Per Larson la strada si mette in discesa con la pole position, poi però un contatto con una vettura in testacoda ed un impatto con il muro fanno tremare i suoi tifosi. Ma Kyle tiene a bada Pursley e vince nuovamente il Chili Bowl
È tornato Kyle Larson. Sono tornate anche le Larsonate, ma stavolta è andata bene. I due incidenti a cui Larson è sopravvissuto nella finale A del Chili Bowl passeranno alla storia e la sua vettura dovrà finire in un museo per forza. Sotto gli occhi del Grand Marshall noto qui per essere arrivato 16° nell’edizione del 1990 (un certo Jeff Gordon), Kyle è stato il più forte, ma senza la #1K ed il team del taciturno Paul Silva (nemmeno in occasione del primo trionfo a Tulsa ha rilasciato un’intervista) non avrebbe conquistato il terzo Golden Driller in carriera.
Le cinque giornate di qualifica
Day 2: Brooks e Crouch ribaltano il pronostico del martedì!
Day 3: Emerson Axsom conquista il mercoledì a Tulsa battendo Pursley
Day 5: Logan Seavey vince una serata ricca di tensione
Dalle Finali P alle K
Tulsa si sveglia sotto un clima glaciale tipico di gennaio, ma dentro l’Expo Center anche alle 9 di mattina si sente già il calore di una grande giornata di gare che sta per iniziare. Alla fine dall’inizio alla fine ci saranno 13h30′ di attività.
Come sempre la prima cosa in programma è la conta, ovvero verificare quanti piloti fra gli iscritti all’ultima finale o due, in base ai risultati delle giornate di qualifica, sono ancora effettivamente presenti e quanti invece hanno dato forfait. Sulla carta nelle Finali P sono previsti al via ben 35 piloti, 18 nella P1 e 17 nella P2 per la consueta divisione in due percorsi paralleli che si riuniranno solamente alla Finale A. È un bel gruppo sulla carta al punto che gli organizzatori tengono in caldo anche la lettera Q qualora l’affluenza si straordinariamente alta.
Ovviamente non è così, come da consuetudine: dei 18 piloti della P1 se ne presentano appena sei, dei 17 della P2 in otto. Dato che da regolamento dalla P alla O passerebbero comunque in sei, allora la P1 viene cancellata automaticamente ed i presenti sono promossi alla O1, la P2 si trasforma in una rapida gara ad eliminazione dei due messi peggio. Pierce Urbanosky vince facilmente questa corsa davanti all’inglese Jack France, Shipley, Dailey, Blake Green e Dickerson. Shapel e Steward ritirati e sono anche i primi effettivamente eliminati anche se tecnicamente non sono gli ultimi in graduatoria (l’amaro onore tocca a Brenden Hires che sarebbe stato 18° in griglia nella P1 prima di non presentarsi).
Dalla lettera O si inizia con tutti i due percorsi in pista. Le regole fino alla lettera H prevedono 16 auto al via di ciascuna gara con i migliori sei che vengono ripescati al termine dei 10 giri in programma (o i 10′ a disposizione). E quest’ultima regola entra subito in vigore dopo una O1 tormentata. Al via c’è subito un groviglio, Katherine Legge viene stretta al muro e si ribalta chiudendo la corsa con Dennett.
Si riparte anzi no: falsa partenza di Peterson che viene retrocesso di una fila. Finalmente si gareggia, ma la tregua dura a poco. Peterson riesce sì a tornare al comando, ma un testacoda di Gresham ferma tutti. Il primo piccolo colpo di scena è per Rayburn che si blocca per un problema meccanico quando è quarto. Green ai -8 e caution ai -5 per un bis di Gresham seguito poi alla nuova bandiera verde da un flip di Rayburn nato da un suo errore sul cordolo interno. La ripartenza sarebbe ai -3, ma viene tolto un giro per il raggiunto limite di tempo (in questi casi si innesca sempre un green white checkered). Peterson vince davanti a Creech, Boggs, Jensrud, Speir e Schindler.
Nella O2 Pake scatta dalla pole e scappa via insieme a Morrell, tuttavia arriva subito una caution per Parker. Si riparte e c’è la prima vera battaglia per il ripescaggio con Mallory e Daily protagonisti e quest’ultimo si infila proprio a metà gara. Al giro successivo ribaltone: Mallory rallenta e ci si aspetta una caution, ma riesce a prendere la rampa per il garage. La gialla arriva lo stesso perché a finire ko è proprio Daily. Green ai -4 con Pake sempre al comando e prossimo alla vittoria quando Urbanosky si ribalta nel cercare il sorpasso per la qualificazione. Nessuno scossone nel GWC: vince Pake su Morrell, Bennett, Gundaker, Roseland e Jack France che diventa il primo soup man di giornata.
