Chili Bowl 2024: Logan Seavey si conferma campione a Tulsa!

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 14 Gennaio 2024 - 20:00
Tempo di lettura: 26 minuti
Chili Bowl 2024: Logan Seavey si conferma campione a Tulsa!

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Giornata rapida ed appassionante, poi purtroppo una Finale A piatta con Seavey che controlla senza patemi Buddy Kofoid verso il secondo Golden Driller


Una settimana emozionante con 365 piloti impegnati, qualche novità e tante sorprese. Purtroppo tutti si ricorderanno invece gli ultimi 55 giri di gara, quelli della Finale A, che in maniera quasi incomprensibile hanno visto una pista diventata monotraiettoria, con le vetture tutte attaccate al cordolo interno per non rischiare di perdere il controllo. In queste condizioni Logan Seavey ha avuto la meglio per rimanere il campione in carica portando a casa un altro Golden Driller.

Le cinque giornate di qualifica

Day 1: Tanner Carrick al secondo successo di lunedì

Day 2: Buddy Kofoid fa il bis di martedì, ma Larson ruba la scena

Day 3: a Tulsa è WednesDay grazie a Corey

Day 4: Bayston domina il giovedì, Larson saluta dopo i flip

Day 5: Seavey rimonta e si lancia verso il gran finale

Dalle Finali O alle L

Tulsa si sveglia all’alba di sabato mattina in mezzo ad una ondata di gelo, per fortuna niente bufera e nevicate però sole e temperature registrate anche di -11 °C.

La prima attività della giornata è la consueta sgambata dei piloti delle ultime 2+2 finali in programma più che altro per fare la conta dei “sopravvissuti” e di chi invece ha deciso o dovuto andare a casa in anticipo dei 365 che sono scesi in pista. Alle Finali P dovrebbero accedere in 25, tuttavia si presentano appena in nove e quindi la lettera P viene cancellata, i piloti presenti vengono ammessi direttamente alla O in coda ai già messi in griglia dopo il sorteggio del venerdì sera. Per la cronaca, tecnicamente il 365° e ultimo in classifica generale è Rayce Rudy.

E allora si inizia dalle Finali O, come sempre con due percorsi distinti, quello che finisce per 1 e quello per 2 che si riuniranno solo per il main event. Nella O1, sempre a ranghi un po’ ridotti per le defezioni, fila tutto liscio con Brown che dall’esterno passa subito il poleman Rayburn (poi ultimo), ma ai -4 viene superato da Isaiah Vasquez che va a vincere. Avanzano in sei (e si andrà avanti così fino alla H) e fra di questi c’è Josh Bilicki, terzo al traguardo.

Nella O2 inizia il classico sabato del Chili Bowl fatto da tanta combattività, forse anche un po’ esagerata. Si inizia subito male con Esberg che dalla prima fila esterno rompe subito la vettura e si ritira. Ripartenza e Tristan Lee scappa via verso la vittoria seguito prima da Speak e poi da Austin Torgerson, il fratello di Ashton che invece arriverà molto più tardi nella Alphabet Soup. Vince Lee davanti a Torgerson, Beilman è terzo. Tim Kent è sesto fino a poco dal traguardo, ma all’inizio dell’ultimo giro la sua vettura si rompe e finisce in fumo venendo beffato da Friedrichsen.

Probabilmente N e M sono il momento più complicato della giornata (tranne un breve episodio nella B) a livello di competizione. Nella N1 Klemish dalla pole rimane primo, tuttavia arriva una caution per un contatto fra Bilicki ed Helton, ma anche per il flip di Johnny Brown in curva4, il primo della giornata e il 46° della settimana.

Alla ripartenza il colpo di scena con il primo, Klemish, ed il secondo, Murdie, che in contemporanea finiscono ko, uno a fuoco ed uno in fumo per problemi meccanici. Cowles eredita così la prima posizione alla green dei -8 con Hawkins incollato alla sua coda. Ma non è finita qui: Perry perde la posteriore destra che rimbalza pericolosamente contro le reti e nella via di fuga, per fortuna non ferendo nessuno.

