) e Monaco (nessuno).

Last but not least, come anticipato, il rapporto percentuale tra sorpassi effettuati con il DRS e totale per ogni gara. Possiamo dividere i 21 GP in tre gruppi, vale a dire oltre il 50%, tra il 30 ed il 50% e al di sotto del 30%. Nel primo gruppo ne troviamo otto, con Budapest a ‘comandare’ con un emblematico (date le caratteristiche della pista) 87.50%; podio anche per Baku (72.29%) e Montreal (72.22%). A seguire Città del Messico (59.02%), Le Castellet (56.25%), Barcellona (54.84%), Spa-Francorchamps (53.66%) ed Austin (51.39%).

Nel gruppo mediano i GP presenti sono dieci: nell’ordine Sakhir (48.45%), Suzuka (48.33%), Yas Marina (47.92%), Melbourne (42.86%), Sochi (38.89%), Shanghai (36.07%), Monza (35.62%), Silverstone (34.00%), Interlagos (33.70%) e, infine, Red Bull Ring (32.39%). A chiudere il terzetto composto da Singapore (28.21%), Hockenheim (19.05%) e Monaco dove, come visto prima, su 18 sorpassi totali non ce n’è stato nemmeno uno effettuato con l’ausilio dell’ala mobile.


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