Dalla Cina col furgone: note da Shanghai

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
17 Aprile 2016 - 17:40
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Non ho ancora trovato un nome che possa definire questo tipo di articoli post gara: pertanto, per ora, prendete per buono quello che arriva.

Ecco i punti sparsi post Cina, gara un po’ caotica ma abbastanza veritiera sui valori in campo.

Rosberg fa 3/2015 + 3/2016. Sesta gara di fila vinta, che lo porta dietro Vettel e Schumi (9) e Ascari (7) in questa speciale graduatoria. Ma soprattutto, il buon Nico, ha la faccia di quello che ha fame di un piatto prelibato e non più di un avanzo scartato dal vicino. Lui ha detto che la figlioletta porta due mani in più con le quali incrociare le dita, ma più che gli scongiuri è la sicurezza che lui sembra aver maturato durante l’inverno a renderlo credibile per un ruolo da possibile campione. Lewis, dal canto suo, è stato parecchio sfigato a questo giro tra qualifica e gara. Dopo la sostituzione del cambio è arrivato il problema in Q1 che l’ha costretto a fondo griglia: il caos della prima curva gli ha regalato, oltre ad un’ala rotta, anche un problema al fondo nel sottoscocca. C’è da dire una cosa, però. Lewis è stato troppo irruento nel cercare di recuperare con l’ala infilata sotto la Mercedes, e l’uscita di pista dopo la seconda curva, che ha probabilmente contribuito a danneggiare il fondo. poteva essere evitata. Continua, comunque, il trend negativo del campione in carica, ma almeno in questa occasione non me la sento di condannarlo oltre misura.

I proclami sono una cosa, la pista un’altra. La Ferrari è ancora dietro: le tre mescole da usare in gara mascherano un po’ la situazione, ma la differenza con chi è davanti è (ancora) tanta. La pausa invernale e i test si sono protratti all’insegna delle dichiarazioni roboanti di chi era pronto a lottare per il titolo, ma al momento i risultati sono, per un motivo o per l’altro, peggiori di quelli dell’anno scorso, quando dopo tre gare si era già messa in tasca una vittoria. Senza considerare i due ritiri che pesano sull’affidabilità della Rossa. Così come l’anno scorso ero stato duro nei confronti della Mclaren dopo le promesse invernali e il flop in stagione, non posso esimermi dal sottolineare come si sia pompata eccessivamente al campagna 2016 made in Maranello: in questo, colpevoli anche i media. Si è parlato per due mesi del bianco della livrea, ovvero del nulla, quando quello che era veramente importante (il recupero sulla Mercedes) è stato dato quasi per scontato. Questo è il risultato.

Kimi, in questo weekend, è andato globalmente meglio di Sebastian. Un annetto fa, di questi tempi, si iniziava già a vociferare sugli eventuali sostituti 2016 del finnico. Iellato in Australia, buon secondo in Bahrain, oggi è stato quasi eliminato (involontariamente, sia chiaro) dal compagno di squadra ma è tornato in corsa da campione. La SF16-H lo ha reso più fiducioso, non ha più paura di tentare il sorpasso né timore reverenziale nei confronti dei colleghi. Come previsto, questa monoposto gli è più congeniale rispetto a F14-T e SF15-T. Sarà il ritorno alla sospensione anteriore push-ros, sarà l’aiuto di James Allison, ma Kimi sembra più Kimi del solito.

Questione partenza e sbroccata di Seb. Kvyat mi sento di dire che non c’entra assolutamente niente e non ha nessuna colpa per quanto successo alla prima curva. Chiariamo una cosa: il patatrac è stato innescato da Raikkonen. Dal camera car di Sebastian si vede chiaramente Kimi arrivare lunghissimo tanto da tagliare la prima curva dall’interno verso l’esterno, con tanto di bloccata all’anteriore. Sebastian viene ingannato dall’errore di Kimi e va lungo a sua volta, aprendo uno spazio di alcuni metri al suo interno nel quale si infila, con diligenza e furbizia, Kvyat. Nessuna manovra azzardata, anzi, un’azione di tutto rispetto. Quando la prima curva inizia a stringersi e le due Ferrari si riportano in traiettoria, semplicemente non c’è spazio per tre vetture e quando Seb si avvede della Red Bull al suo interno non ha più spazio di manovra. Ma non parliamo si manovra killer di Kvyat e non diamo retta a chi vuole difendere la Rossa a tutti i costi. Altrimenti scadiamo nel tifo cieco. La scenetta nel retro podio è gustosa, ma credo che Seb abbia esagerato. Avrà sicuramente rivisto le immagini e se ne sarà reso conto da solo.