Nuova bandiera verde e Vasquez è sesto ed in posizione per diventare il primo souper della giornata, ma in curva3 esagera per passare Osterhoff e si ribalta. Scatta il time limit dei 10 minuti (con appena quattro dei dieci giri completati) e quindi c’è tempo solo per un green-white-checkered. Vince Cowles davanti ad Hawkins e Morton; Robbins è quinto ed è lui il primo a fare il doppio salto. Bilicki è settimo ed eliminato con appena otto auto su 16 iscritte e 14 presenti che chiudono la corsa. Ma questo non è nulla.

La N2 non è molto più liscia. Green e subito caution con un’altra #17 (prima era stata la #17K di Helton, ora la #17X di Stellhorn) che si ferma in pista. Al restart Glover si infila all’interno di Roseland e passa al comando. Dietro di loro sono tutti vicini, Archer si tocca con Torgerson e nel parapiglia ad avere la peggio è Harvey. Green ai -8 e ancora Glover e Roseland al comando con Beilman che recupera mentre Bitner bacia il muro e, per ora, prosegue, idem anche Stellhorn. Altra caution ai -3 per il testacoda di Harvey.

Bandiera verde al reset dei -4 e subito ancora bandiera gialla con Stellhorn ancora fermo. Nello sprint finale la battaglia più dura è per la seconda posizione con Roseland che perde ma si salva. Vince Glover davanti a Lee, Beilman, Torgerson, Roseland e Friedrichsen e dunque per molti il sabato prosegue.

Le defezioni proseguono nella M1 con Brewer che sarebbe stato in pole, ma non si presenta così come Jenkins ed Evans. Sarà la gara più pazza della serata. Padgett ringrazia la DNS davanti e lui, passa in pole e scatta bene. Tempo e un giro e la sua #4H si rompe generando scompiglio dietro di lui fin quando in curva2 viene tamponato da France. Caution e Padgett scende dalla vettura arrabbiatissimo per l’incidente, anche se onestamente c’era poco da fare in quel momento.

Si riparte e Chance Morton è avanzato dall’esterno senza problemi dalla sesta alla prima posizione mentre anche Cowles è già in zona promozione, ma Klabunde si ferma in pista e quindi arriva un’altra caution. Green ai -3 e in curva1 c’è un tamponamento a catena con Robbins che finisce lunghissimo mentre Wommack chiude un po’ la traiettoria e nel mucchio in molti ci rimettono la zuppa. Si riparte di nuovo ma dopo un giro lanciato si scopre che dei 16 iscritti e 13 partenti sono rimaste in gara appena sei vetture. E quindi, dato che avanzerebbero in sei, la direzione gara decide di chiudere la corsa con un giro di anticipo “tanto sarebbero passati tutti”. Per onore di cronaca ecco i sei in ordine: Chance Morton, Zach Blurton, Cade Cowles, Josh Hawkins, Cody Beard e Jack France.

Nella M2 l’attenzione è tutta sui quattro piloti con già due scodelle di zuppa all’attivo. Ma non si inizia bene, Woolbright rompe prima della verde e si arrabbia tantissimo, poi in curva1 si forma un parcheggio (la #99K di Carson finisce in testacoda quando è terza) con ben cinque vetture ammaccate, soprattutto quella di Beilman alla posteriore sinistra. Ripartenza e stavolta va tutto bene e Rucker resta al comando. Dietro Friedrichsen è già in posizione per un nuovo avanzamento e vede Hernandez che fuma davanti a lui, ma AJ supera un’altra vettura ed è quarto.

Arriva da dietro così Austin Torgerson che ci prova dall’esterno, ma viene stretto contro il muro e trona dietro a Friedrichsen. Austin però non molla e ai -3 incrocia la traiettoria e torna nella top6. Kreisel pure lui rompe alla bandiera bianca quando è terzo, ma incredibilmente regge. Vince Rucker su Frye e Kreisel, Hernandez quarto poi Garner e Torgerson che è il primo ad avanzare per tre volte (e quindi disputare quattro gare).

Non lo si sa, ma il peggio è passato, anche se fuori dall’Expo Center ci sono sempre -9 °C. Nella L1 si viaggia regolari al via con Rotz al comando con Cowles che finisce in testacoda ed Hawkins (anche lui con una #80 anche se #80S) che si arrabbia come il suo compagno di numero Woolbright in precedenza non riuscendo ad evitarlo. Green ai -8 e Morton inizia a volare, unico a sfruttare l’esterno. Ai -2 Rotz finisce largo, Nardelli si infila e va a vincere seguito proprio da Chance Morton.

