Coulthard: “Spero che Schumi ce la faccia così che possa vedere quante cose belle le persone stanno dicendo su di lui”

F1
Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
1 Gennaio 2014 - 21:33
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David Coulthard è uno dei piloti con i quali Schumi ha avuto più contatti nella sua carriera. Chi non ricorda quello di Spa, nel 1998?

I due, successivamente, si sono chiariti e col tempo sono diventati anche buoni amici.

In questi giorni di preoccupazione stanno arrivando decine di testimonianze di stima da parte dei suoi colleghi, e quella che vi proponiamo è una che merita una lettura.

Questo articolo è stato scritto da Coulthard per il Telegraph. Ve lo proponiamo con la traduzione di un utente della nostra pagina Facebook, “Maus Gray”, che ringraziamo per il testo.

“L’ondata di preoccupazione per le sorti di Michael che nelle ultime 36 ore ha investito non solo il mondo della Formula Uno, ma in effetti l’intera comunità sportiva e non, è semplicemente fantastica da vedere. Credo rappresenti il tanto atteso riconoscimento dello status di Michael quale vero grandissimo dello sport. Io prego e spero che riesca a venirne fuori, per vedere quante belle azioni e parole la gente di tutto il mondo gli sta riservando.

La verità è che non credo che Michael abbia ancora ricevuto il giusto premio o riconoscimento che i suoi grandiosi risultati in carriera meritano. E dico ciò adesso, con il senno di poi.

Per anni Michael è stato il simbolo del perfetto cattivo, soprattutto in questo paese (UK); tedesco, naturalmente, spietatamente efficiente, ultra aggressivo.
Mentre i grandi del passato, quali Sir Jackie Stweart o Juan Manuel Fangio lasciavano la porta aperta ai propri rivali durante i duelli in pista, nel timore di una probabile fatale collisione, Michael non guardava in faccia a nessuno pur di ottenere la vittoria!

A volte oltrepassava il limite, vengono in mente Jerez 97 e Monaco 06, e ciò non lo rendeva simpatico ai “puristi” dello sport.
Alcuni, incluso me, lo marchiavano come un campione viziato. Tuttavia non puoi contestare ciò che è riuscito a ottenere in carriera.
Alla fine lui aveva gli stessi commissari, le stesse regole di noi altri. E ci ha distrutti tutti!

Si infuriava. Personalmente ho avuto moltissimi contatti in pista con Michael, il più famoso a SPA nel 98 quando entrammo in collisione sotto la pioggia battente e lui corse nel box McLaren accusandomi di aver tentato di ammazzarlo.
Più in la gli chiesi, preso dall’esasperazione. se pensasse si fosse mai sbagliato su qualcosa nella sua vita: “non che io ricordi” mi rispose. Ciò mi diede un’idea di lui completa.

Era completamente e assolutamente convinto dei propri mezzi. E’ ciò che l’ha reso un campione.

E che campione!!!! 91 vittorie e 7 titoli mondiali. Adesso, ancora una volta con il senno di poi, posso affermare di non essere mai stato al suo livello. Non riesci mai ad ammetterlo, nemmeno a te stesso, durante la tua carriera. Perchè hai bisogno di credere nelle tue possibilità, ma adesso posso dirlo con serenità.

Michael è stato il mio punto di riferimento come pilota. Se lo battevo, se vincevo o se finivo a podio davanti a lui sapevo di aver fatto un lavoro perfetto. Lui ha dato credibilità alla mia carriera.

Come ho detto spesso, non ci siamo guardati molte volte negli occhi, ma di Michael esistono due lati: era un combattente spietato, ma allo stesso tempo un padre di famiglia, gentile e generoso. Se fai parte del suo cerchio della fiducia lui è sempre leale con te, se non ne fai parte può tranquillamente ignorarti.
Non ho mai capito io da che parte fossi per lui, ma la nostra condivisa esperienza con la Mercedes indica che siamo stati comunque sempre nella stessa barca.

Ricordo chiaramente quando mi invitava alle sue feste private post-gara in germania. Restavamo svegli tutta la notte a fumare sigari, bere qualcosa e ricordarci l’un l’altro quanto fossimo fortunati a fare ciò che amiamo.

C’era sempre quel rispetto recondito. Quando Michael si ritirò per la prima volta in Brasile nel 2006, venne da me e mi propose di scambiarci i caschi.
Non mi sarebbe mai venuto in mente di chiederglielo. Perchè voleva il mio casco??? Sapeva che li collezionavo ed ero onorato di ricevere il suo. Resta uno dei miei pezzi più pregiati e so che lui conserva il mio a casa sua in Svizzera.

Credo che Michael meritasse molto più credito prima. Non ha mai tagliato i ponti con i media inglesi, con i quali era sempre in contatto prima del ritiro. Credo che Vettel abbia potuto imparare qualcosa da lui.

In ogni caso, il ritorno di Michael nel 2010 con la Mercedes ha mostrato il suo lato più umano e, paradossalmente, credo abbia consolidato la sua supremazia nel mondo della F1 piuttosto che scalfirla.

Osservarlo lottare per seguire Vettel, Hamilton e Alonso, a causa di errori molto spesso non suoi, ha dimostrato che il tempo non aspetta nessuno.
Era troppo semplice pensare, nella sua prima carriera, che li facesse fuori tutti comunque.

Quei tempi difficili alla guida della Mercedes hanno dato a tutti, a me certamente, un ritrovato apprezzamento per l’incredibile livello che Michael aveva raggiunto durante la sua prima carriera.

L’incidente sugli sci ha messo Michael in connessione con il resto di noi sul piano umano una volta per tutte. Eccovi un padre, come tanti, la cui famiglia prega per lui ai piedi del suo letto d’ospedale. E’ qualcosa che ci riguarda tutti.

La cosa terribile è che spesso c’è bisogno di avvenimenti del genere perchè ci rendiamo conto di ciò che proviamo per qualcuno.

Mi auguro , grazie anche alle ottime cure mediche di cui beneficia, Michael possa uscire vittorioso ancora una volta. E una volta sveglio possa rendersi conto della stima che lo circonda.”

David Coulthard.

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2 Commenti su “Coulthard: “Spero che Schumi ce la faccia così che possa vedere quante cose belle le persone stanno dicendo su di lui””
Griforosso dice:

Mi piace far notare una cosa che rende Schumy ben più grande di Coultard. Al suo primo ritiro Schumy ha chiesto a Coultard di scambiarsi il casco. Una forma di “perdono” per soprassedere alle, chiamiamole, difficoltà che Coultard ha procurato a Schumy, SPA sopratutto. Non è che quando arrivava Schumy gli altri piloti dovevano “spostarsi” ma a SPA Coultard era doppiato ed ha tenuto dietro, muso contro coda, per oltre 1 Km Schumy in un tratto di pista tra i più veloci di SPA per poi anticipare la frenata di qualche decina di metri e provocare quel pò pò di casino che conosciamo. Si è giustificato, poi, affermando che aveva anticipato la frenata per “favorire” il sorpasso da parte di Schumy. Mah, al ricordo ancora mi bolle il sangue. Va detto, però, che le persone nel corso della propria vita cambiano (alcune almeno) ed apprezzo MOLTO il “cambiamento” di Coultard non tanto perché parla bene di Schumy (è solo uno dei TANTI) ma per quanto affermato. La cosa gli fa molto onore. Un saluto a tutti gli Appassionati e, sempre, VIVA FERRARI

Dariok dice:

che lettera, accidenti… da pelle d’oca…
bravo Coulthard, non l’ho mai apprezzato come pilota (tantomeno dopo SPA), ma merita un’ovazione

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