Insieme alla Williams, la McLaren rappresenta lo stereotipo attuale della nobile decaduta in Formula 1. Con in bacheca 12 titoli piloti ed 8 costruttori, con 182 vittorie, 155 pole e 485 podi in oltre 800 gare, la scuderia di Woking è il secondo team più titolato nella storia, alle spalle solo della Ferrari. Il presente, però, dice tutt’altro. Il gradino più alto del podio e la pole mancano dal Gran Premio del Brasile 2012; un podio dal Gran Premio d’Australia 2014.
L’ultimo triennio, quindi, il disastro della partnership motoristica con la Honda, di gran lunga il punto più basso nella storia cinquantennale del team inglese. Dopo il passaggio ai propulsori Renault e i difficili test di Barcellona, uno spiraglio di luce è arrivato nella prima gara di questo 2018. Pur sfruttando i guai delle due Haas, Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne sono giunti entrambi a punti (rispettivamente 5° e 9°), con uno spagnolo che, pimpante come non lo si vedeva da tempo, si è anche tolto lo sfizio di mettersi dietro la Red Bull di Max Verstappen (pur danneggiata).
In vista del Gran Premio del Bahrain, lo stesso Alonso, raggiunto dal sito ufficiale della Formula 1, si è detto molto ottimista sulle chance della McLaren, sottolineando in particolare i difetti di gioventù dovuti all’interazione con la nuova power unit. L’obiettivo del team, per il nativo di Oviedo, dev’essere quello di limare man mano il distacco che li separa dalla Red Bull, con l’intento di arrivare quindi a giocarsela con i top team.
“Abbiamo intuito da subito di avere tra le mani una buona monoposto. La MCL33 ha sicuramente del potenziale” – ha spiegato Nando – “Credo sia arrivato il momento per la McLaren di tornare nelle prime posizioni. Per farlo, dobbiamo ovviamente giocarcela con Ferrari, Mercedes e Red Bull. Per raggiungere quel livello, dobbiamo essere migliori di loro nello sviluppo, colmando il prima possibile il divario che ci separa da loro. Ciò potrà verificarsi con aggiornamenti ed con le idee intelligenti, e sono convinto che le porteremo molto presto“.
“Il nostro obiettivo, a partire dal Sakhir, dev’essere quello di staccare progressivamente il centro del gruppo, mettendo nel mirino la Red Bull” – continua il due volte Campione del Mondo – “La monoposto ha tanto potenziale ancora da estrarre e non vedo perché non si possa pensare di raggiungere la Red Bull a livello di prestazioni. La nascita del binomio con la Renault è arrivata molto tardi e abbiamo constatato che il posteriore della monoposto non si integrava alla perfezione con il nuovo motore. Non siamo al massimo delle nostre possibilità, e per questo sono fiducioso in ottica futura“.
Anche Eric Boullier si è mostrato ottimista: “Il fatto che la Red Bull se la giochi a livello di passo con Mercedes e Ferrari è davvero incoraggiante. Nel nostro caso c’è differenza tra passo di qualifica e passo di gara, risultando più competitivi la domenica. Abbiamo ancora molto potenziale e performance da sbloccare e Fernando sa cosa stiamo per portare in pista, anche se non può essere utilizzato da subito. Ci sono molte cose in arrivo, che non abbiamo potuto portare qui in Bahrain“.
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