Nella L2 Dailey parte in pole e rimane primo mentre Green perde velocemente terreno. È il debutto di Dillon Welch che in rimonta entra nella top6 approfittando del largo di Hughes. Dietro di loro Rucker cerca invece varchi tutto all’interno ma non passa. Ai -2 l’unica caution: Austin Torgerson rompe la trasmissione in maniera spettacolare e la sua Alphabet Soup finisce qui. Altra caution alla ripartenza quando Hernandez centra il cono che delimita il limite interno da tenere nella procedura in fila indiana. Al secondo tentativo va tutto bene, Harris passa Dailey e vince in volata di appena 0.002″, Welch è quarto mentre Green strappa il sesto posto; Rucker è eliminato così come Dave Axton, mai in gara.

Dalle Finali K alle H

Malgrado le difficoltà delle ultime quattro finali, il programma è incredibilmente in anticipo di 30′ rispetto al previsto. E si prosegue subito con la K1. Dalla pole Cochran rimane al comando, dietro di lui la #17C Camfield finisce largo e perde posizioni. La fuga di Cochran viene fermata dal testacoda della #17L di Rotz. Green ai -7 e subito dopo la #17B di Baughman si ribalta più volte. Dietro a Cochran che va a vincere rimontano i veterani McClelland e Buckwalter mentre Chance Morton sempre all’esterno supera Berger all’ultima curva toccando pure le barriere e staccandosi da terra avanzando così di un’altra finale. Altra curiosità numerica: #17L, #17C e #17B finiscono agli ultimi tre posti.

Dopo questo inizio di giornata molto movimentato, come da tradizione, il pomeriggio a Tulsa diventa tranquillo e le seguenti finali scorrono via abbastanza lisce. E così il programma acquista ulteriore inaspettato anticipo.

Nella K2 Kyler Johnson non scatta bene e viene infilato da Jace McIntosh. Nelle prime posizioni non c’è molto movimento e passano anche Bickett e Pake. Landon Britt rimonta dal nono al quinto posto, mentre l’ultimo biglietto viene deciso in volata con Colby Stubblefield che beffa per appena 0.073″ un Santino Ferrucci che aveva appena iniziato il suo sabato. Dillon Welch viene eliminato e non ci sono ripescaggi multipli.

Si passa alla J1 dove il poleman Brett Becker si spegne subito e non sarà mai in lotta per la qualificazione. Vince così Kayla Roell che precede Robinson, Tanner Holmes, Mariah Ede (sulla prime delle 15 auto di Keith Kunz in gara); passano anche TJ Smith e Sean McClelland al secondo ripescaggio mentre l’ennesima promozione di Chance Morton tramite disperato slide job all’ultima curva non va in porto e la #7MF chiude settima pareggiando quanto fatto prima da Austin Torgerson.

Nella J2, dopo il ritiro quasi immediato per il poleman Henry Chambers e il flip di Landon Britt, la gara scorre via regolarmente. Derek Shaeffer vince davanti al rimontante Andy Pake, seguono Most, Wirth, Prickett e Stubblefield (doppio balzo).

Anche le finali I sono tranquille. Nella I1 da segnalare c’è la clamorosa rimonta di Tanner Holmes che, venendo dalla J, rimonta dal 13° al primo posto davanti ad Harli White, Whitley, McClelland (anche lui prosegue nella soup), Gage Green e TJ Smith (zuppa pure per lui). Nella I2 nessuno scossone con Schudy che vince davanti a Bower, Estes, Bender, Mosen ed Hampton.

La favola di TJ Smith prosegue nella H1: mentre Droud, Wake, Hardy e Doibie solo si scambiano le prime quattro posizioni e Tanner Holmes recupera dal nono al quinto posto, TJ parte 15° e all’ultima curva supera Robbins per strappare la qualificazione e disputare la sua quinta finale della giornata.

La H2 fila via liscia. Scott, Chapple, Trammell, Elliott e Spraggins mantengono le prime cinque posizioni con qualche inversione mentre Kory Schudy col sesto posto rimanda la sua partenza da Tulsa.