La Finale N1 passerà alla storia, ma non per i motivi voluti. Alla partenza subito caution per il testacoda di Peterson e Boggs fermo. Ripartenza e Betts compie un 360° in cui tiene giù il piede per rimettersi nella direzione giusta, ma così facendo finisce a ruote all’aria. Terzo tentativo e in curva3 Creech e Peterson si incastrano e perdono anche fluidi. Il quarto tentativo è quello buono, ma solo perché sta per scadere il tempo e dei 10 giri previsti se ne completeranno appena tre, forse un record. Bates vince davanti a Moore, Jackson, Kent e Jensrud che, tuttavia, ha un grande flip proprio sul traguardo. Carter viene escluso dalla contesa e passano dunque Schindler ed Adam Bolyard che era assurto agli onori della cronaca per il flip nel parcheggio una settimana fa.
Dopo questa gara complicata si passa alla N2 e i problemi proseguono, si rischia in vetta ma l’incastro è in coda con Roseland e Bennett. Alla ripartenza Perry supera il poleman Shapel, ma la notizia incredibile è che Jack France, scattato 14°, è già in top6 e continua ad avanzare seguito da Roseland. Dietro di loro c’è la lotta fra McDoulett e Pake per l’ultimo posto disponibile. Mentre Hawkins supera Shapel e Morrell raggiunge Pake, arriva il flip (rottura meccanica?) per Highley la cui vettura accusa anche un principio di incendio per la perdita d’olio. Si va all’OT e France ne approfitta per guadagnare ancora, Roseland invece perde e deve ricorrere ad un divebomb su Pake all’ultima curva per passare. Così sembra all’apparenza (si iniziano a riscontrare dei problemi ai trasponder), infatti McDoulett ha perso tanto terreno nel finale e quindi passano sia Roseland che Pake dietro a Perry, Hawkins, France (altra dose di zuppa) e Shapel.
Per fortuna la lettera M è più tranquilla. Nella M1, dopo parecchi giri per sistemare una griglia con ben cinque defezioni, green e caution per Moore fermo. Alla ripartenza Loux scatta bene dalla pole venendo inseguito dal primo nome noto, quello di Kyle Beilman. Seguono Hughes e Miller. Bolyard cerca di approfittare dei guai di Klabunde, ma poi deve arrendersi a Bret che non riesce a completare la rimonta su un Miller in calando. Passano Loux, Beilman, Hughes, Bates, Kent e Miller.
Nella M2 gli occhi di tutti sono ovviamente su Jack France chiamato ad un’altra rimonta. Prima ancora del via la #47R di Brewer si rompe e Pike non riesce a non tamponarlo. Alla partenza il poleman Kilwine ha un’esitazione e si va già 3-wide sulla linea. Mattox passa al comando su Pake. France intanto recupera, ai -7 è in top10, poi ai -4 il colpo di scena con Pike che dal secondo posto si ribalta. Alla ripartenza France supera Kilwine e l’Expo Center inizia a ribollire. Vince Mattox su Perry, Hawkins, Helton, Pake e Jack France che guadagna un’altra lettera.
Dopo una brevissima pausa per sistemare i problemi più grossi della pista, si riparte con la lettera L. Nella L1 Kluever passa subito al comando Vanzant mentre il veterano Johnny Murdock perde terreno. I ripescati Holliman e Beilman puntano già la top6 con quest’ultimo che è il primo ad insistere tutto all’esterno, ma nell’incrocio viene beffato da un Hampton che rischia grosso sul cordolo in terra che si sta formando. Beilman lo insegue e arriva fra i due il contatto con incidente (prevedibile) per la rabbia di Kyle che saluta il gruppo. Si riparte ai -2 con Kluever che non ha problemi a vincere su Vanzant, Hampton, Cummings, Criste e Blumer mentre Loux e Kent si incastrano dopo la bandiera a scacchi con quest’ultimo per nulla felice con l’avversario.
La L2 è una delle finali meno comprensibili e la causa sono soprattutto i trasponder che fanno le bizze oltre agli incidenti. Dopo tanti giri di formazione c’è la fuga immediata di Huish mentre il poleman Bill Johnson viene fagocitato dal gruppo. E la confusione porta ad una serie di contatti e al testacoda di Hawkins. Si riparte ai -9 e gli occhi sono tutti su France ancora troppo indietro. E Jack ne paga le conseguenze venendo coinvolto (foratura) nel grande flip di Helton che coinvolge anche Zimmerman. Dopo la bandiera rossa per fluidi, green ai -8 e Huish scappa ancora davanti ad un quintetto in lotta per la seconda posizione, fra di essi una vettura che fuma. Ai -2 altra caution per i problemi di Morris che si ritira. Il GWC vede Hawkins superare Bennett all’ultimo e artigliare la promozione. Vince Huish su Perry (e inizia lui la rimonta nella soup), Battlefeld, Mattox, Brown ed Hawkins mentre France è 11° e deve salutare dopo aver gareggiato in P, O, N, M e L.
