Direttive in corsa, Red Bull in crisi e urla di speranza. Suzuka diventa la grande scommessa

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
19 Settembre 2023 - 13:00
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Il grande dilemma di Suzuka: Red Bull sarà ancora in crisi o tornerà a dominare?

La crisi Red Bull a Singapore, nel weekend dell’introduzione della nuova Direttiva Tecnica TD018 (e dell’aggiornamento della TD039 relativamente al fondo), ha aperto due fronti completamente opposti che dovranno attendere Suzuka per reincontrarsi.

La domanda che tutti si stanno facendo è: trattasi di pura coincidenza o davvero questa TD ha affossato i campioni in carica? Il gioco delle parti vuole che Red Bull neghi totalmente che l’entrata in vigore della TD018 sia la causa del brutto fine settimana di Verstappen e Pérez, sostenendo che questa gara era già segnata in calendario in rosso e che il simulatore aveva già presentato un mezzo conto.

Singapore è la pista più sconnessa del mondiale e, da tempo, era noto che la monoposto che meglio di tutte sfrutta il girare bassa da terra avrebbe sofferto sui bump di Marina Bay. E, infatti, da venerdì è stato un mezzo disastro con l’incapacità di bilanciare la RB19 nonostante diverse prove effettuate. Al sabato i tecnici avevano provato ad abbassare la monoposto ma il commento di Verstappen era stato lapidario, una specie di “Non riuscivo a frenare perché spanciavo”.

In gara, poi, l’olandese è riuscito a limitare i danni, ma la performance generale del team ha lanciato l’allarme, con urla di speranza ben udibili che la nuova Direttiva sia la causa unica di questa debacle con conseguenze anche sul futuro.

Quanto c’è però di vero? Partiamo dal presupposto che anche Mercedes, negli anni del dominio, a Singapore ha avuto qualche grattacapo come nel 2015, quando il Team di Brackley non riuscì a cavare un ragno dal buco per tutto il weekend permettendo a Vettel di vincere la terza gara per la Ferrari in quella stagione. Fu però un caso isolato.

Per quanto riguarda la TD018 non è ben chiaro quanto possa influire, visto e considerato che soprattutto sul davanti la flessibilità dei flap dell’ala anteriore non era prerogativa unica della Red Bull, ma anche di Mercedes e Ferrari. Basta rivedere qualche onboard con la telecamera puntata sui flap per vedere i movimenti in alto e in basso al calare o aumentare della velocità. È anche vero, però, che l’ala anteriore è il primo elemento ad incontrare l’aria divenendo fondamentale per la gestione della stessa da lì in poi verso il corpo della vettura.

In linea generale, è difficile pensare che solo su una monoposto questo possa valere una perdita di quasi un secondo come successo a Red Bull rispetto agli avversari a Marina Bay. Anche perché è immaginabile (e nel comunicato FIA si parlava di questo) come tutti i team nel tempo abbiano esplorato le zone grigie del regolamento per trarre un vantaggio e che la Direttiva non abbia voluto colpire un solo team ma una tendenza generale.

L’aggiornamento della TD039, introdotta l’anno scorso per limitare il porpoising, ha inasprito invece i controlli legati al fondo. Red Bull, proprio a Singapore, si è presentata con un fondo nuovo provato (e poi scartato) sia da Verstappen che da Pérez. Un aggiornamento previsto da molto tempo e non motivato dalla modifica della Direttiva, secondo Marko e Horner. E questo potrebbe starci dato che una modifica al fondo non si prepara in poco tempo.

Anche qui è difficile capire quanto anche questa modifica abbia potuto incidere (e solo su Red Bull) ed è per questo che Suzuka diventa incredibilmente importante, molto più di quanto sarebbe stata in condizioni normali.

Il GP del Giappone schiarirà infatti le idee alle due fazioni che si sono aperte dopo Singapore: quella del “La Direttiva ha steso la Red Bull” (e del sottoramo “Finalmente!”) e quella del “È stato solo un caso”.

La mia personale idea, non da tecnico, è che negli anni dei domini spesso si è visto un weekend completamente estraneo alle dinamiche del mondiale (il 2015 l’ho già citato) e che questo potrebbe essere quel caso. Suzuka arriva calzando a pennello, perché è la pista perfetta per vedere il valore assoluto della Red Bull: rettilinei, curve veloci in sequenza e in appoggio, asfalto liscio senza sconnessioni. Tutto il contrario di Singapore fatta di bump e curve lente.

Tendenzialmente dovrebbe essere uno dei quei posti dove la RB19 potrebbe esaltarsi più che in altri. Proprio per questo sono molto, molto curioso di vedere come andrà e capire chi, in questi casi, aveva ragione.

Ma mettiamo il caso (dalla percentuale infinitesimale) che Red Bull fatichi ancora e che sì, effettivamente la nuova Direttiva abbia messo in ginocchio un solo team, guarda caso quello che fino ad ora ha dominato. Sarebbe giusto aver cambiato (nuovamente) in corsa le regole penalizzando chi ha lavorato meglio? Lo scopriremo tra qualche giorno.

Immagine: Media Red Bull

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