E’ giusto dimenticare così in fretta gli ultimi 15 anni Ferrari?

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 10 Settembre 2014 - 09:10
Tempo di lettura: 2 minuti
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E’ giusto dimenticare così in fretta gli ultimi 15 anni Ferrari?
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Ci sono dei momenti, come quelli di questi giorni, nei quali mi viene da pensare che la sbornia dell’inizio del nuovo millennio in casa Ferrari abbia fatto più male che bene. Abituarsi a vincere è facile, abituarsi a stravincere è facilissimo. Tornare a vincere ogni tanto non è così facile, non vincere più cancella direttamente il passato.

Le vicissitudini ferrariste di questi ultimi tempi sembrano aver tirato una riga nera, spessa ed indelebile, sugli anni dal 1999 al 2008. Quelli nei quali la Ferrari, tra titoli piloti e costruttori, ha portato a casa la bellezza di 14 allori, 8 di squadra e 6 piloti, con Schumacher e Raikkonen.

Perchè, se qualcuno avesse la memoria corta o questa fosse semplicemente affuscata dalle ultime due stagioni, questi sono i fatti. La Ferrari è il team più vincente in assoluto degli ultimi 15 anni. Certo, le preoccupazioni per il presente e quelle per il futuro sportivo (e manageriale, vista la lotta tra Marchionne e Montezemolo) sono valide. Ma il tifoso ferrarista non può e non deve aspettarsi dalla Ferrari sempre la vittoria. Non può pensare che debba essere sempre come nei primi anni 2000, ma per questo non deve neanche cancellare quei ricordi. Ci sono i cicli: quello della Williams dei primi anni 90, quello della Mclaren a fine di quel decennio, quello della Ferrari nei primi anni 2000, quello Red Bull che pare essersi fermato in questa stagione.

Capisco anche il senso di impotenza di fronte a prestazioni come quella di Monza. Ma, forse, manca anche un po’ di sincerità. Non si può continuare a parlare di aggiornamenti ad ogni gara quando la situazione è deficitaria dall’inizio della stagione, perchè in questo modo il tifoso ha il diritto di illudersi.

Si dice spesso che non si può vivere di soli ricordi. Vero, ma cancellarli vuol dire passare dalla parte dell’ingratitudine. Perchè le vittorie e i titoli sono lì, scritti nell’albo d’oro e nessuno può toccarli. E’ storia.

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