K1 con il poleman Brandon Carr che, dopo una lotta con Winfrey, rimane al comando. Una caution ai -7 (pare un 360° in coda non inquadrato) raggruppa tutti e si riparte, ma il testacoda di Robbins in curva4 quando era quarto ferma tutti. Alla ripartenza un altro Carr (Matt) rimonta ed entra in top6. Poco avanti a lui lo slide job di Crawley su Thrash è vincente per la quarta posizione, ma è tutto inutile perché quest’ultimo ai -2 rompe il motore e prende la rampa senza caution. Brandon Carr domina talmente tanto che raggiunge i doppiati e vince su Winfrey, Reede, Crawley, Sarna e Matt Carr.
Nella K2 entrano in scena Taylor Courtney e Santino Ferrucci. Il primo prende subito la prima posizione al via prima di un incastro fra tre auto in curva3 ai -8; Mattox se la prende con Karopowicz e gli rifila uno schiaffetto prima di avviarsi (ravvisando nell’intervista già storie tese dei giorni precedenti perché in questo incidente non ci sono responsabilità di quest’ultimo) nel garage. Si riparte e Ferrucci entra in top6 prima di un altro contatto a tre, stavolta con Frye, Lee e proprio Huish. Nuova bandiera verde ai -7 e Chance Hill supera un Courtney non in grande forma al punto che con uno slide job viene infilato da un Perry in grande forma. Un testacoda ai -4 di Battlefeld concede un’ultima chance a tutti, ma la situazione non cambia a parte un 360° di Waskins che cercava il sorpasso su Ferrucci. Vince Hull su Perry, Courtney, Robbins, Ferrucci e Huish che recupera nel finale per un altro salto.
Dalle Finali J alle H
La prima vera pausa arriva prima della lettera J e si rifà un po’ la pista, un po’ si cercano di risolvere i problemi ai trasponder che hanno condizionato anche la lettera K, specialmente la K2. Poi si riprende ed Hardy mantiene la prima posizione su Andrews e Laplante prima del flip ai -7 di Gariss che finisce dritto per dritto in curva1 fino alle reti. Dopo la lunga riparazione si riprende ed Andrews aggira Hardy passando al comando. I piloti cercano sempre di più l’esterno e si formano due traiettorie nette. Twitty sembra avere la qualificazione in tasca quando punta Taylor per la quarta posizione, poi però si intestardisce e viene passato da due vetture dall’esterno. Vince Andrews su Hardy, Laplante, Taylor, Cottle e Reese.
Nella J2 Clay scappa via subito mentre Corey Smith si perde subito e quindi il gruppone fatica a mettersi in ordine. Ferrucci si comporta bene scegliendo l’esterno e avanza prima del flip di Robbins. Alla ripartenza il neozelandese, che sventola la Silver Fern, Mitch Fabish passa al comando con Perry protagonista assoluto alla caccia di un altro ripescaggio. Smith prova a resistere ma si interra facendo passare anche Hull. Chance tenta il sorpasso su Perry e ce la fa, ma in uscita tocca il muretto e al giro successivo si ferma con la vettura ko. Ferrucci ringrazia ed è quarto alla ripartenza dietro a Clay, Fabish (c’è stato il controsorpasso) e Perry. Santino è sotto l’attacco di Schmidt e Lattomus, quest’ultimo riesce nello slide job mentre in testa Fabish torna primo. Poi però il colpo di scena: per rispondere al sorpasso subito Clay finisce in testacoda all’ultima curva, si riprende e viene toccato da Perry mentre Lattomus non riesce ad evitarlo. Vince Fabish su Clay, Perry, Schmidt, Ferrucci ed Huish che avanza ancora.
Nella I1 alla partenza Klabunde scatta alla perfezione, ma Hayden Mabe lo riprende prima di essere sorpassato momentaneamente da Wood. La finale più tranquilla addirittura dalla P2 vede nel finale il cedimento di Klabunde che deve lasciare la testa. Vince Mabe su Andrews, Klabunde, Laplante che metodicamente ha rimontato per un altro ripescaggio, Wood ed Hess.
Ad una I1 tranquilla corrisponde una I2 caotica. Alla partenza un clamoroso big one con sette auto coinvolte e tre ribaltate. La selezione porta ad avere alla ripartenza sole undici vetture. Reset e nuova caution: Ferrucci tocca una vettura che finisce in testacoda e sia Tinsley che Hanna non riescono a fermarsi in tempo. Green ai -9 e caution ai -9 per il testacoda di Wiseley. Il nuovo tentativo sembra quello buono e Styres è al comando su un Fabish già nelle prime posizioni e Ferrucci. Mitch aggira Styres e va al comando. In recupero c’è anche Perry alla caccia di una Alphabet Soup da record. Il live timing lo dà quinto ma tutto esterno a rischiare di essere infilato, tuttavia i trasponder stanno ancora dando segnali errati. Ferrucci intanto ha infilato Styres ed è secondo. Vince Fabish su Ferrucci, Jackson, Klimer, Styres e Tinsley mentre Perry purtroppo è il primo degli eliminati. Per Santino negli ultimi giri problemi al motore con la rottura di un bilanciere che verrà riparato freneticamente durante la H1.