E, dopo le Finali H, ci sarebbe una pausa…

Dalle Finali G alle E

…tuttavia la pista è ancora in buone condizioni, non ci sono stati grossi problemi nelle ultime lettere e quindi si prosegue senza break. Le Finali G sono forse le più difficili dell’intero sabato dato che i posti per la qualificazione si riducono da sei a cinque ma i giri in programma rimangono sempre 10.

Guardando i nomi la G1 è la più difficile da affrontare. Justin Bates è in pole ma scivola indietro, tuttavia si salva all’ultimo dalla clamorosa rimonta di Tanner Holmes che era partito 15°; vince il giovane olandese Wout Hoffmans davanti all’inglese Tom Harris per una clamorosa doppietta europea, seguono Hafertepe ed Adler. Finisce la favola di TJ Smith, decimo.

Anche nella G2 nessuno scossone con JJ Yeley che al debutto nella serata recupera dalla quinta alla prima posizione davanti ad un curioso caso numerico, la #P1 di Paul White e la #1P di Terry Nichols; avanzano anche Tanner Berryhill (l’erede del marchio Chili Bowl) e Shon Deskins.

La pausa viene ancora rimandata e annunciata a dopo la lettera E. E per questo ora il programma è un’ora in anticipo rispetto rispetto al previsto. Alla lettera F le gare passano a 15 giri e i partecipanti diventano 20, tuttavia avanzano sempre i primi cinque.

La F1 vece subito la falsa partenza della poleman Kaylee Bryson e penalizzata di una fila, poi il ko meccanico di Lattomus che era partito terzo ed infine c’è il flip di Mitchell Davis in curva4. Vince Max Adams davanti a Doney, Bryson, Kent e Gorham; Hoffmans recupera dal 16° al settimo posto davanti ad Hafertepe mentre Tom Harris è 11°, tuttavia tutti sono eliminati.

Nella F2 c’è il debutto della leggenda Sammy Swindell che, in una gara tranquilla, dopo essere partito terzo si iene dietro in volata Reinbold per l’ultimo posto disponibile. Vince Wesley Smith davanti a Price, Padgett e Leonard; JJ Yeley è costretto al ritiro ed è eliminato.

Ultimi impegni prima del break. Al via della E1 CJ Starna si ribalta quando dal terzo posto in griglia si era portato al secondo posto. In pista, dopo la bandiera verde, il debutto in pista di Ricky Stenhouse Jr. è molto positivo e dal sesto posto pazientemente e dall’esterno rimonta tutti uno alla volta e va a vincere davanti a Lewis, Deal, Stelzig e Gasper (partito 11°). Eliminati Camfield e Bryson.

La E2 è senza caution, ma soprattutto è senza Kyle Larson che doveva essere qui dopo il sorteggio, tuttavia – come previsto – il pilota dell’Hendrick Motorsports doveva dare la priorità alle Late Model in New Mexico ed il clamoroso tentativo di double duty (possibile solo con una Finale A automatica) si era fermato di fronte a due flip al giovedì. Da questa gara si capisce come il percorso pari sia decisamente più arduo del dispari, infatti passano cinque big come Jonathan Beason, Taylor Reimer, Tyler Edwards, Mitchell Moles e Kinzer Edwards. Out senza speranze di rimonta invece Jesse Love e Sammy Swindell, rispettivamente 14° e 15°.

E a questo punto arriva la prevista pausa per il rifacimento di una pista che, forse per le temperature basse, forse per la gomma più dura introdotta quest’anno, ha retto in maniera incredibile.

Finali D

Gli organizzatori non si siedono sugli allori e mantengono il ritmo, al punto che la cerimonia di apertura viene anticipata di 1h30′ talmente si è presto. È andata bene per come si sono svolte le gare nella fase centrale, inoltre si vuole finire subito perché il giorno dopo, domenica, quando tutti se ne andranno da Tulsa anziché un gelido sole invernale è prevista bufera nella fase centrale della giornata e temperature massime di -14 °C (e minime di -17).

Nella D1 si va a singhiozzo. Pronti, via e caution: Emilio Hoover in testacoda. Ripartenza e caution: Emilio Hoover fermo in pista. Ripartenza e caution: Emilio Hoover innesca un bel mucchio in cui a rimetterci sono la posteriore destra di Hinton e soprattutto la vettura di Gavan Boschele. Nuova green con appena un giro completato, ma arriva un’altra bandiera gialla, stavolta per il testacoda di Snow in curva4.

