Dakar 2025 | Anteprima della 47a edizione

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 31 Dicembre 2024 - 11:00
Tempo di lettura: 12 minuti
Dakar 2025 | Anteprima della 47a edizione
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L’annata motoristica comincerà, ancora una volta, con la storica maratona della Dakar, di nuovo tra le dune dell’Arabia Saudita.


Il 2024 sta per concludersi, ma per gli appassionati di motorsport di tutto il mondo l’annata motoristica 2025 comincerà già col vento in poppa, dato che questa settimana, precisamente il 3 gennaio, comincerà la Dakar, giunta alla sua 47a edizione. Sarà, inoltre, la sesta edizione a svolgersi in Arabia Saudita, luogo in cui il rally raid più famoso del mondo ha trovato casa dal 2020.

Per le successive due settimane, a partire proprio da questo venerdì fino al 17 gennaio, ben 807 veicoli tenteranno di percorrere i 7.700 chilometri previsti (di cui 5.000 cronometrati), nel tentativo di raggiungere il traguardo finale a Shubaytah; stavolta la zona più orientale del Paese, quella più “sperduta” e riconducibile all’Empty Quarter, sarà quella in cui si svolgeranno gli ultimi, decisivi giorni della Dakar.

L’avvio avverrà a Bisha invece, dove la gara comincerà e proseguirà per i primi quattro giorni, ad iniziare dal prologo di venerdì (con una breve speciale di 29 chilometri) fino al mattino di martedì. La prima grande sfida avverrà già nel secondo giorno “ufficiale” di gara, durante il quale ci sarà il ritorno della tappa di quarantotto ore già vista nel 2024: un totale di ben 965 chilometri cronometrati spalmati su una prova da completare in due giornate distinte, intervallata da un riposo che comincerà alle 17:00 di domenica (in cui gli equipaggi potranno sostare ad uno dei sei bivacchi assemblati prima di dover ripartire per il mattino successivo).

Moto

E’ ora il momento di soffermarsi sui protagonisti più attesi di ogni categoria, a cominciare dai mezzi più leggeri (in cui vi è da segnalare, sin da subito, la scomparsa della classe Quad, già decisa nei primi mesi del 2024).

Nelle Moto, nonostante alcune defezioni, il numero dei possibili contendenti alla vittoria finale è piuttosto corposo. Si comincia, giustamente, col vincitore dell’edizione 2024 Ricky Brabec, alla caccia della sua terza vittoria in carriera alla Dakar: lo statunitense rimarrà l’uomo di punta di casa Honda e con serie chance di compiere l’uno-due, un risultato che non viene raggiunto da dieci anni nella categoria (ovvero dalla doppietta 2014-2015 di Marc Coma).

Lo squadrone della Casa dell’Ala Dorata conterà ben cinque piloti: oltre a Brabec, a guidare le CRF 450 Rally sponsorizzate Monster Energy saranno Skyler Howes (giunto terzo nel 2023 su Husqvarna), Pablo Quintanilla (alla sua tredicesima Dakar), Adrien Van Beveren (terzo con due vittorie di tappa lo scorso anno) e Tosha Schareina (vincitore del Rally del Portogallo del 2024, evento del campionato del mondo rally raid).

Sulla carta la grande avversaria di Honda dovrebbe rimanere KTM, ma i recenti tumulti economici e finanziari della Casa austriaca potrebbero aver compromesso anche il programma rally raid, realtà in cui il marchio è stato sempre eccelso. La formazione a tre punte scelta dalla squadra ufficiale Red Bull comprenderà i fratelli Kevin e Luciano Benavides (il primo alla caccia della sua terza vittoria come Brabec, il secondo ancora in cerca della prima), nonché Daniel Sanders.

Dopo il bellissimo debutto del 2021 come miglior rookie col quarto posto finale, l’australiano non ha saputo confermare queste performance negli anni successivi, col brutto ricordo del tremendo incidente patito nel 2022 che l’ha escluso dalla contesa. “Chucky”, tuttavia, si è meritato comunque la fiducia da parte di KTM e per l’edizione 2025 sarà sicuramente da tenere d’occhio; è inoltre carico a mille, dopo la vittoria al Rally del Marocco dello scorso ottobre.