I suoi meccanici sperano in una H1 non troppo tranquilla per avere più tempo a disposizione e verranno accontentati. Dykstra e Naida comandano prima di due caution, la prima per Hess fermo e la seconda per Henderson spiaggiato sul cordolo dopo un testacoda alla ripartenza in seguito ad un tamponamento a catena. Anche Roark si ritira per problema meccanico. Bandiera verde e Nigh cerca ogni varco possibile per passare le sue auto che ha davanti. Una riesce a passarla perché clamorosamente Naida finisce a muro; in contemporanea anche Henderson si ferma nuovamente. Ennesima ripartenza e Nigh punta il leader, tuttavia dietro di loro arrivano di gran carriera Andrews e Laplante che quasi si ribalta. Andrews passa secondo ma finisce larghissimo e – non si sa come – non perde posizioni. Il colpo di coda è di Cole Bodine che si scatena e quasi passa tutti dall’interno sul cordolo. Vince Dykstra su Andrews, Bodine (a 0.002″ dalla seconda posizione), Yankowski, Laplante e Nigh che cede ma si salva.
L’ultima gara prima della pausa è la H2 ed entra in scena Josh Bilicki che scatta dalla pole e rimane al comando seguito da Droud. Fabish è ancora scatenato e trova varchi nella rimonta che invece un pilota meno esperto come Ferrucci non trova. E in un paio di giri Mitch è già in posizione per un ripescaggio. Ai -6 caution per Prickett in testacoda. Bandiera verde e Fabish è già terzo puntando Droud. Poi altra caution per Kata a ruote all’aria e Ferrucci che non è riuscito a fermarsi in tempo. Per entrambi il Chili Bowl finisce qui. Green ai -5 e il duello Droud-Fabish prosegue. Alla fine passa il neozelandese con uno slide job. Vince indisturbato Bilicki su Fabish, Droud, Jackson, Gasper e Kilmer.
Dalle Finali G alle D
Dopo le finali H ci sono quasi due ore di pausa in cui c’è il primo vero rifacimento completo della pista ma anche una modifica sulla tradizione ovvero l’anticipo della parata delle nazioni rispetto alla consueta apertura della sessione serale. Il tutto per ottimizzare i tempi e non trascinarsi troppo nella nottata.
Il break però arriva anche in contemporanea con un comunicato della direzione gara in cui si annunciano le prime due squalifiche (a lungo minacciate in caso di necessità) per alterazione delle gomme per migliorare l’aderenza. Dalle analisi a campione vengono pizzicati Hunter Schuerenberg che sarebbe dovuto essere nella D1 e Clinton Boyles (E1). E ad intervistare per conto di FloRacing il direttore di gara è… Clinton Boyles. Il pilota-giornalista accetta la decisione dicendo che il trattamento è sì avvenuto per abitudine, ma credeva che non sarebbe rientrato fra quelli vietati e rilevati dalle analisi chimiche introdotte quest’anno. Poi si torna in gara con le finali G, uno strano ibrido in cui ci sono sempre 16 auto al via per 10 giri, ma avanzano solo i primi cinque e quindi il proseguimento delle soup è più difficile.
Nella G1 c’è subito un colpo di scena con il poleman Zach Boden che fora nei giri di formazione e quindi deve partire dal fondo. Alla bandiera verde Connor Lee scatta bene seguito da Kris Carroll, tuttavia Nigh finisce in testacoda. Green e Wake ripassa Carroll. Mette il naso in top5 Austin Torgerson (il fratello di Ashton) che si lancia anche su Dustin Smith. Non ci sono altri incidenti e il dato notevole è il crollo di Carroll che esce dalla zona qualificazione. Vince Lee su Wake, Smith, Torgerson e Cole Bodine che dunque compie la piccola impresa dell’ulteriore ripescaggio passando di forza all’ultimo giro.
Nella G2 al via c’è Ty Gibbs che al via dall’esterno supera subito il veterano Emilio Hoover, seguono Price, Steffens e Dobie. La situazione è abbastanza tranquilla anche qui perché dopo il rifacimento la pista è ancora sensibilmente a traiettoria unica. Ma c’è sempre l’occasione per rimescolare tutto e Goodman finisce in testacoda ai -2 quando era nono. Ripartenza e papocchio in cui finiscono quattro vetture fra cui Mitch Fabish; Bender non la prende bene e scendendo dalla vettura tira uno schiaffetto a Walker. Nuovo tentativo da -2 e Price supera Hoover mentre Dobie fa lo stesso con Steffens. All’ultimo giro Stubblefield va in testacoda. Sprint da un giro e la top5 non cambia: vince Gibbs su Price, Hoover, Dobie e Steffens.
