DTM | Intervista a Mattia Drudi: “La chiusura del programma GT di Audi è sicuramente un gran peccato”

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
21 Dicembre 2023 - 18:01
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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Mattia Drudi, pilota Audi nel DTM e diverse altre categorie. Ecco le sue risposte alle nostre domande

P300.it è entrato nel camion Tresor Orange1 per intervistare Mattia Drudi, pilota italiano con licenza sammarinese impegnato con Audi in diversi campionati, tra cui DTM e GTWC Europe. Ecco le sue risposte alle nostre domande.

L’intervista verrà pubblicata in formato video sul canale YouTube Parc Fermè TV.

Ciao Mattia, grazie per esserti prestato a svolgere quest’intervista. Come è iniziata la tua carriera?

“Ho cominciato da molto piccolo grazie a mio padre! Lui ha corso per 30 anni ed ha avuto un team parecchio grosso. Lui mi ha messo sul kart! Ho iniziato a girare quando ero ancora molto piccolo e poi, a sette anni, ho fatto la mia prima gara con i cinquantini. La passione me l’ha trasmessa mio padre, poi questa si è trasformata in lavoro. Diciamo che mi è andata bene!”.

La tua carriera è iniziata, come per molti piloti, in Formula 4, categoria in cui hai ottenuto ottimi risultati in Italia e Germania. Perché sei passato alle ruote coperte? Come è avvenuto questo grande cambiamento?

“La carriera in monoposto è molto costosa! Il mio sogno da bambino, condiviso da molti altri piloti, era quello di arrivare in Formula 1. Andando avanti, però, ti rendi conto che servono sponsor e budget. Lì capisci che non è così semplice e, purtroppo, il talento non basta più. Quindi, dopo un ottimo anno nella Formula 4 italiana in cui ho fatto secondo dietro a Stroll, abbiamo deciso di passare alle ruote coperte, visto che il mio obiettivo era quello di diventare pilota professionista. Quando ho capito che la F1 era un sogno, e probabilmente lo sarebbe rimasto, mi sono focalizzato sul diventare un pilota professionista. Ha funzionato perché ho cambiato molto presto, senza fare Formula 3 e Formula 2 o altre categorie formula. Sono riuscito a fare esperienza fin da giovane con le GT e questo, sicuramente, mi ha aiutato nell’arrivare al contratto con Audi nel 2019”.

Corri con le GT da tantissimi anni. Hai mai pensato di staccarti da questo mondo?

“Al momento correre con le GT è il mio lavoro, visto che è da cinque anni che corro con Audi come pilota GT. In futuro mi piacerebbe molto passare ai prototipi, soprattutto perché quelli con le Hypercar stanno diventando campionati sempre più grossi, con sempre più costruttori e dal livello molto alto. Da guidare sono sicuramente delle macchine divertenti, visto che c’è tanta aerodinamica. Il GT rimarrà per sempre, visto che è quello da cui sono partito, ma nel futuro vorrei riuscire a provare una Hypercar”.

Hai vinto la GTWC Europe Sprint Cup nel 2023. Che emozioni si provano a conquistare uno dei campionati GT più importanti al mondo?

“Il GTWC è uno dei campionati più importanti al mondo per le GT3. Vincere non è stato semplice, visto che è stata una stagione formata da alti e bassi, i quali non ci hanno aiutato. Devo ringraziare tutto il team e Ricardo Feller, il mio compagno di equipaggio. Siamo partiti con obiettivi ampi, ma non pensavamo di poter vincere il titolo, perché nel GTWC ci sono macchine forti gestite da team del calibro di WRT e Akkodis. Un obiettivo del genere è davvero complicato da raggiungere! Siamo arrivati all’ultimo round in P2 ma abbiamo dato tutto e, grazie alla vittoria di entrambe le gare, siamo riusciti a trionfare. Siamo orgogliosi e felici per il campionato vinto”.

La tua avventura nel DTM, invece, non è stata così fruttuosa. Ci puoi spiegare questa differenza di prestazioni?