Altra bandiera verde e Hahn è ancora al comando davanti a Cottle e al giovanissimo 13enne Gile. Ma gli occhi di tutti sono su Stenhouse che dal fondo è già quinto, e quindi in posizione buona, dopo aver passato tutti incluso Hubert. Un’altra caution ai -4 ricompatta tutti, ma la situazione non cambia in vetta. A piangere alla fine è Alex Bright, passato prima da Stenhouse per il quarto posto ai -2 e poi all’ultima curva da Ethan Mitchell. Quest’ultimo avanza, Bright invece torna a casa.

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La D2 è più tranquilla. Gli occhi di tutti sono su Justin Grant e su quanto possa rimontare dalla seconda metà della griglia, ma non ne ha, o meglio la sua vettura non ne ha. Fila tutto liscio fino ai -5 quando la Reimer dopo un contatto con Rosenboom si appoggia su un fianco che è contato come flip n°54 della settimana. Alla ripartenza Pursley supera Sewell per il primo posto seguito da Denny. Avanzano anche Sarale e VanInwegen mentre Beason è il migliore dei rimontanti, ma appena ottavo e quindi non ci sono ulteriori avanzamenti dalla finali precedenti.

Pole position

Durante la giornata viene annunciato il nuovo format con cui si disputerà la Pole Shuffle dedicata a Byran Clauson con in pista i 10 piloti già automaticamente qualificati per la Finale A. Al posto di minigare con quattro piloti e due ad avanzare ora si svolgerà nel seguente modo. I 10 sono stati protagonisti di un sorteggio nella giornata di venerdì per determinare delle teste di serie dalla 1 alla 10. Per primi scendono in pista il 10° ed il 9° e nell’arco di tre giri consecutivi si vede chi è il più veloce, il più lento viene eliminato e prende la posizione in griglia più bassa nella top10 non ancora assegnata, chi vince sfida la testa di serie successiva e si ripete tutto. Questo fin quando rimangono in due a sfidarsi per la pole e la piazza d’onore in prima fila.

Al momento del riscaldamento (Thorson il più veloce, unico sotto i 12″) fuori dall’Expo Center ci sono -6 °C e il vento soffia a oltre 30 km/h, ma dentro fa sempre più caldo. Così le sfide in ordine:

  1. Swanson (10) 12.214″ vs Davis (9) 12.159″. Passa Davis, Swanson sarà 10° in griglia;
  2. Davis (9) 11.988″ vs Golobic (8) 12.143″. Passa Davis, Golobic sarà 9° in griglia;
  3. Davis (9) 12.041″ vs Timms (7) 12.311″. Passa Davis (ed è sempre più chiaro che è in ritmo con gomme calde), Timms sarà 8° in griglia;
  4. Davis (9) 11.944″ vs Thorson (6) 12.108″. Passa Davis (e il beniamino di casa è accompagnato dal pubblico), Thorson sarà 7° in griglia;
  5. Davis (9) 11.904″ vs Bayston (5) 12.182″. Bayston davanti dopo il primo giro, poi in curva3 quasi si ribalta, sbatte forte contro il muro con la anteriore destra e poi flippa. Che si fa? Davis è dietro di tre decimi, ma avrebbe ancora due giri a disposizione. Tolto Spencer dalla pista, Hank torna e nei due giri si migliora e batte l’avversario. Passa Davis, Spencer (se riparerà la vettura in tempo) sarà 6° in griglia;
  6. Davis (9) 12.092″ vs Kofoid (4) 12.029″. Passa Kofoid, Davis si arrende e sarà 5° in griglia;
  7. Kofoid (4) 12.071″ vs Day (3) 12.201″. Passa Kofoid, Day sarà 4° in griglia;
  8. Kofoid (4) 12.033″ vs Carrick (2) 12.216″. Passa Kofoid, Carrick sarà 3° in griglia;
  9. Kofoid (4) 12.264″ vs Seavey (1) 12.337″. Con entrambe le vetture che viaggiano più su due ruote che su quattro, Buddy Kofoid conquista la pole per la Finale A mentre Logan Seavey sarà in prima fila con lui.

