Se Ecclestone fosse a capo della FIFA

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
22 Novembre 2016 - 15:30
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Nel bel mezzo di un derby tra Milan e Inter, nel quale ancora non ho capito chi giocava e con che maglia, io e il mio amicone Sergio ci siamo ritrovati a parlare un attimo di Formula 1 e dell’ultima proposta di Mister E, già accennata qualche volta in passato, di dividere i GP in due gare corte, un po’ all’insegna della GP2, GP3, etc etc.

Il disgusto che mi ha colpito alla sola idea di una modifica del genere mi ha portato, televisore di fronte a me, a chiedermi: “Ma se Ecclestone fosse il capo supremo del calcio, oggi come sarebbe cambiato il tutto?”. Ci si è aperto un mondo.

Da che seguo il pallone, tra le millemila variazioni sul tema di interpretazione del fuorigioco, forse l’ultima regola un po’ famosa risale a quasi 25 anni fa, quando ai portieri fu vietato di prendere con le mani il pallone passato da un compagno obbligandoli, così, ad usare i piedi.

Ecco, con un Ecclestone a capo della FIFA, negli ultimi 25 anni probabilmente si sarebbe visto di tutto e di più per creare lo spettacolo (per come lo intende lui) in sfavore dello sport.

Come sarebbe quindi, oggi, il calcio secondo Ecclestone? Beh, prima di tutto sarebbe vietato il pareggio. Dopo il 90° si andrebbe ai supplementari, o direttamente ai rigori per tagliare corto. 

Le porte non sarebbero più larghe 7 metri e 32 e alte 2 metri e 44, ma almeno un comodo 10 metri per 3 per aumentare le possibilità di gol. 

Negli ultimi 10 minuti di gara i portieri prenderebbero il posto di un giocatore di movimento e viceversa.

In caso di giocatori troppo forti, come Messi o Cristiano Ronaldo, questi verrebbero penalizzati in stile Balance of Performance, con delle zavorre alle caviglie.

Ad ogni ammonizione il giocatore sanzionato finirebbe per 5 minuti in panchina, mentre il televoto premierebbe per 10 minuti una squadra permettendole di giocare in 12.

In caso di pioggia torrenziale si ricorrerebbe ai canotti in campo.

Ovviamente, si potrebbe andare avanti ad oltranza con altre mirabolanti modifiche regolamentari, ma il concetto di fondo credo sia chiaro. Non è detto che si debba sempre stravolgere tutto per migliorare. Anzi, le radici e le tradizioni dovrebbero essere la base di uno sport. Ammesso che si possa parlare ancora di sport, ovviamente.

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