Come avrete letto, l’HRT non sarà al via del Campionato 2013 di F1.
In cerca di un compratore già prima del Gp degli Stati Uniti ad Austin, il team spagnolo era in forte crisi da tempo. Crisi che si è concretizzata con l’impossibilità di iscriversi ed essere, pertanto, inserita nella lista dei partecipanti stilata sabato dalla FIA per il nuovo Mondiale. Attualmente si sta cercando di chiudere tutti i debiti per liquidare la società con una situazione ‘pulita’.
Si chiude, pertanto, l’avventura travagliata di questa Cenerentola.
So che di queste squadre ce ne sono state sempre in F1, anche con risultati ben peggiori. L’HRT, nel 2010 e nel 2011, è arrivata davanti alla Virgin/Marussia in Campionato. Il dilemma, però, è sempre lo stesso. Che senso ha avere vetture in griglia che prendono, sistematicamente, dai 3 secondi in su al giro? Solo per poter dire che ci sono tante F1? Guardiamo alla MotoGp, per un secondo. Si era arrivati ad avere 13/14 moto in griglia, e per ovviare a questa morìa (accentuata anche dalla Crisi) si è dato spazio alle CRT e simili, fino ad avere più di 20 moto in circolazione. Ma con quali risultati? E’ migliorato lo spettacolo? A conti fatti no, perchè lo spettacolo lo creano auto/moto e piloti migliori, non certo gli ultimi della griglia.
L’HRT, nel 2010, ha esordito e continuato a correre in condizioni deficitarie. Nella Formula 1 ipertecnologica, dove i pezzi vengono sostituiti dopo un certo chilometraggio nonostante siano integri, l’HRT viaggiava con triangoli delle sospensioni in acciaio invece che in carbonio, e con fondi rotti che venivano riutilizzati per più gran premi, con evidenti ripercussioni sulle prestazioni delle sue vetture.
Test non svolti per mancanza di fondi, vetture assemblate per la prima volta a Melbourne e così via. Per carità, niente da dire contro dipendenti e meccanici, che sicuramente si sono dannati l’anima per permettere a queste monoposto di scendere in pista. E spiace sinceramente che restino a casa, con la speranza almeno che possano trovare una nuova occupazione.
Però c’è un limite. La Federazione ha spinto per avere più vetture in griglia, ma ha sbagliato (secondo me) a non chiedere oltre alla quota di iscrizione garanzie tecniche e monetarie affinchè le new entry potessero schierarsi con sicurezza ‘strutturale’. La HRT non ha mai dato l’impressione di avere una solidità che le permettesse di svilupparsi. Anzi, tra spostamenti di sede, cambi di management e tutto il resto, ha invece fatto capire di essere sempre sull’orlo del baratro. E, appunto, è arrivata dopo tre anni la sua fine.
Perchè chiamo in causa la riduzione dei costi? Perchè è uno specchio per le allodole, per chi cioè vuole tentare l’avventura in F1 senza quantificare esattamente quelli che potrebbero essere gli esborsi e i costi di gestione di un team che voglia ritagliarsi un suo spazio.
Non basta ridurre i test in pista per tagliare i costi. Soprattutto quando le squadre si costruiscono (e/o affittano) simulatori da centinaia di migliaia di Euro per poter sviluppare i propri progetti. E’ inutile parlare di contenimento dei costi, se poi si mettono in pista Kers e DRS doppi, tripli, quadrupli e la ricerca aerodinamica arriva a livelli disperati. Con appendici sulle ali anteriori da 5 centimetri e chissà quante migliaia di Euro di ricerca e sviluppo.
L’HRT è l’esempio di quanto il sistema ‘contenimento’ non stia in piedi. Ed occhio, perchè adesso le ultime sono Catheram e Marussia. Per quanto potranno ancora sopravvivere?
Per discutere della HRT sul nostro forum, questo è il link della discussione relativa
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