Dopo la transizione della G si passa alla F in cui cambia lo scenario: i giri passano da 10 a 15 ma le auto da 16 a 20 con sempre i migliori cinque ad avanzare. Alla bandiera verde della F1 grande rischio per l’inglese Tom Harris che all’esterno va sulla terra ma rimane dietro alla leader Hayden Wise (la nipote dell’ex pilota NASCAR Josh). Tutto salvo per un giro, poi Harris si ferma con un problema meccanico e sogno finito. Ringrazia Hannagan che entra in top5. Si riparte e la rimonta vera diventa quella di Steve Buckwalter che supera Armitage ed Hannagan. Manca ancora quasi metà gara quando arriva uno dei momenti che passerà alla storia dell’intero Chili Bowl: Buckwalter evidentemente affronta il cordolo interno in maniera troppo decisa e rompe la sospensione anteriore sinistra che rimane sì dritta ma è come se penzolasse. Su tre ruote Steve deve difendere la quinta posizione e a complicare la sua vita ci pensa Trimble che si ferma. Alla ripartenza dei -6 Bellm supera Mariah Ede mentre Buckwalter resiste favorito dal duello alle sue spalle fra Hannagan (che quasi si ribalta) e Armitage che finisce ko in vista del traguardo. Wise vince su Bell, Ede, Ronnie Gardner e Buckwalter che passa in maniera clamorosa.
Nella F2 ci sono gli ex compagni di squadra Kyle Busch e Ty Gibbs. Blurton al via mantiene il comando su Stelzig, Park, Wirth e Kent, tuttavia quest’ultimo scenderà in fretta in classifica e si ritira. Stelzig si porta al comando al secondo giro mentre invece Busch, partito ottavo, entra in top5 seguito da Kreisel, ma Kyle copre in maniera deciso. E Gibbs si avvicina a loro con Benson. Ai -9 caution per Holmes in testacoda toccato da Gibbs. Alla ripartenza salta anche Park e Busch sale al quarto posto che diventa terzo per il sorpasso su Wirth e addirittura secondo quando anche Blurton è scavalcato. Gibbs è sesto e punta Wirth dovendosi guardare da Kreisel. Persino Stelzig deve difendersi da un grande Busch che tiene dietro un numeroso gruppetto in battaglia. Ai -2 Rowdy ha un’esitazione e perse la piazza d’onore mentre Gibbs perde posizioni nelle fasi finali. Vince Stelzig su Blurton, Busch, Kreisel e Wirth.
Nella E1 la selezione è già prima del via dato che mancano lo squalificato Boyles e pure Vanderheiden (motore detonato nella finale A di giornata) e Shuman. Alla bandiera verde McDougal passa il poleman Taylor dall’esterno e va al comando, seguono Leary, Snow e Reimer. Dopo due lettere di transizione, tornano ad esserci due linee e quindi lo spettacolo ne beneficia. Sweet supera Reimer (che poi prende il cordolo interno e rischia grosso) per l’ultima posizione utile. Poi una caution per la Wise ferma tutto. Occhio a Coons già settimo e Bellm nono alla ripartenza dei -11 dove McDougal scappa via. Sweet supera anche Leary mentre Bellm lo punta all’esterno. Sweet approfitta anche dell’esitazione di Snow per salire al terzo posto. Leary si riprende e la top5 scappa via su Bellm che perde il momento buono. Nel finale Snow riattacca Sweet e sembra aver trovato il sorpasso, ma davanti a loro Taylor ha sbagliato curva4 ed ha rallentato decisamente e quindi nulla cambia. McDougal vince con talmente tanto margine che raggiunge i doppiati. A seguire Taylor, Sweet, Snow e Leary.
Finale E2 e Morton tenta lo slide job su Wigal che non va a buon fine; Cox, Sarff ed Hinton completano la top5. Morton punta ancora l’esterno e malgrado continui ad impennarsi mette il muso avanti. Hinton supera Cox, e al passaggio successivo anche Sarff scavalca Wigal tutto dall’interno. Al giro successivo Karter si lancia anche sulla prima posizione e riesce nel tuffo. Hinton continua nella rimonta e pure lui supera Wigal mentre ai -8 irrompe Danner che passa Cox seguito da Kyle Jones. A metà gara Hinton sale al secondo posto su Morton (che poi finisce largo) mentre si fa vedere Daum che è sesto. Il suo slide job non va e al giro successivo finisce a ruote all’aria dopo un lungo flip da curva2 a curva3. Una volta sceso fa qualche gesto a Jones, reo a suo dire di averlo stretto a muro in accelerazione. GWC: Sarff scatta bene, tuttavia Hinton è scatenato dall’esterno e sul traguardo si prende la prima posizione. Hinton vince su Sarff, Wigal, Danner e Jones.
Al via della D1 mancano il citato Schuerenberg ma anche Thomas Meseraull tornato a casa per la nascita della figlia. Alla green Ryan Timms dall’esterno passa subito al comando, tuttavia tutto viene bloccato per un detrito in pista. Esso viene dalla vettura di Nowotarski che così, a norma di regolamento, viene retrocesso in fondo. Si riparte e stavolta Timms deve aggirare l’australiano Harry Stewart, seguono Drake Edwards, Sussex e Guerrini. Poi però prosegue la brutta relazione di Sweet con il Chili Bowl e Sweet si ferma. Nuova bandiera verde e Stewart perde la posizione anche da Sussex mentre Edwards lo punta dall’interno. Altra caution: dopo un contatto con Guerrini Cline si ferma e si incastra con altre due vetture. Green ai -11 e caution ai -9 per McDougal fermo. Green ai -9 e caution ai -9 per due motivi indipendenti, Snow fermo e Sweet per ruote all’aria! Il replay mostra una spallata di McDougal che, come conseguenza, viene escluso dalla corsa. Alla ripartenza la top5 è invariata, tuttavia un ottimo Sammy Swindell vede Guerrini e la qualificazione. La leggenda ha un’altra occasione perché Bolden si ferma prima dell’ultimo giro e sarà GWC. Tutto sembra fatto nello sprint e invece dall’esterno c’è un vero e proprio show di Snow che aggira tutti dall’esterno e passa. Chi è il beffato? Non è Guerrini perchè in curva1 all’ultimo giro c’è un quasi tamponamento a catena e Sussex finisce in coda al gruppetto. Vince Timms su Edwards, Stewart, Snow e Leary che avanzano nuovamente.
