De Vries silurato senza pietà. Non è così che si fa, Dr. Marko

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
11 Luglio 2023 - 22:20
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Ancora una volta Red Bull taglia una testa senza troppi problemi. Ma, stavolta, il tutto sembra davvero esagerato

E quindi De Vries se ne va. Dovremmo essere abituati, ormai, ai siluramenti da parte di Red Bull di questo o quel pilota sulla base, specialmente, dell’umore del Dr. Marko, spietato tagliatore di teste senza apparente pietà.

Se al colosso austriaco dobbiamo riconoscere la visione nel portare in Formula 1 soprattutto due nomi, quelli di Sebastian Vettel e Max Verstappen, questi colpi buoni non possono non stridere con la strage di carriere fatte sull’altare di una non meglio precisata richiesta prestazionale. Il che può anche essere comprensibile, per carità. Ma mai come nell’esecuzione sportiva di Nyck De Vries si coglie il superamento di quel limite tra l’autorità e l’esagerazione.

Il siluramento dell’olandese a due gare dalla pausa estiva, dopo dieci soli appuntamenti in F1, è esagerato al punto da sfociare nel vergognoso, perché sono troppe le attenuanti che De Vries meritava di avere a suo favore e perché la scelta del sostituto lascia ancora più dubbi.

Partiamo dal presupposto che Yuki Tsunoda, che in AlphaTauri è da tre anni, di punti in dieci gare ne ha collezionati due. La differenza tra due e zero è abbastanza chiara, anche al netto del fatto che la AT04 ha dimostrato ampiamente di essere la monoposto peggiore del lotto.

Nyck De Vries è stato campione F2 e campione del mondo di Formula E. Ha corso in molteplici categorie, Endurance incluso, dimostrando di essere pilota valido e versatile.

In un campionato che non prevede test e nel quale ci si deve affidare al simulatore per preparare gli assetti, dieci gare possono non essere sufficienti per ambientarsi e trovare il proprio ritmo, anche se ci si chiama Nyck De Vries e ci si aspetta da lui un rendimento superiore a Tsunoda.

Quello che dà fastidio è soprattutto l’atteggiamento umano. Rapidamente così come è stato agganciato dopo lo splendido debutto di un anno fa a Monza, così è stato cacciato senza neanche attendere la pausa estiva e fare una riflessione a bocce ferme.

La soluzione Ricciardo lascia poi altri dubbi. Massimo rispetto per Daniel, ma parliamo di un pilota fermo da mezza stagione, proveniente da due ultimi anni disastrosi in McLaren e del quale non si hanno certezze nel l’immediato, soprattutto se parliamo di un rientro a stagione in corso.

Quale dovrebbe essere l’apporto dell’australiano e cosa ci si aspetta da lui? Un ritorno in zona punti costante? Difficile, ma il rischio in questo caso è triplice. Se Daniel non dovesse comportarsi bene rischierebbe prima di tutto di vedersi compromessa una eventuale possibilità di rientro futuro da inizio stagione con un altro team. Se dovesse rendere meglio di Tsunoda il giapponese sarebbe immediatamente il prossimo a finire sulla graticola. E, indipendentemente dall’una o l’altra ipotesi, chi dice a Liam Lawson che gli è stato preferito un 34anne fermo da quasi un anno? Quale messaggio passa ai vari giovani Red Bull con questa scelta e quanto ci perde Red Bull in termini di credibilità?

Ripeto, non è la prima volta che scene del genere si presentano. Ma, se in passato si trattava di giovani di belle speranze, come Gasly e Albon (per citare gli ultimi) che attualmente, tra l’altro, si sono sistemati in altro modo, la bocciatura di De Vries in questi termini rappresenta uno step in più nel non rispetto umano e professionale nei confronti di un pilota già esperto e con un buon palmares.

Personalmente una mossa che non mi è piaciuta per nulla, un modus operandi che un giorno potrebbe presentare il conto. Non è così che si fa.

Immagine: Media Red Bull

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