E se la F1 tornasse sulla RAI?

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Luglio 2023 - 23:15
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Una suggestione o, forse, una botta di nostalgia (e vecchiaia). Cosa succederebbe oggi con la F1 in chiaro e in diretta sulla RAI?

La nomina di Stella Bruno al ruolo di vicedirettore di Rai Sport ha riportato alla memoria (e non solo a me) un periodo sempre più lontano nel quale la Formula 1 era alla portata di tutti accendendo semplicemente la televisione.

[Parto subito con una parentesi: il suo tweet di annuncio con tanto di promessa (“Lavorerò per portare qualche gara F1 sulla RAI, senza nulla togliere a Sky, spero questo possa farvi piacere”) è stato cancellato. Spero non sia arrivata subito una bacchettata]

Il pranzo della domenica, seguito dalla gara rigorosamente alle 14:00, era una consuetudine non solo degli appassionati più duri e puri del Circus ma un po’ di tutta la nazione. Non si spiegano altrimenti, nei periodi di maggior successo dell’epopea ferrarista a cavallo tra fine anni ’90 e inizio anni 2000, numeri da capogiro per quanto riguarda gli ascolti televisivi, con percentuali bulgare di share (che arrivavano anche al 70%) e stagioni vissute con una media superiore ai nove (ma anche ai dieci) milioni di spettatori in un paese da 60 milioni di persone.

I tempi poi sono cambiati: dal 2013 il servizio pubblico ha iniziato ad abbandonare progressivamente la F1 sotto la spinta dei costi dei diritti TV e, da cinque stagioni, l’uscita di scena è ormai completa. Contemporaneamente gli ascolti sono calati in modo progressivo, per una serie di motivi che abbiamo analizzato su queste pagine: l’obbligo di pagare un abbonamento, i risultati altalenanti della Ferrari, una F1 spesso incomprensibile e votata più al business che allo sport, oltre che impantanata dal punto di vista regolamentare. Non mancano, soprattutto via social, anche le critiche all’attuale racconto della F1 da parte di SKY. Non mi interessa entrare nei dettagli: ci sono cose che non condivido ma ognuno decide la propria linea editoriale.

La domanda, quindi, è quella dalla risposta che vale un milione di dollari. E se la F1 tornasse sulla RAI, in chiaro, per tutti, come ai vecchi tempi? Cosa succederebbe?

Partiamo dal presupposto che in dieci anni, ovvero da quando la TV pubblica ha iniziato il progressivo smantellamento del progetto F1, le cose sono cambiate tantissimo. L’offerta di contenuti è oggi immensa non solo per la classica TV ma anche per lo streaming, di fatto il grande colpo degli anni ’10 tra servizi ed offerte sempre più complete, oltre che fruibili da qualsiasi dispositivo. Pertanto è giusto dire che, se un giorno la F1 alle 14:00 era probabilmente il prodotto più interessante disponibile in quel momento, oggi dovrebbe confrontarsi con una concorrenza molto più vasta, anche se trasmessa sempre in diretta e in chiaro.

La F1 stessa vive il momento che ben conosciamo, con un altro dominio (stavolta Red Bull, dopo quello Mercedes) e la contemporanea impalpabilità della Ferrari che, al netto di promesse e proclami, viaggia quarta nel Costruttori con l’ombra McLaren che inizia a farsi vedere da lontano.

Per riassumere: scordiamoci che dall’oggi al domani il ritorno della F1 in chiaro per tutti possa riportare i numeri a quelli che erano un tempo. Non parlo solo del periodo d’oro, sia chiaro, ma anche di numeri più recenti. L’ultimo titolo piloti vinto dalla Ferrari, nel 2007 con Raikkonen, registrò una media di 7 milioni di persone e del 53% di share. L’ultimo anno trasmesso dalla RAI integralmente, il 2012, segnò (sempre di media) 6,5 milioni e il 41% di share. Già tornare a questi valori sarebbe un miracolo autentico, anche in considerazione del fatto che proprio nel 2012 la Rossa si giocava per l’ultima volta il titolo all’ultima gara.

È altrettanto vero che il bacino di utenza si allargherebbe comunque a dismisura. Magari permettendo, a chi si è perso col tempo per la non disponibilità a pagare un abbonamento, di riavvicinarsi. C’è poi un problema: dopo una decina d’anni potrebbe essersi spezzata quella catena che permetteva ai più piccoli di ereditare la passione per la F1 dai papà o addirittura dai nonni.

Piccoli che, oggi, vengono “agganciati” dai social senza un background pregresso e, rapidamente come si sono interessati, allo stesso modo potrebbero allontanarsi. Mentre è tristemente oggettivo il fatto che, soprattutto a causa delle politiche di marketing di chi gestisce il Circus, il puntare tutto sui giovani abbia indirettamente (o anche direttamente) portato all’allontanamento della vecchia (ma competente) fanbase. Quella che, una volta persa, difficilmente torna indietro. Ma non è detto che un cambio di trasmissione non possa riportare indietro qualcuno.

Certo, l’argomento è probabilmente molto più complesso di quanto queste righe possano descrivere. Anche perché, al di là della suggestione di un ritorno della F1 a sport popolare, c’è una questione molto più pratica legata ai costi dei diritti TV, in mano a Sky fino al 2027 grazie all’ultimo rinnovo. I soldi non crescono sulle piante, ovviamente. Il 2027 è però una data lontanissima: visti i recenti cali drastici degli ascolti, chissà mai che si possa creare la leva necessaria a muoversi in un certo senso.

Personalmente, visto che sempre di articolo di blog si tratta, credo che l’allontanamento dalla TV di Stato abbia dato una discreta mazzata al nostro paese per quanto riguarda l’affetto verso la F1. Il paese dove risiede, incidentalmente, la squadra più famosa e rinomata della storia, la Ferrari, a mio modesto parere dovrebbe vedere questo sport trasmesso in diretta e in chiaro. A proposito di questo, un dettaglio che mi ha sorpreso è stato il passaggio, praticamente a parità di dirette, da RAI a TV8 con un ulteriore calo di ascolti: dovuto, semplicemente, al fatto che l’abitudine di avere la F1 su un certo canale non prevedesse lo sforzo di andare a cercarla su un altro.

Ecco, probabilmente quello che si è perso da ormai dieci anni è l’abitudine. Non è certo detto, per i motivi di cui sopra, che una svolta che guarda al passato avrebbe un impatto stravolgente. Anzi, all’inizio ci vorrebbe un lavoro grandioso per pubblicizzare il grande ritorno. Ma sono sicuro che, con un lavoro fatto bene, qualcosa potrebbe cambiare.

E voi, cosa ne pensate?

Immagine: Media Red Bull

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