“Nel DTM quest’anno non sono mai stato troppo competitivo, ad esclusione di qualche exploit sul bagnato. Ho avuto due telai, che sono diversi da quelli che ho utilizzato nel GTWC. Qualcuno dice che la vettura sia la stessa, ma in realtà i telai diversi influiscono tanto a livello di feeling e prestazioni, nonostante abbiano la stessa livrea. Con i telai del DTM, io e il team non siamo mai riusciti a trovare la quadra e abbiamo fatto fatica a settare la macchina. Quello in questione è un campionato davvero molto tirato. Basta perdere due o tre decimi per ritrovarsi anche dieci posizioni indietro in griglia. Per essere competitivi nel DTM bisogna essere perfetti. Il team e il pilota non devono sbagliare niente ed è questo che ci è un po’ mancato. È un peccato perché il DTM è un gran campionato, ma purtroppo sono riuscito a concludere poco”.

Ricardo Feller è stato il tuo compagno nel GTWC quest’anno. Come cambia il tuo rapporto con lui nel DTM, in cui è tuo avversario?

“Io e Ricardo siamo molto amici! Nel 2023 siamo finalmente riusciti a condividere una vettura assieme. Non era mai successo nelle scorse stagioni. Nel DTM non siamo nello stesso team, ma non siamo competitor diretti, visto che Riky si è giocato il campionato, mentre io ho concluso più indietro. Non ci siamo mai scontrati più di tanto. Entrambi siamo piloti Audi e quindi, se ci fosse stata l’occasione, gli avrei dato una mano volentieri. Rimaniamo amici anche nel paddock, come nel GT World Challenge, campionato nel quale ci siamo trovati molto bene anche a livello di guida visto che abbiamo uno stile simile. Questa dote ci ha permesso di essere avvantaggiati nel setup della macchina, visto che è stato relativamente facile mettere a posto la vettura per entrambi. Anche nel DTM ci vediamo nel paddock, fuori dal camion e in pista, quindi il nostro rapporto cambia poco”.

Hai corso in tantissimi campionati con le GT3. Quale è la principale differenza tra il DTM e le altre serie in cui hai partecipato?

“La differenza più grande tra il DTM e gli altri campionati riguarda il fatto che corri da solo. Questo ti permette di avere molto più tempo di guida, il doppio rispetto al GT Masters, altro campionato tedesco nel quale ho partecipato fino all’anno scorso. Il livello è molto alto. Ci sono team come Manthey, Abt e Schubert, tutti di altissimo livello. Praticamente tutti sono piloti ufficiali. Il distacco fra le auto è molto risicato. La differenza tecnica è quasi nulla rispetto agli altri campionati. Nonostante tutto, il DTM è molto più difficile. Il livello è molto più alto anche rispetto al GT Masters”.

Hai corso sia la 24 ore del Nurburgring, sia la 12 ore di Bathurst nel 2023. Quale di queste due gare ti ha emozionato di più?

“Sono due esperienze diverse. La 24 ore è una gara di sopravvivenza. Al Nurburgring la difficoltà principale è il tracciato, lungo più di 23 chilometri, in cui è possibile trovare fenomeni atmosferici molto diversi. Magari da una parte c’è il sole e dall’altra piove. Mi è capitato di guidare anche con nebbia, grandine o addirittura neve. Può capitare di tutto! Inoltre si corre con macchine molto diverse, dalle GT, le vetture più veloci, ad altri mezzi meno performanti.

Bathurst è molto emozionante come tracciato, visto che è uno dei circuiti più difficili al mondo, forse quello in cui ho impiegato più tempo per adattarmi alla pista. A livello di guida sul giro secco, Bathurst è sicuramente il più emozionante dei due circuiti. Il secondo settore in salita e la discesa immediatamente successiva sono davvero da ‘pelo’. L’emozione al Nurburgring deriva dalla gara. Nel corso delle 24 ore puoi trovare di tutto. L’obiettivo è sempre sopravvivere alla notte per arrivare alla mattina e, da lì in poi, spingere. Sono due gare estremamente emozionanti, anche se in modo diverso”.

