Cinque gare in 14 giorni. Una scorpacciata che toglie il senso dell’attesa

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
6 Novembre 2023 - 21:30
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Sprint incluse il 2023 si chiuderà con 28 gare e nel 2024, annullamenti esclusi, saranno 30. Non è forse troppo?

Cinque gare in 14 giorni: Sprint più gara standard ad Austin, gara standard a Città del Messico, altra Sprint più gara standard ad Interlagos. Un triple header così la Formula 1 non l’aveva mai visto, composto di fatto da cinque gare racchiuse in tre weekend di gara uno consecutivo all’altro.

Tutto questo è difficile da seguire anche per chi lo fa da casa, figuriamoci per chi nell’ambiente ci lavora e deve spostarsi tipo pallina da flipper da una parte all’altra senza sosta.

Se quello logistico è un problema che non accennerà a fermarsi nel 2024, con 24 gare e 6 Sprint che porteranno il totale a 30 appuntamenti, il rischio grosso è un altro, la perdita dell’attesa.

Mai come in questa stagione, fatta di orari strampalati, qualifiche per la Sprint al mattino e gare consecutive a raffica, ho letto gente ammettere di aver perso questa o quella sessione, questa o quella gara o di aver semplicemente rinunciato a seguire qualche appuntamento per non perdere la vita sociale.

In tutto questo c’è del vero. Per un semplice appassionato che vuole seguire anche solo Formula 1 o MotoGP (che ha raddoppiato le gare con le Sprint ad ogni weekend) i fine settimana liberi restano praticamente pochissimi. L’altra faccia della medaglia, contrapposta al lato danaroso della questione, è quella che porta inevitabilmente l’attesa a calare, sostituita da un “Ma come, settimana prossima corrono ancora?”.

E, lo ammetto, più di una volta questa domanda ce la siamo posta anche noi che, di questo, scriviamo. L’attesa è una componente fondamentale della passione per uno sport. Una volta le settimane minime di distanza tra una gara e l’altra erano due, a volte anche tre. C’era il tempo necessario per metabolizzare la gara appena trascorsa, rifiatare, pensare con calma a quella successiva.

In questo triple header di fine stagione abbiamo visto arrivare una richiesta di Right of Review di una gara di due settimane fa quando, nel frattempo, ne sono state corse altre due. Neanche il tempo di analizzare le questioni di Austin che già si era in mezzo ai sombrero messicani. Nemmeno il tempo di capire come Checo Pérez abbia potuto estromettersi da solo dalla gara di Città del Messico, che già si pubblicavano gli omaggi dei piloti per Senna in Brasile.

Quello delle scorpacciate di gare è un altro elemento che andrebbe rivisto. Se manca l’attesa manca tutto: sopraggiunge la voglia del “la registro”, del “la salto, tanto settimana prossima ne corrono un’altra” e via dicendo. Si è passati dal “quanti giorni mancano alla gara” al “quante gare mancano alla fine”. E se è così per chi, questo mondo, lo segue da trent’anni, chissà altri, che magari non hanno la stessa pazienza o perseveranza.

E di questo, come di altre questioni, probabilmente ci si accorgerà più avanti. Tardi, come al solito.

Immagine: Media Red Bull

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