Un altro squadrone molto pericoloso per Honda, forse ancor più di KTM, potrebbe essere quello della Hero. Il campione del mondo rally raid Ross Branch avrà il #1 sul cupolino della propria 450 Rally, moto che lo scorso anno gli ha permesso di raggiungere il secondo posto in mezzo alle Honda.

Ad affiancarlo sarà il cileno José Ignacio Cornejo Florimo, un nome di peso che, dopo aver lasciato Honda (con cui ha raccolto probabilmente meno di quanto avrebbe desiderato), ha sposato la causa del marchio indiano. Il #11 punterà al suo primo podio alla Dakar e, magari con un po’ di aiuto dalla Dea Bendata, anche alla sua prima vittoria. La terza Hero sarà assegnata al tedesco Sebastian Bühler, reduce da un secondo posto al Rally del Portogallo di quest’anno.

Auto

Passando alle quattro ruote, la categoria Auto è, anche quest’anno, quella con più spunti interessanti. Dopo l’addio trionfante di Audi in seguito al successo dell’edizione 2024, la sfida per la vittoria potrebbe essere più aperta che mai per quanto riguarda i marchi, con Toyota, Mini, Ford e persino Dacia nelle vesti di contendenti assolute.

L’analisi delle Auto non può che cominciare dal vincitore dell’edizione 2024, Carlos Sainz Sr. “El Matador” ha portato al successo la RS Q e-tron E2 sfruttando i guai dei principali rivali, conquistando così la maratona per la quarta volta in carriera. Per puntare al pokerissimo lo spagnolo ha deciso di scommettere sulla Ford e sul team M-Sport, che parteciperà alla gara del 2025 con una squadra decisamente più in forze rispetto alla precedenti edizioni.

La struttura di Malcolm Wilson, inoltre, farà affidamento sulla Ford Raptor anziché sul modello Ranger utilizzato fino alla scorsa stagione e lo affiderà, oltre a Sainz, anche al confermato Nani Roma e al secondo acquisto del team Mattias Ekström, anche lui “orfano” di Audi. Una quarta vettura sarà affidata a Mitchell Guthrie, debuttante nei T1 dopo aver corso nella categoria T3.

Tuttavia, negli ultimi anni l’uomo di punta della Ford è stato il ceco Martin Prokop, che sarà della partita anche quest’anno col Raptor preparato dalla propria struttura MP-Sports Orlen Jipocar. Vedremo se Prokop, in una situazione così incerta, riuscirà ad inserirsi tra i contendenti alla vittoria.

Sono tanti, infatti, i nomi pronti a spodestare Sainz dal trono della Dakar, ma tra questi non ci sarà quello di Stéphane Peterhansel. A 59 anni d’età, con 35 edizioni disputate e 14 vittorie all’attivo, “Mr. Dakar” ha deciso di ritornare alle origini, ovvero alle moto e sui tragitti della vecchia Parigi-Dakar, ora affrontati dai partecipanti dell’Africa Eco Race. La sua partecipazione a questa gara, nel 2025, sarà solo sporadica ma comunque storica, visto il blasone di una leggenda come lui.

Col francese fuori dai giochi, sarà un altro transalpino a difendere i colori della Francia alla Dakar. Si parla, ovviamente, di Sébastien Loeb, il quale ha sposato il nuovo progetto della Prodrive in collaborazione con la Dacia, iscritta alla Dakar di quest’anno col proprio team ufficiale Sandriders ed il proprio buggy, chiamato anch’esso Sandrider (senza troppa fantasia, bisogna dirlo). Il conto in sospeso che il “Cannibale” ha con questo rally raid è salatissimo, ma le possibilità di chiuderlo una volta per tutte ci sono.

Sarà da valutare anche la performance della nuova vettura e, ovviamente, l’affidabilità, vera componente determinante per una gara come la Dakar. Lo squadrone dell’azienda rumena è di primissimo livello e comprende anche Nasser Al-Attiyah, cinque volte vincitore dell’evento e pronto a rifarsi dopo una gara 2024 disastrosa, con tanto di polemiche col team per alcuni errori strategici madornali. Nasser arriva da campione del mondo W2RC e da vincitore del Rally del Marocco, insieme al suo nuovo co-pilota Edouard Boulanger.