D2: bandiera verde e Pickens vola al comando su Garet Williamson, Bayston, Decker e Drake, ma la top5 sarà completamente rimescolato. Bayston si sveglia e torna al secondo posto mentre Bright entra fra i qualificati e prosegue nel recupero seguito da McDermand. A prendere il testimone da Alex, che ha un’esitazione, è Mitchell che, tuttavia, viene spedito largo dallo stesso McDermand. Caution ai -8 fantasma perché Pickens dopo la spallata subita da Baytson sembrava destinato a fermarsi in curva4. Si riparte e Bayston rimane al comando mentre dietro di loro Decker chiude ogni porta all’interno. Nick insiste su questa traiettoria ma anche peggio è McDermand che lo segue ad una incollatura ad ogni giro fino al prevedibile incidente ai -4 mentre i due venivano aggirati da chiunque, Hinton in primis dopo essere partito 16°. Quest’ultimo tenta addirittura il divebomb su Pickens ma non va. Lo show negli ultimi quattro giri è però per Sarff che con oltre metà macchina sul cordolo interno passa tante vetture ma non Mitchell per la qualificazione. A gara conclusa il colpo di scena: Mitchell all’ultima ripartenza è passato all’interno del cono limite e quindi viene penalizzato di due posizioni. Passano dunque Bayston, Pickens, Hinton, Bright e Sarff.
Pole position
La seconda fase della Alphabet Soup porta ad un altro break dopo il quale c’è la lotta per la pole position della Finale A fra i 10 già automaticamente qualificati. Il format è identico al 2024: sorteggio con cinque teste di serie (i cinque vincitori di serata, l’ordine di estrazione ha determinato anche le griglie di partenza delle varie finali fra i pari piazzamenti) e poi gli altri cinque a seguire. Poi, in ordine inverso di estrazione, sfide 1vs1 sui tre giri in cui passa chi ottiene il miglior tempo e si sfida con la testa di serie successiva. Nel breve shakedown miglior tempo di Seavey (11.789″) davanti a Larson, Axsom, Thorson, Bernal, Miller, Pursley, Brooks, Golobic e Crouch che rischia finendo largo sulla terra riportata.
Questa la sintesi della pole shuffle:
- Crouch [10] 12.171″ vs Pursley [9] 11.998″: passa Pursley, Crouch sarà 10° in griglia;
- Bernal [8] 11.997″ vs Pursley [9] 11.754″: passa Pursley, Bernal sarà 9° in griglia;
- Golobic [7] 12.235″ vs Pursley [9] 11.975″: passa Pursley, Golobic sarà 8° in griglia;
- Miller [6] 12.070″ vs Pursley [9] 11.687″: passa Pursley, Miller sarà 7° in griglia;
- Axsom [5] 12.361″ vs Pursley [9] 11.625″: passa Pursley, Axsom sarà 6° in griglia;
- Thorson [4] 12.185″ vs Pursley [9] 11.693″: passa Pursley, Thorson sarà 5° in griglia;
- Seavey [3] 11.844″ vs Pursley [9] 11.752″: passa Pursley, Seavey sarà 4° in griglia;
- Brooks [2] 12.682″ vs Pursley [9] 12.616:” passa Brooks perché Pursley rimane clamorosamente a secco di benzina al secondo giro e non avendo completato la qualificazione viene eliminato da regolamento, Pursley sarà 3° in griglia;
- Larson [1] 12.005″ vs Brooks [2] 12.489″: Larson conquista la pole position rischiando grosso, Brooks sarà 2° in griglia.
Finali C
Si ritorna alla Alphabet Soup e il format è identico alla precedente. È arrivato anche Ricky Thornton Jr. che aveva deciso di disertare la giornata finale del Chili Bowl per disputare una gara per Late Model in Georgia ma, alla notizia della cancellazione di quest’ultima per pioggia (ricevuta tatticamente in aeroporto), ha deciso di volare da Atlanta a Tulsa per chiudere l’opera.