Qual è stato il miglior momento della tua carriera?

“Al volo, visto che è fresco, ti direi la vittoria del GTWC Sprint quest’anno. Posso nominare anche la vittoria del GT italiano 2021, il mio primo campionato vinto nell’automobilismo dopo diversi tentativi in cui ci sono andato molto vicino senza avere successo. Ci sarebbero anche i rookie test fatti in Formula E con Audi e il test DTM del 2018 con le Class 1, quello che mi ha permesso di diventare pilota ufficiale Audi. Dal 2014 in poi, l’anno in cui ho cominciato a correre in macchina, ci sono stati davvero tanti momenti belli, ma questi sono quelli che ricordo in modo più piacevole”.

Sei stato pilota Audi per tante stagioni. Cosa ne pensi della chiusura del programma GT da parte di Audi?

“La chiusura del programma GT di Audi è sicuramente un gran peccato. Nonostante la R8 non sia la macchina più giovane del lotto, è ancora molto competitiva. Audi si è giocata il titolo fino alla fine nel DTM, ha vinto il GT World Challenge Sprint e ha primeggiato in diverse edizioni della 24 ore del Nurburging. Anche a Spa siamo sempre stati vicini al successo. In più è necessario ricordare che Audi Sport ha una grandissima tradizione nelle gare GT ed endurance, visto che è stato uno dei primi costruttori ad entrare nelle GT3 e, da allora, ha sempre sempre partecipato a tutte le gare.

È un gran peccato soprattutto per me, che ho iniziato la mia carriera da professionista proprio con Audi nel 2019 e da allora ho solo fatto parte della famiglia Audi Sport. Queste sono scelte aziendali. Ha influito molto la decisione di concentrarsi sul progetto F1, in cui il marchio entrerà nel 2026. Dalla nostra parte possiamo solo accettare questa decisione e pensare che sia un gran peccato, soprattutto perché questa avventura sarebbe potuta continuare per molto tempo e in modo proficuo. È andata così, ce lo facciamo andare bene”.

Negli ultimi anni il DTM ha subito diversi cambiamenti a livello tecnico e organizzativo. Pensi che le modifiche dell’ultimo periodo stiano facendo del bene al campionato?

“Il DTM è una categoria in buona salute. Ci sono molte auto e lo spettacolo è molto bello, visto che tutte le gare sono tiratissime. Inoltre ha attirato tanti costruttori e team di livello alto, che portano i loro piloti ufficiali. Il DTM sta diventando sempre più bello e accattivante anche per il pubblico, visto che le gare sono spettacolari. Il passaggio ad ADAC ha causato dei piccoli cambiamenti che, a detta dei risultati, hanno funzionato. L’anno è stato molto positivo e, probabilmente, il successo è destinato a durare. Il fatto che stiano attirando sempre più costruttori e piloti dimostra l’ottimo lavoro svolto finora. Non si sa mai cosa può succedere, ma secondo me il DTM è destinato a godere di buona salute ancora per molti anni”.

Nel 2024 correrai con Aston Martin. Come hai affrontato l’incertezza dopo l’abbandono di Audi?

“All’inizio ho pensato che sarei andato a pescare! Scherzi a parte, appena saputo dell’abbandono di Audi ho cominciato a cercare un’altra Casa per rimanere pilota ufficiale, visto che nel mondo GT è lo status più alto che puoi avere. Da lì sono avvenuti diversi discorsi nel retroscena che mi hanno portato dove sono ora”.

Vuoi ringraziare qualcuno in particolare al termine di quest’intervista?

“Innanzitutto, voglio salutare tutti quelli che stanno leggendo quest’intervista. Desidero ringraziare il team Audi con cui ho lavorato per cinque anni, Ricardo Feller e la mia famiglia, che mi ha sempre supportato.”

Ringraziamo Mattia Drudi per la disponibilità e il tempo che ci ha dedicato.

Media: Audi Sport on X

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