A completare il terzetto della Dacia sarà una donna, nientemeno che la vincitrice della categoria Challenger del 2024: Cristina Gutiérrez Herrero. In un gran colpo di scena dell’ultimo giorno, la trentatreenne spagnola è diventata, dodici mesi fa, la seconda donna a vincere una Dakar a spese di Guthrie ed ora avrà la possibilità di affrontare la propria prima maratona araba nella classe più importante, oltre ad avere come compagni due mostri sacri del motorsport come Loeb ed Al-Attiyah.

In termini d’esperienza, la Casa più avvantaggiata potrebbe essere Toyota, presentatasi alla Dakar con un’armata di due squadre principali di riferimento e composte da sei equipaggi ciascuna: Overdrive Racing e Gazoo Racing. La prima sarà formata da Yazeed Al-Rajhi (elemento trainante della compagine, con un terzo posto all’attivo nel 2022 e la vittoria della Desafio Ruta 40 quest’anno), Urvo Männama e Juan Yacopini, ma i tre nomi più curiosi sono i restanti.

Uno degli equipaggi della Overdrive sarà infatti composto da Toby Price e Sam Sunderland: i due ex-piloti KTM passeranno alle quattro ruote, con l’australiano a guidare l’Hilux #231 del team belga e l’inglese, ritiratosi come pilota agonistico nei raid, a fargli da navigatore. La loro speranza è che questo passaggio possa essere redditizio tanto quanto quello di altri grandi nomi capaci di vincere sia nelle Moto che nelle Auto (come i già citati Peterhansel e Roma).

C’è poi Rokas Baciuška, finalmente passato alla categoria T1 dopo gli ottimi risultati raccolti coi Challenger e gli SSV, ed infine un nome piuttosto sorprendente, quello di Marcos Moraes. Padre di Lucas, Marcos ha già corso la Dakar venticinque anni fa, quando nell’edizione del 2000 terminò la gara al 75° posto. Gareggiare con(tro) il figlio sarà un’esperienza unica per lui, che ha dichiarato di puntare ad una top 30.

Parlando di Lucas, le sue aspirazioni come uomo di punta del team Gazoo sono decisamente più alte. Dopo il terzo posto ottenuto al debutto nel 2023 ed un’edizione 2024 più povera di soddisfazioni, il più giovane dei Moraes sarà alla guida della vettura #203 ed è da considerare non solo come uno dei talenti emergenti più interessanti del panorama raid rallystico mondiale, ma anche tra i favoriti per la vittoria.

La squadra Gazoo potrebbe dover gestire una rivalità interna tra giovani rampanti, dato che uno dei compagni di Lucas sarà Seth Quintero. Il ventiduenne statunitense, con appena quattro Dakar all’attivo, vanta già un totale di 20 speciali vinte e, dopo un 2024 di debutto nei T1 sì buono ma non eccezionale, ora potrebbe essere ben più pronto per affrontare la sfida araba nella maniera migliore. Il resto della squadra Toyota è composta da quattro piloti sudafricani: l’ex-vincitore del 2009 Giniel de Villiers, Guy Botterill, Henk Lategan e Saood Variawa.

La carrellata dei favoriti si conclude con la squadra Mini John Cooper Works X-raid. Il team con base tedesca sfrutterà due modelli differenti della JCW Rally con motore da tre litri (in uno sarà a benzina, nell’altro a diesel) e affiderà queste vetture ad un totale di sei equipaggi. I due più in vista sono quelli capitanati da Guerlain Chicherit e Guillaume de Mévius, piazzatisi molto bene lo scorso anno (rispettivamente al quarto e al secondo posto nella classifica finale, vincendo anche delle tappe).

Challenger e SSV

Le sottocategorie delle Auto, ovvero T3 e T4, saranno ancora considerate come due classi distinte, ognuna coi propri protagonisti da tenere d’occhio. La categoria dei prototipi leggeri è quella che ha perso il maggior numero di elementi di rilievo, date le “promozioni” di Gutiérrez Herrero, Guthrie e Baciuška.

Uno dei nomi più attesi per la partecipazione era Eryk Goczal, vincitore negli SSV ad appena diciotto anni e dominatore dell’edizione 2024 fino alla squalifica patita dopo la sesta speciale, ma dopo l’annuncio dell’iscrizione la squadra Energylandia, gestita proprio dalla famiglia polacca Goczal (formata anche da Marek e Michal), ha fatto sapere della rinuncia alla gara per alcune diatribe con gli organizzatori.

