Dopo sei weekend la Sprint diventa una Gara 2. Sicuri che sia così apprezzata? Qual è il vero piano?

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
25 Aprile 2023 - 22:05
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La F1 ha oggi definito il nuovo format col quale si correranno d’ora in poi i weekend con la Sprint, con un importante cambio che la vede diventare praticamente una gara a sé che niente (o quasi) ha a che vedere con la gara della domenica.

Le domande che mi sono posto a questo cambio sono diverse. Innanzitutto la questione temporale non deve confondere con la questione numerica. Perché le Sprint vengono cambiate radicalmente dopo solo sei appuntamenti in due anni?

Già perché la Sprint, introdotta nel 2021 come “Sprint Qualifying”, aveva tutto un altro senso. Faceva a tutti gli effetti parte del flusso del weekend, sostituendosi come da nome alla qualifica e definendo l’ordine di partenza della gara della domenica. Oltretutto, al primo anno, consegnando al suo vincitore la “Pole position” statistica, dettaglio sul quale è meglio stendere un velo.

Nella stagione seguente, la 2022, un primo cambiamento. Via “Qualifying” dal nome, via l’assegnazione della Pole statistica, aumento dei punti in palio all’arrivo. Non più ai primi tre ma ai primi otto.

Ora arriva lo step successivo. La Sprint nel 2023 diventa una gara a sé con una sua qualifica. Una gara 2 (più corta) che non va ad influire sull’ordine di partenza della principale, a parte che ci siano penalità da scontare. Via l’inutile FP2 del sabato (già sotto Parco Chiuso), dentro una qualifica a minutaggio ridotto che lascia perplessi per il rischio ingorghi. La previsione è quella di piloti che usciranno comunque all’ultimo, vista la necessità di mettere in temperatura le gomme con temperature più fresche e il traffico che ben conosciamo.

Dunque, in soli sette appuntamenti la “destinazione d’uso” della Sprint è stata completamente stravolta. Fosse successo nell’arco dello stesso mondiale si parlerebbe di un tonfo o un autogol in stile qualifiche ad eliminazione, durate giusto due GP nel 2016. La distribuzione delle modifiche su due anni attenua quelli che sono i cambiamenti voluti da Liberty Media su questo format. Resta comunque da chiedersi il perché di questo ribaltone.

Ci è sempre stato detto che la Sprint è stata apprezzata dal pubblico. Fosse così non ci sarebbe stata l’esigenza di tutti questi cambiamenti in così pochi eventi. In realtà, da quello che sappiamo, i risultati che sono stati registrati non riportano un aumento di ascolti significativo in rapporto alle qualifiche standard.

Detto questo, al di là del piacere o non piacere (e tanto ci verrà sempre detto che sono gradite), la sensazione è che il disegno sia in realtà già delineato sin dall’inizio. Ovvero che sia stato fissato un obiettivo al quale arrivare per gradi in modo che il pubblico non contesti troppo i singoli cambiamenti, fino a trovarsi con qualcosa di completamente diverso rispetto al punto di partenza senza accorgersene troppo.

Mi spiego meglio. Quali sarebbero state le reazioni se, dal niente, nel 2021 la F1 avesse introdotto una Gara 2 con griglia invertita a tutti i GP? Beh, potete immaginarlo.

Molto meglio, quindi, andare per gradi. Prima l’introduzione al posto della qualifica, poi l’aumento dei punti, poi il passaggio a gara a sé. Mancano l’appuntamento fisso a tutti i GP, con eliminazione di FP2 ed FP3 (ricorderete l’orgogliosa posizione a favore dell’eliminazione delle libere da parte di Domenicali), e la griglia invertita al sabato per movimentare un po’ i weekend.

Dietro tutto questo termini aulici quali “Sprint Qualifying”, “Sprint Shootout” e via dicendo che mascherano quelle che sono le modifiche di fatto. In due anni siamo arrivati alla Gara 2: ora del 2026, con nuovi regolamenti ed Audi in ingresso, è probabile che arriveremo alla Sprint a tutti i GP (come anticipato dalla MotoGP, molto più netta in questo cambiamento) con griglia invertita, per mettere in difficoltà i piloti top e creare un bel pathos.

Chissà invece quale sarebbe il pathos creato se un Verstappen, a fronte di tutto questo, decidesse di prendere e andarsene nell’Endurance. Piacerebbe al pubblico? Ad una parte forse sì: sicuramente sarebbe un evento storico, ma non penso proprio in termini positivi. Viene quasi da sperare che succeda.

Immagine: ANSA

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