Date alla Red Bull una PU Mercedes e vedete cosa vi combina. La storiella dell’anno scorso sulla motorizzazione 2016 dei tori è stata patetica, ma alla fine Mercedes e Ferrari ci hanno visto giusto nel non concedere (anche dietro lauto pagamento) le loro Power Unit a Horner e soci. La Red Bull, telaisticamente parlando, resta una monoposto di primissimo ordine, ma è penalizzata ancora dal Renault marchiato Tag di questa stagione. Con una PU di primo livello, farebbe ancora paura a tutti, ne sono fermamente convinto. Peccato per il problema di Ricciardo ad inizio gara, ma ottimo il suo recupero. Ottima anche la gara di Kvyat. Polemica iniziale a parte, ha corso davvero molto bene.

Williams peggiorata rispetto al 2015: ci si aspettava il salto di qualità ma sembra quasi che il 2014 sia stato il migliore degli ultimi anni. Già nella scorsa stagione si attendeva il miglioramento definitivo senza una conferma. Questa volta, invece, il 2016 è partito a rilento. Da seconda forza la squadra di Grove è ormai al quarto posto: dopo essere stata passata dalla Ferrari, ora anche la Red Bull è tranquillamente davanti. Nota di merito al vecchietto Felipe Massa, tanto criticato negli ultimi anni ma capace ancora di arrivare davanti (e non di poco, oggi) al più giovane Bottas. Inoltre, il caro Felipe, si difende bene e con forza dagli attacchi di Hamilton fino a quando questo non desiste accodandosi. Ottima, ottima gara per lui davvero.

Le Toro Rosso sono ormai una conferma, anche se non si sono viste moltissimo i punti sono arrivati ancora una volta. Ed è una piacevole sorpresa non sorprendersi (e scusate il gioco di parole) per la ‘nostra’ seconda squadra che porta i suoi due piloti tra i primi 10 con relativa costanza. Verstappen e Sainz corrono con diligenza e portano a casa il massimo. Davvero bravi, bravi, bravi.

Force India senza arte né parte. Sembrava potessero far bene ma poi sono sprofondate. Ad inizio gara Perez e Hulkenberg si sono portati nelle prime posizioni, ma giro dopo giro sono stati risucchiati dal gruppo. Paradossalmente, una stagione iniziata in condizioni migliori rispetto a quella precedente porta più o meno gli stessi risultati. Peccato. Vedremo se durante la stagione risaliranno la china come fatto nel 2015

Mclaren ancora lontanissime. Un minuto e mezzo il distacco rimediato da Rosberg. Se vogliamo limitarci a considerare la Ferrari di Sebastian, siamo a un minuto. Questo inverno è trascorso senza troppi proclami, la situazione è migliorata sicuramente per quanto riguarda l’affidabilità ma il tempo sul giro è ancora lontano dall’essere accettabile per una squadra come Mclaren. Se in prova può uscire il giro della vita, in gara il passo è ancora carente. Nota di merito per Alonso: è voluto rientrare a tutti i costi nonostante una vettura non al top, e si è tolto anche la piccola soddisfazione di arrivare davanti al compagno Button nonostante i dolori alla costola non ancora a posto. Johnny Herbert, forse, dovrebbe ripensare alle dichiarazioni del Bahrain.

Haas torna nei ranghi, o meglio quello che forse tutti si aspettavano al debutto. Questo non toglie niente alle prestazioni di Melbourne e Sakhir, ma il risultato di Shanghai possiamo dire che è più in linea con quello che ci si attendeva dalla nuova squadra statunitense all’inizio della stagione.

Sauber, Renault e Manor sullo stesso livello. Il che è una nota di merito per l’ultima, che dopo stagioni da cenerentola da 3/4 giri di distacco a fine gara, adesso può lottare con chi è davanti e insomma, fa parte del gruppo. Nota di demerito per la Renault, che è messa sostanzialmente peggio della Lotus 2015. Prevedibile, forse, ma non fino a questo punto. Nota di conferma, invece, delle difficoltà della prima che ormai è stabile, purtroppo, a fondo griglia.

Nient’altro da segnalare, a parte il ritorno positivo del format 2015 in qualifica.

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Un Commento su “Dalla Cina col furgone: note da Shanghai”
quaranta_vito dice:

alex_secchi pensiero: Ê stato il presidente a pompare sta storia del titolo,poi stampa compiacente e compiaciuta ha fatto il resto!

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