Finali C

Dopo la Pole Shuffle si torna in pista con la Alphabet Soup. Il format è identico a quelli precedenti con 15 giri in programma, 20 auto al via e solo la top5 ad avanzare. Alla bandiera verde della C1 Gavin Miller rimane al comando davanti a Bernal mentre Brent Crews scende dal secondo al quinto posto dietro a Gary Taylor e Jake Bubak. Michael Stewart e Frankie Guerrini provano ad approfittare delle difficoltà iniziali di Crews, ma non passano.

10 giri scorrono via lisci poi, proprio dopo il sorpasso di Taylor su Bernal per il secondo posto, ai -5 arriva una caution che blocca il suo inseguimento a Miller: Stenhouse, che aveva recuperato solo da 19° al 17° posto, perde un pezzo in pista e deve ritirarsi. Si riparte per lo sprint finale e Bernal si riprende il secondo posto, ma soprattutto Crews reagisce e non solo si difende dagli attacchi altrui, ma ripassa Bubak e chiude quarto. Guerrini è il primo degli eliminati mentre Hahn, partito 16°, tenta uno disperato slide job all’ultima curva tuttavia passa solo Stewart per il settimo posto.

Nella C2 tutti gli occhi sono sulla seconda fila, infatti cinque giornate di qualifica ed un sorteggio hanno messo in 15enne Cale Coons affiancato alla leggenda Jerry Coons Jr., ovvero suo padre. La dichiarazione perfetta la rilascia proprio Cale dicendo: “Proveremo a non eliminarci a vicenda, ma solo perché altrimenti la mamma mi ucciderebbe se succedesse!”

La lotta in questa C2 è anche intensa per il titolo di rookie dell’anno dato che in questa gara ci sono insieme Coons, Parker Jones e Corbin Rueschenberg impegnati a passare in B2 dove troverebbero il già qualificato Kale Drake per una ulteriore sfida.

Alla partenza Nick Hoffman rimane al comando precedendo Daum, Jones (per poco) figlio e papà Coons. Cale poco più tardi recupera e torna al terzo posto. Caution subito al secondo giro per un testacoda di Cummins e Andreotti, che erano fuori dalla top10, e per poco non travolgono la postazione del flagman. Cummins ha rotto il semiasse e si deve ritirare.

Ripartenza e la famiglia Coons si sfida per il terzo posto a suon di slider con Rueschenberg spettatore interessato. Cale alla fine rimane terzo staccando il papà. La top5 sta allungando, Westfall è sesto ed è in difficoltà, tuttavia una caution ai -4 ricompatta tutti: dopo aver passato Westfall, Parker Jones calcola male lo slider, flippa e travolge l’incolpevole Bellm.

Green ai -4. Rueschenberg si scatena e passa entrambi i Coons. Westfall prova ad approfittarne ed insegue Jerry per il quinto posto, ma ai -2 arriva un’altra caution per il testacoda di Spence in curva1 quando era settimo. Ripartenza sprint con Hoffman davanti a Daum, Rueschenberg, Cale e Jerry Coons, Westfall e Pursley che era partito 20° dopo la qualificazione dalla D2. Lo show è proprio di Pursley che all’ultimo giro supera Jerry Coons dall’esterno con JCJ che si difende troppo all’interno e viene beffato per 0.117″. Passano Hoffman, Daum, Rueschenberg, Cale Coons e Pursley, dunque nella B2 ci saranno ben tre rookie.

Finali B

Per la B il format passa a 20 giri di durata e sette auto su 20 che avanzano al main event. La B1 è di grande esperienza con 16 piloti su 20 che sono stati almeno una volta in A. Alla bandiera verde Andrew Felker rimane al comando davanti a Chase Johnson e Briggs Danner, ma il primo a muoversi è Chase Briscoe che al terzo giro supera Danner venendo seguito da Axsom e Copeland. La battaglia per la qualificazione inizia al sesto giro quando Meseraull, virtualmente primo degli esclusi, ci prova su Gravel. Davanti invece Axsom passa Briscoe ed è terzo. A metà gara Felker precede Johnson, Axsom, Briscoe, Copeland, Danner e Meseraull che ha scavalcato Gravel con un cosiddetto bomb slider.

Ai -8 Axsom si scatena, passa prima Johnson e poi Felker e passa al comando. -5: si affaccia un nuovo protagonista, è Cannon McIntosh che segue Meseraull nel sorpasso su Danner. La battaglia fra i due è molto intensa. Ogni posizione vale una fila in più nella Finale A, ma non si capisce il motivo di una lotta così dura, in fondo sarebbero entrambi qualificati.