Nella C1 Crockett subito fermo per sistemare il casco. Poi si parte e Marcham non riesce a chiudere Sam Johnson che arriva dall’esterno; i due precedono Hagar, Cummins e Carrick che, in battaglia, favoriscono la loro fuga. Hagar inizia a scivolare indietro e così ad entrare in top5 è TJ Smith. Caution ai -11 per detriti ed è colpo di scena dato che era un copriruota di Cummins il quale così perde la qualificazione con la retrocessione in coda. Ripartenza Marcham viene superato anche sa Carrick e Smith che non si ferma qui ed ai -9 si porta al secondo posto. Sale anche RTJ che accarezza una possibile qualificazione mentre Timms entra in top10. La lotta è per la prima posizione fra Johnson e Smith e per la quarta fra Marcham ed Hagar. Thornton è con loro, ma finisce largo, rimbalza sulla terra riportata e perde slancio. Vince Johnson su Smith, Carrick, Marcham ed Hagar.
Nella C2 Dillon Welch (altro pilota-commentatore) punta alla seconda posizione di Fuson dietro al leader Bubak, tuttavia una caution per tre vetture incastrate innesca un reset. Alla ripartenza Fuson riesce a portarsi al comando su Bubak, seguono Welch, Beason e Swanson. Beason rischia grosso ma a salvarlo ci pensa Sarff fermo per un’altra caution. Green ai -13 e Beason si ripete, ma alla fine supera Welch. Di slancio Jonathan punta anche Bubak e lo scavalca. Welch perde posizioni ed esce dalla top5 in cui entra Felker, ma nel gruppetto ci sono anche Windom e Thomas. KTJ si scatena negli ultimi quattro giri e supera tutti i rivali. Vince Fuson su Beason, Swanson, Bubak e KTJ.
Finali B
Si entra nella fase clou con la lettera B: si passa a 20 giri di gara, ma i posti a disposizione per i 20 piloti sono ben sette per comporre il main event da 24 vetture. Nella B1 Cannon McIntosh parte male dalla pole e Tyler Courtney passa al comando seguito da Rueschenberg e Day mentre entra in top7 Justin Grant ai danni di Ashton Torgerson che però risponde. Al quinto giro, proprio dopo il sorpasso di Day per la seconda posizione, arriva la prima caution con Johnson che si ferma in pista. Si riparte ai -15 e Torgerson avanza passando Flud mentre Grant rimbalza indietro. Ma arriva un testacoda per Marcham e quindi altra bandiera gialla ai -13.
Green ai -11 e Rueschenberg vola al comando, più dietro Grant si riprende superando Key per la settima posizione, ma un’altra caution (Marcham secondo estratto) rimette tutto in gioco. Sprint di nove giri e Flud risponde ripassando Grant che controsorpassa ai -7. Davanti a loro, tuttavia, Torgerson rimbalza indietro e beneficiano sia Frank che Justin. Ai -6 altra caution con Carrick fermo. Alla ripartenza Mcintosh ha altri problemi ed esce addirittura dalla zona qualificazione a vantaggio di Westfall, Cannon però reagisce e ripassa. Una B1 intensa va a Ruechenberg davanti a Drake, Day, Courtney, Grant, McIntosh e Flud; primi eliminati Torgerson, Westfall e Faccinto.
La B2 deciderà anche il titolo di rookie dell’anno dato che gli ultimi due superstiti sono entrambi qua: Gunnar Setser parte sesto, Jett Yantis 15°. Ma gli occhi di tutti sono su Christopher Bell chiamato per forza a vincere dalla seconda posizione per mantenere viva la speranza di vincere il Golden Driller dato che nella migliore delle ipotesi poi partirebbe 12°. Pronti via ed è subito battaglia fra Bell, che passa al comando, e Kofoid. La gara procede abbastanza tranquillamente con Peck ed Edwards a lottare per la settima posizione.
Tutto si riapre ai -5 quando Yantis finisce in testacoda e prendendo la rampa consegna il ROY a Setser. La classifica alla ripartenza vede Bell davanti a Kofoid, Davis, Crews, Tim Buckwalter, Denney e Tyler Edwards. Green e Beason lungo il muro (quasi letteralmente) supera Edwards, poi il colpo di scena ai -2: Denney tocca Crews che si ribalta e vede sfumare il main event. Si va al GWC che non vede scossoni: Bell vince davanti a Kofoid, Davis, Denney, Beason (dalla C), Buckwalter ed Edwards. Salutano Stenhouse, Peck e Setser (nel complesso in top30 assoluta al debutto).
Finale A
Sta per iniziare una Finale A in cui tutti viaggiano in territori inesplorati: la riduzione da 55 a 40 giri (giudizio spaccato a fine corsa dato che il maggiore controllo sulla regolarità delle gomme ha ridotto la gommatura della pista, motivo principale dell’accorciamento di 15 tornate) è qualcosa che al Chili Bowl non si vedeva da 30 anni. La finale è una sfida fra 24 piloti, ma è come un grande duello fra i piloti di casa dell’Oklahoma e i foresti della California: otto rappresentanti a testa con Bell e Larson come rappresentanti principali. Regna sovrano anche il team di Keith Kunz che porta fino in fondo addirittura sette dei 15 iscritti della scuderia.
