E Whiting se ne lava le mani..

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
10 Ottobre 2014 - 17:55
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“Protocollo”, “Bandiere corrette”, “3 km orari in meno rispetto ai giri precedenti”. Insomma, come volevasi dimostrare, alla fine la colpa dell’incidente di Bianchi è…di Bianchi. Non che mi aspettassi altro visto il comportamento di questi giorni. Già di suo è indicativo il fatto che le indagini sulle dinamiche dell’incidente che ha ridotto Bianchi in fin di vita siano condotte dallo stesso direttore di gara che, invece, dovrebbe essere indagato, dato che da una sua scelta precisa è dipesa (anche se ovviamente non poteva prevederlo) la tragedia di qualche giorno fa.

La FIA dice che nessun operatore della FOM ha ripreso l’incidente. Quindi le riprese mostrate ai giornalisti, obbligati a non portare le telecamere in sala stampa (motivo?), sono quelle del circuito interno di Suzuka. Mi piacerebbe sapere, allora, che fine ha fatto la registrazione ad opera dell’operatore che compare nel video a noi tutti, purtroppo, noto. Perché di solito le telecamere a circuito chiuso sono fisse..

L’attenersi al Protocollo era una dichiarazione scontata, come per dire “noi abbiamo fatto quello che dovevamo”. Sottolineare che Jules è uscito a 212 km/h, con soli 3 km/h di differenza rispetto ai giri precedenti in cui è passato a 215, significa palesemente addossare a lui le colpe dell’uscita. Considerato che Ericsson è andato in aquaplaning dietro alla Safety Car con la Caterham ad inizio gara, fossero stati anche 195 o 200 km/h forse non sarebbe cambiato molto.

Ma non è questo il punto. Si sottolinea che il pilota non ha rallentato adeguatamente la velocità, cosa che però come sappiamo fanno tutti. E se lo fanno tutti è perché la regola fino ad ora l’ha permesso. L’esposizione della bandiera gialla impone di rallentare, ma non indica il ‘quanto’. Detto questo, i piloti alzano il piede quanto basta per mostrare alla Federazione di averlo fatto, ma con l’intento di perdere il minor tempo possibile. Quindi, dire che Bianchi non ha rallentato abbastanza significa auto colpevolizzarsi implicitamente per non aver mai sanzionato nessuno in questi anni.

Sull’uscita mancata della Safety Car Whiting è stato chiaro. Non c’è stata perché lui ha ritenuto che l’operazione di rimozione della Sauber stesse procedendo in fretta. E’ anche chiaro, però (almeno per me), che se la scelta si rivela sbagliata chi l’ha operata ne dovrebbe essere quanto meno responsabile. Oltre che non esserlo, in questo caso è lui stesso ad auto indagarsi ed auto assolversi scaricando invece le colpe sul pilota. Colpevole di essere uscito di pista e, magari di aver trovato una gru sulla sua strada?

Sbugiardare Felipe Massa sul ‘numero’ delle sue lamentele, infine, è un altro aspetto che sembra solo un altro tentativo di lavarsene le mani.

Una specie di Ponzio Pilato del 21° secolo.

Complimenti, davvero.

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3 Commenti su “E Whiting se ne lava le mani..”
Pisco89 dice:

Ti diverti vero Marco Rao….VERGOGNATI!Li un trattore non ci doveva essere!In una via di fuga con la possibilità che esca un altra macchina,pioggia o non pioggia non esiste.E’ già capitato questo rischio e stavolta e’ successo il disastro. Stai continuando a scrivere le stesse cose per ricevere attenzioni,bravo.Schiattanti tu,poi vediamo se ti azzardi a dire ” cavoli suoi”.

Pisco89 dice:

Qui si devono vergognare (ma non avverrà mai) FIA, Whiting e anche chi commenta senza ritegno come Marco Rao che fa l’apostolico dello sport senza sapere il valore di esso e dei piloti. Rispetto ogni pensiero ma commentare così e’ vergognoso.ps: dovresti immedesimarti nei piloti,senza vili parole.Grazie.Rispetto per chi e’ in fin di vita.

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