F1 | Analisi mondiale 2021: Alfa Romeo, tante chiacchiere e troppi errori per una stagione da dimenticare

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Marco Colletta @MarcoColletta
26 Gennaio 2022 - 11:00
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Segue l’analisi del mondiale 2021 dell’Alfa Romeo, penultima in classifica con una stagione piena di errori e scarsa di risultati.

La stagione 2021 dell’Alfa Romeo è stata anche peggiore di quella precedente, nonostante abbia conquistato qualche punticino in più rispetto al 2020. Purtroppo per loro questi cinque punti non hanno permesso di migliorarsi, anzi non sono stati abbastanza perché c’è chi – come la Williams – ha saputo sfruttare al meglio le occasioni d’oro. Portare a casa grandi bottini quando si presentano i momenti giusti è d’obbligo per chi non ha le capacità di stare in modo fisso in top ten. Ma ad Hinwil sono state più le volte in cui si sono sprecati gli ottimi risultati possibili che quelli sfruttati in pieno. Antonio Giovinazzi avrebbe forse qualcosa da dire in merito…

F1 2021 - Analisi Alfa Romeo

Lo scontro tra Raikkonen e Giovinazzi volge a favore dell’italiano se consideriamo che in qualifica il pilota di Martina Franca ha avuto la meglio su quello di Espoo per 13-7, mentre in gara c’è parità anche se abbastanza bugiarda, come vedremo più avanti. Falso è anche il computo dei punti che a fine anno ha parlato a favore del finlandese, ma che avrebbe potuto vedere Antonio in testa, senza i tanti errori (della squadra) e le tante sfortune che hanno caratterizzato la stagione del pugliese. Probabilmente senza tutta questa mole di danni causati dagli elvetici e dalla malasorte, l’Alfa Romeo avrebbe anche potuto precedere la Williams in classifica, visto l’esiguo gap di appena 10 punti tra le due parti.

Si può dire che i dati veritieri siano più quelli del sabato che quelli della domenica, quando la squadra italo-svizzera ha forse più volte preferito che a chiudere davanti fosse Kimi, piuttosto che Antonio. E il trattamento poco speciale riservato al tarantino lo si è visto anche con la bruta comunicazione del mancato rinnovo del suo contratto.

Kimi Raikkonen

Il campione del mondo 2007 sapeva già dallo scorso inverno che quello appena concluso sarebbe stato il suo ultimo anno in F1. Raikkonen può aver corso questa stagione con poca motivazione o forse con la testa già proiettata verso il suo meritato riposo, dopo aver disputato 20 stagioni nella serie, rimanendo competitivo quasi fino all’ultimo. Ha saputo dimostrare di saperci ancora fare fino alla sua gara conclusiva, a differenza di quanto fatto da Alonso al suo primo ritiro, quando decise di tirare i remi in barca ad Abu Dhabi.

Purtroppo per lui, la sfortuna – forse la sua compagna più longeva dell’esperienza in F1 – lo ha perseguitato fino alla fine. Ha dovuto saltare la sua ultima Monza a causa del Covid preso durante il GP dei Paesi Bassi, mancando così il caloroso saluto del pubblico che lo ha amato nei suoi anni a Maranello, e lo ha continuato ad adorare anche dopo la sua partenza. Ha purtroppo chiuso anche in anticipo la sua ultima gara in carriera, parcheggiando la sua Alfa Romeo contro le barriere – per un problema ai freni -, non avendo così nemmeno la possibilità di un ultimo giro d’onore, magari al fianco dei piloti che gli sono stati vicino e hanno lottato con lui. Ci mancherà quell’immagine di un’ultima tornata insieme a Vettel, Alonso, Hamilton e forse anche Mick, ma ci mancherà soprattutto il suo silenzio che a volte commentava da solo i suoi risultati in pista.

Antonio Giovinazzi

La saga della sfortuna di Giovinazzi lo ha accompagnato anche nella sua terza stagione in F1. Proprio nell’anno in cui sembrava aver trovato la quadra con questo mondo, oltre a ritrovarsi un’Alfa Romeo non all’altezza delle vetture precedenti, ha dovuto lottare anche contro la squadra. In ventuno gare, ben sei gare sono state compromesse da scelte molto discutibili della squadra e altre quattro da episodi sfortunati.

In pratica solo una gara su due è andata bene. Peccato che le domeniche nere siano state talvolta anche quelle in cui si è ritrovato a combattere per guadagnare qualche punto in classifica. Si parte malissimo, con la sosta lunga in Bahrain causata dalla sorpresa sotto le termocoperte. Dieci secondi persi perché su quattro pneumatici uno era di una mescola differente e quindi dalla lotta per la zona punti è passato in fondo al gruppo. Sempre di soste si parla anche a Monaco e in Messico dove la squadra ha deciso di richiamarlo anticipatamente, seguendo strani ragionamenti sulle strategie di piloti di cui nemmeno c’era da preoccuparsi. Nel Principato sono volati 3 punti sicuri (passando da ottavo a decimo, ndr), mentre in Centroamerica sono stati ben 6 (quelli del settimo posto); e siamo già a quota 9.

Ma non è finita, perché Antonio si è ritrovato anche a dover scivolare sul bagnato con le gomme slick montate prima del via del GP d’Ungheria, a dover cedere (sotto ordine del team, ndr) una posizione ad Alonso – che lo aveva passato oltre la linea bianca – ad Austin, e a dover soffrire con gomme intermedie ormai lisce, su asfalto bagnato in Turchia. Nella gara di Instabul, inoltre, ha ricevuto l’ordine disatteso di far passare il compagno di squadra. Senza quel rientro tardivo ai box, Giovinazzi avrebbe potuto conquistare uno o due punti, arrivando così a 10-11 lunghezze perse, che avrebbero garantito l’ottava posizione in classifica costruttori.

Nella conta delle sfortune bisogna tener conto della visiera a strappo nei freni a Imola, che ha costretto il pugliese a una seconda sosta (era 10°, un punto perso), il contatto con Kimi in Portogallo (che non ha inciso sulla classifica), della gomma difettosa in Spagna, dopo aver sfruttato il pit stop sotto Safety Car. In più, a proposito di gomme, anche la foratura a cinque giri dall’unica sosta in Olanda, quando anche qui lottava per qualche punticino.

Infine, come non ricordare i metodi usati dalla squadra per “cacciarlo” e annunciare l’arrivo di Guanyu Zhou al suo posto. Ma quelli li conosciamo già. In breve, senza tutti questi episodi Giovinazzi avrebbe tranquillamente potuto chiudere davanti al proprio compagno di squadra e permettere all’Alfa Romeo di finire davanti alla Williams in classifica. Il team, però, ha preferito giocare le carte sbagliate ritrovandosi così a tirarsi addosso la zappa sui piedi.

Immagine di copertina: Alfa Romeo F1 Team Orlen / Twitter

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