Non bastasse il caso Horner, ora anche la FIA cade in un’investigazione che coinvolge il suo presidente
Come se non bastassero le polemiche sul caso legato a Christian Horner, a pochi giorni dal Gran Premio dell’Arabia Saudita, seconda prova del mondiale 2024, un’altra tegola cade sulla testa della F1.
È infatti notizia di questo pomeriggio che il presidente della FIA, Mohamed Ben Sulayem, è sotto investigazione da parte del comitato etico della Federazione Internazionale per un caso riconducibile esattamente ad un anno fa, ovvero all’edizione 2023 del Gran Premio che si corre a Gedda. Da quanto è emerso, il Presidente avrebbe preteso la revoca di una penalità inflitta a Fernando Alonso nel corso della gara, poiché ritenuta ingiusta.
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Ma cosa era successo un anno fa?
Fernando Alonso, partito in seconda posizione con l’Aston Martin alle spalle di Sergio Pérez, è stato inizialmente penalizzato di 5 secondi per essersi posizionato in modo non corretto sulla sua casella di partenza. La penalità, scontata al Pit Stop, ha condotto ad una seconda penalità di 10 secondi poiché la vettura è stata toccata dai meccanici prima della scadenza dei 5 secondi della penalità originaria.
Infatti, quando si sconta una penalità durante un pit, le monoposto restano ferme per i secondi da scontare prima che i meccanici possano operare per sostituire le gomme o qualsiasi altra attività.
Nel report presentato al comitato etico della federazione sarebbe segnalato che Ben Sulayem abbia preteso che la decisione dei commissari venisse revocata. Cosa effettivamente avvenuta: Alonso, scalato al quarto posto per i 10 secondi inizialmente comminati, è stato poi riportato al sul gradino più basso del podio dopo la richiesta del team di un Right of Review.
Ci si aspetta un tempo che varia tra le quattro e le sei settimane per avere un responso da parte del comitato. Incredibile, comunque, come la F1 ormai faccia più parlare di ciò che succede fuori dalla pista che al suo interno.
Seguiranno aggiornamenti.
Immagine di copertina: Media Ansa
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