Gli strascichi di queste vicissitudini hanno quindi privato la categoria T3 di tre grandi protagonisti, perciò ci si aspetta una lotta senza quartiere per la supremazia tra i prototipi leggeri. Un possibile favorito potrebbe essere Nicolás Cavigliasso, che insieme alla sua co-pilota Valentina Pertegarini tenterà di migliorare il nono posto agguantato nel 2024. Da segnalare la partecipazione di Alexandre Giroud in questa serie con un OT3 della GRally, data la cancellazione della categoria Quad di cui lui era riferimento assoluto.

Per quanto riguarda gli SSV, in essa il favorito d’obbligo è certamente Xavier de Soultrait, prima punta del team creato da Sébastien Loeb: il francese, insieme al connazionale Martin Bonnet, ha vinto lo scorso anno dopo una lotta sul filo del rasoio contro Jérôme de Sadeleer, il quale sarà ai nastri di partenza anche quest’anno sul proprio Can-Am della MMP Competition.

Altri piloti da tenere d’occhio sono Francisco López Contardo (punta del team factory della Can-Am), Manuel Andújar (altro ex-quaddista, vincitore nel 2024) e João Monteiro (protagonista nella scorsa edizione). Nei veicoli leggeri di serie c’è anche molta Italia, date le presenze di Rebecca Busi (Can-Am) ed Enrico Gaspari (Polaris) su mezzi discretamente competitivi.

Camion

A tre anni dall’addio della Kamaz alla Dakar in seguito all’esclusione delle squadre russe e bielorusse per la guerra in Ucraina, la categoria Camion sembra ancora non avere un padrone ben definito. Nel 2024 a vincere è stato Martin Macik, che ha collezionato il proprio primo successo alla Dakar col proprio Iveco Powerstar della MM Technology.

La sfida nei T5, per Macik, sarà principalmente contro i compagni di marca e, in particolare, contro Aleš Loprais. Dopo cinque stagioni passati sui Praga, Loprais passerà ad un camion del marchio italiano, per poter combattere ad armi pari col #600 e la famiglia van den Brink, composta da Mitchell e Martin.

Sotto l’effige della solita MM Technology e di Italtrans, tra gli iscritti spicca l’equipaggio #608: un terzetto tutto italiano composto dal guidatore Claudio Bellina, dal meccanico Marco Arnoletti e dal co-pilota Danilo Petrucci, che torna alla Dakar in una veste completamente diversa rispetto a quella del 2022.

Mission 1000 e Dakar Classic

Anche nel 2025 saranno presenti due categorie “extra” ai nastri di partenza di Bisha. La prima è la Mission 1000, classe nata lo scorso anno ed ideata appositamente per permettere ai veicoli sperimentali di gareggiare. L’esempio più fulgido è il progetto HySE, in sigla “Hydrogen Small Mobility & Engine technology” e frutto di un consorzio tra alcuni dei più grandi marchi giapponesi, tra cui Honda, Kawasaki, Toyota, Yamaha e, soprattutto, Suzuki (che già nel 2024 ha dimostrato di voler usare le corse per sperimentare, come fatto durante la 8 Ore di Suzuka dell’EWC con una GSX-R 1000 R dotata di carburanti e componenti sostenibili).

La categoria sperimentale vedrà solo cinque iscritti, mentre sarà ben più corposa la Dakar Classic, nata invece per rispecchiare lo spirito più puro delle prime Parigi-Dakar e che vedrà 94 equipaggi al via. La serie di regolarità, infatti, è aperta ai veicoli più vecchi e storici (registrati fino al 2005), che hanno reso iconica questa competizione ben prima dell’arrivo massiccio delle grandi Case.

Come ogni anno, P300.it s’impegnerà ad aggiornarvi sul proseguimento della Dakar giorno dopo giorno, fino alla conclusione del 17 gennaio. I reportage video giornalieri saranno invece mandati da Red Bull TV al termine di ogni stage e saranno reperibili anche sui canali ufficiali della Dakar, come quello YouTube ad esempio.

Fonti immagini: dakar.com, redbull.com, Instagram / Nicolás Cavigliasso, martinmacik.com, globalsuzuki.com

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