La lunga serie di slider ha come epilogo l’ultimo giro: McIntosh tenta di tornare davanti a Meseraull all’ultima curva, ma non chiude il sorpasso, tocca Thomas che si ribalta. Axsom vince davanti a Johnson, Felker, Copeland, Briscoe (che torna al main event dopo sette anni di delusioni), McIntosh e Danner che in volata passa Meseraull a ruote all’aria e si tiene dietro Avedisian.

Meseraull quando scende dalla vettura è furioso, lancia il volante (che colpirà un commissario e per questo viene espulso dall’Expo Center fra i cori dei tifosi a sostenerlo prima del chiarimento in quanto il gesto non era stato volontario) e dichiara: “Non direi che sono deluso. Espulso forse sì. Stavo provando a dare spettacolo e poi… Chi è stato? Crews? Ah no, ovviamente Cannon. Cannon ‘non sa guidare’ McIntosh.”

Cannon risponde così: “Lo stavo seguendo per gran parte della gara. Ho fatto uno slide job e mi ha aggirato, poi siamo finiti nel traffico e sono finito nel traffico. Era la mia ultima chance per essere nel main event. Quale è il suo motto? ‘Slide or die’? Bene, allora stavo facendo solo uno slide job per essere in Finale A.” Poi però gli viene riportata la notizia che entrambi sarebbero stati qualificati in quel momento, e allora McIntosh aggiunge: “Eh… questo direi che non mi mette in buona luce. Decisamente mi fa sembrare stupido.”

Mentre è ancora in scena la discussione a distanza fra Meseraull e McIntosh, parte la B2 con i tre rookie: Drake scatta nono, Rueschenberg 18° e Coons 19°. La prima metà di gara è tranquilla con Steven Snyder che è stabile al comando e l’unico giallo è che il trasponder di Karter Sarff, proprio settimo in quel momento, non funziona ed è seguito da Ace McCarthy. Ai -3 McDermand supera McCarthy, ma della manovra ne approfitta clamorosamente Daison Pursley, che era partito 20°, e passa entrambi.

Il finale è tranquillo, se non per uno scatenato Daison. Snyder vince e avanza con Kameron Key, Michael Pickens (il neozelandese sarà l’unico non americano in Finale A), Michael Faccinto, Pursley, Kale Drake e Karter Sarff, rimesso al posto in classifica dopo una moviola durata 10′ per la questione trasponder che sul momento aveva messo al settimo posto McDermand. Con Rueschenberg e Coons eliminati (rispettivamente 12° e 20°), Kale Drake è ufficialmente il rookie dell’anno dell’edizione 2024.

Finale A

Spiace partire con le brutte notizie, ma sul più bello casca tutto. Una giornata di gare molto rapida e senza problemi, ma allo stesso tempo appassionante e intensa, si trasforma in una Finale A che diventa abbastanza piatta e senza emozioni. Le uniche le regalerà in pratica Daison Pursley. Ma su questo più avanti.

24 piloti, tutti contro Logan Seavey in pratica che parte secondo. Uno degli avversari, ovvero Bayston, è in griglia con la macchina riparata ma non si sanno le condizioni effettive della stessa. Alla partenza Kofoid rimane al comando, tuttavia in curva3 arriva la caution immediata. Emerson Axsom si intraversa, tutti frenano o si spostano e ad avere la peggio con un ribaltone è Michael Pickens; è il 57° e ultimo flip della settimana. Semiasse e convergenza rotti all’anteriore, per il neozelandese c’è il ritiro e quindi in gara rimangono solo i 23 americani.

Nuova partenza e stavolta Logan Seavey brucia Kofoid prendendo il comando nel primo giro. Non lascerà più la prima posizione. Seavey prova la fuga stando interno, tuttavia Buddy Kofoid e Corey Day tentano di rimanere agganciati al punto che il poleman al giro cinque prova a riprendersi quanto tolto con uno slide job in curva1. Ci riesce, ma la fortuna aiuta (ancora) Seavey: Steven Snyder si ferma in pista quando è 12°.