Pronostici e conti però servono a poco quando si accendono i motori. Alla bandiera verde Larson rimane al comando su Brooks e Pursley, seguono Seavey e Thorson. Tanner al quarto giro supera Seavey, tuttavia il campione in carica reagisce e torna davanti. Bell non recupera ed è solo ai margini della top10. Kyle sta scappando perché Brooks non ha il ritmo e Pursley gli è incollato. Dopo un nuovo sorpasso di Thorson, una caution al nono giro annulla circa 1.25″ di vantaggio di Larson. Flip di Beason per un suo errore e gara finita.
Si riparte ai -31 con Larson davanti a Brooks, Pursley, Seavey, Thorson, Axsom, Golobic, Bernal, Bell e Miller. Kyle scatta ancora bene, stavolta Tanner va esterno e si mette davvero dietro Logan. La gara cambia al giro 13 quando Pursley piazza lo slide job e si prende la seconda posizione mirando Larson che segue sempre più la traiettoria esterna in appoggio al cordolo in terra sempre più alto. Ai -24 Golobic supera Axsom per la sesta posizione, ma in fretta l’attenzione torna davanti.
Larson ha infatti raggiunto la coda del gruppo ai -22 e Pursley inizia a rosicchiare terreno. A metà gara Kyle ha 1″ su Daison, poi Brooks, Thorson, Seavey, Golobic, Bernal, Axsom, Bell e Miller. Poi il primo colpo di scena: ai -17 Crouch e Denney si toccano e incastrano in curva3 proprio davanti al leader che non può evitare l’anteriore della #1C e passa letteralmente sopra. Sembra un incidente sfortunato per Larson ma incredibilmente prosegue sotto caution come se nulla fosse successo.
Dopo un rapido green-yellow per fluidi si riparte davvero e Larson conferma l’assenza di danni dato che scappa via con Pursley che gli rimane incollato. Dietro di loro e a Brooks, Golobic passa in un sol colpo ai -16 Thorson e Seavey. C’è un po’ di elastico fra i due leader, Daison può stare con Kyle, ma ogni tanto si impenna e deve alzare il piede. Pursley soffre soprattutto in curva2 e dai -12 in poi Larson inizia ad allungare nuovamente, al punto che ai -9 Brooks piazza lo slider in curva4 e torna al secondo posto. Kyle sorride ed ha 1.25″ di vantaggio.
Ai -7 si riaffaccia però il traffico per il leader e Brooks recupera, ai -6 Kyle è già imbottigliato ma gestisce al meglio questa fase, non lo fa l’inseguitore e così Pursley lo ripassa ai -5. Ai -4 il secondo colpo di scena: Larson esce troppo largo in curva4 e tocca il muro, ha la ruota posteriore destra addirittura sopra la barriera ma tiene giù il piede e prosegue. Viene chiamata la caution per detriti perché Kyle ha staccato i cartelloni pubblicitari.
Sembra proprio una Larsonata questa, ma Kyle è in serata di grazia e ancora una volta ne esce indenne. Si riparte ai -3 con Larson su Pursley, Brooks, Golobic e Bernal. Daison prova lo slider ma non va a buon fine, tuttavia non perde centimetri. Quando sta per riprovarci ecco un’altra caution per il testacoda di Miller. Non è stato completato un giro e quindi si riparte ai -3 e Pursley si tuffa nuovamente all’interno, finisce tuttavia largo e Larson incrocia. Daison si vede affiancato anche da Brooks all’interno ai -2 e qui la contesa finisce. Pursley riesce a difendersi, tuttavia Kyle è già scappato verso la bandiera bianca e quella a scacchi.
Kyle Larson conquista così il suo terzo Chili Bowl in carriera (pareggiando proprio Bell) precedendo sul traguardo Pursley (amareggiato per il secondo posto, ma felice nel complesso; bisogna ricordare che quattro anni fa era rimasto quasi paralizzato in un incidente), Golobic, Bernal, un Brooks rimbalzato nei metri finali, Kofoid, Seavey, Miller, Axsom e Bell. A completare l’ordine d’arrivo Day, Davis, Buckwalter, McIntosh, Courtney, Flud, Denney, Grant, Crouch, Rueschenberg, Edwards ed i ritirati Drake, Thorson e Beason.
Larson appena ricevuto il premio dopo il burnout senza volante, va a festeggiare sotto la tribuna che non lo aveva applaudito tanto alla presentazione dei piloti, forse i tifosi speravano nel ritorno vincente di Bell ai danni del pilota che aveva criticati negli anni passati proprio il Chili Bowl per il basso montepremi. Ma l’amore di Larson per l’Expo Center è stato più forte. Così come lui è stato il più forte ancora una volta.
La classifica completa del Chili Bowl 2025

L’appuntamento con la 40esima edizione del Chili Bowl è in programma sempre a Tulsa, sempre all’Expo Center dall’11 al 17 gennaio 2026. L’evento sarà preceduto dal consueto Tulsa Shootout dal 29 dicembre al 3 gennaio.
Immagine: twitter.com/Walkapedia_
Risultati da chilibowl.com
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