Si riparte con quattro giri completati con Seavey rimesso al comando davanti a Kofoid (cambio trasponder al volo per lui), Day, Hank Davis e Spencer Bayston che sembra poter stare lì nonostante tutto. La sorpresa vera però è quella di Daison Pursley che in appena un miglio effettivo è passato dal 20° all’11° posto. Restart e Davis tocca il cordolo esterno in terra, bacia le barriere con la posteriore destra ma prosegue. Intanto ai -45 Kofoid segue Seavey come un’ombra mentre Pursley entra in top10.

Logan non è al meglio, pure lui si allarga troppo sul cordolo, Buddy ci riprova con lo slide job ma non ce la fa a passarlo. Dietro di loro Day ed un rimontante Carrick che ha superato Davis come detto in difficoltà. Stupisce ancora Pursley, ora ottavo.

Passato il primo quinto di gara pian piano Seavey inizia a mettere margine sugli avversari mentre Davis si riprende la posizione su Carrick. In questa fase tranquilla l’attenzione si sposta alla seconda metà della top10. Al giro 16 Golobic supera Thorson per la sesta posizione e chi lo segue alla tornata successiva? Ovviamente Pursley.

Al giro 20 inizia il traffico dei doppiaggi e Kofoid ne approfitta per tornare sotto. Ma Logan si divincola al meglio e a 2/5 di gara il suo margine per la prima volta supera il secondo. Però è un continuo elastico e ai -30 Buddy è di nuovo sotto. A metà gara Seavey, dunque, precede Kofoid, Day, Davis, Carrick e Pursley che ha passato pure Golobic.

Tutti ormai però seguono la traiettoria interna e l’esterno è troppo rischioso. C’è solo uno che sembra capace di usarlo ed è Daison Pursley. Ai -25 sono saltati sia Carrick che Davis ed è quarto, ma è staccato di circa 1.5″ dal podio.

I giri successivi non vedono azione, solo Logan Seavey che inesorabilmente allunga su Kofoid. Ai -30 il divario era di circa sei decimi, a metà gara di 0.75″, ai -21 1.4″, ai -18 2″, ai -15 2.76″ con Day ad 1″ dal secondo posto. Solo una caution può fermare il campione in carica e la caution arriva: ai -12 Cannon McIntosh finisce in testacoda quando è 18° mentre cerca di non farsi doppiare.

Ripartenza dunque ai -13 con Seavey davanti a Kofoid, Day, Pursley, Davis, Golobic, Thorson, Carrick, Bayston ed Axsom. Green e subito caution: Thorson finisce fa un 360° mentre lotta con Golobic. La posteriore destra forata è la fine del suo Chili Bowl. Di nuovo green ai -13 e Seavey rimane al comando, i primi quattro si separano leggermente senza cambiare posizioni. E non succede più nulla, purtroppo, perché la corsia esterna quasi inspiegabilmente rimane inguidabile e nessuno riesce ad usarla.

Logan Seavey è dunque un due volte campione del Chili Bowl e lo fa facendo cappotto in settimana vincendo anche Race of Champions e giornata di qualificazioni, ma dire che abbia convinto e staccato gli avversari in questo bis è difficile da dire, infatti venerdì per metà giornata era stato in difficoltà, poi ha beneficiato del sorteggio per la pole che lo ha messo automaticamente in prima fila senza sorpassi da fare se non quello su Kofoid alla partenza.

Un Buddy Kofoid che come sempre non lascia trasparire le sue emozioni è secondo davanti a Corey Day che completa il podio. Il rimpianto più grande per tutti però è quello di Daison Pursley, quarto dopo essere partito 20° e tutti immaginano cosa avrebbe potuto fare con una pista migliore. Completano la top10 Davis, Golobic, Carrick, Bayston, Faccinto (da 18° a nono) e Swanson. Il rookie dell’anno Kale Drake rimonta anche lui dal 22° al 14° posto. Ritirato per un problema meccanico invece Chase Briscoe.

L’edizione 2024 del Chili Bowl va dunque così in archivio con tanti punti positivi, ma anche qualcosa da correggere per avere un evento spettacolare dall’inizio alla fine. Rimarrà purtroppo quella macchia finale che inevitabilmente tutti ricorderanno, ma fra qualche anno nella memoria di tutti rimarrà, giustamente, solo il nome di Logan Seavey per la seconda volta nell’albo d’oro.


La classifica completa del Chili Bowl 2024


Immagine: twitter.com/cbnationals

Risultati da chilibowl.com

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