Il pilota dell’Hendrick Motorsports parte 2°, poi si difende da Grant e Bell fino a che quest’ultimo non si ribalta ai -2. Larson porta a casa il suo secondo Chili Bowl
E’ stato un Chili Bowl 2021 molto simile a quello del 2020, ma solo all’apparenza. Sì, quattro dei cinque vincitori di giornata si sono ripetuti e il quinto non era non novizio in victory lane, poi il campione si è riconfermato, però in fondo c’è molto di diverso. Kyle Larson dopo aver conquistato 12 mesi fa la gara che più contava nella sua vita, stanotte chiude un anno one for the ages con lo stesso trionfo. Nel frattempo è successo di tutto, compresi i noti fatti di cronaca. Ora Kyle dice di essere una persona diversa che ha imparato dall’errore commesso, vedremo se questa pace interiore data da 2 (+2) Golden Driller lo rilancerà da Daytona anche in Cup Series.
Le cinque giornate di qualifica
Lunedì: McIntosh vince per il 2° anno di fila
Martedì: Larson re per la settima volta
Mercoledì: Rico Abreu vincitore per il sesto anno
Giovedì: Christopher Bell domina di nuovo
Venerdì: Justin Grant ritorna davanti a tutti
Dalle Finali M alle I
Data la presenza di “soli” 309 piloti al via, gli organizzatori del Chili Bowl decidono di cancellare le Finali N dato che, in base alla griglia derivante dalle qualifiche, dovrebbero esserci solo due batterie da sei piloti in cui tutti sarebbero automaticamente qualificati. Dunque si parte dalla M con 29 piloti su un massimo possibile di 32, divisi in 15 nella M1 e 14 nella M2. Poi i piloti seguono sempre il percorso assegnato, dalla M1 alla L1 e così via fino alla B1 e altrettanto per la sequenza pari.
Nella M1 Robert Bell, che doveva scattare dalla pole, ha ancora problemi come il giorno precedente e non parte lasciando solo nove vetture in pista; a vincere una gara senza ulteriori drammi è Roy Larkin mentre Tyler Slay recupera dal nono al sesto e ultimo posto utile 25′ dopo essersi ribaltato nel warm up; Smithley chiude subito il suo primo Chili Bowl con un ottavo posto. Nella M2 al via si presentano soltanto in sette con sei posti buoni (sono normali le defezioni dei team più piccoli in questa fase) e lo sfortunato escluso è Towslee che si fa squalificare (!) in una heat in cui ci sono più contatti che gara; vince Hicks.
Nella L1, dopo il flip di Morgan, che nella vita di tutti i giorni deve lottare contro una paralisi cerebrale ma è il coordinatore del marketing sportivo di Bass Pro Shops e quindi lavora anche con Gragson e Truex e che era stato vittima incolpevole del volo di Moffitt, Farney vince la batteria in cui Larkin diventa il primo soup runner di questo Chili Bowl, ovvero uno che viene ripescato almeno due volte. Nella L2 Robbins si ribalta quando è quinto e virtualmente qualificato e ciò fa andare la heat oltre il tempo massimo imposto di 10′. Alla chiusura dopo sette dei 10 giri a vincere è Schriever mentre Hicks imita Larkin nel doppio salto in avanti.
La K1 inizia con il flip dell’hawaiano Keliinoi che porta alla prima bandiera rossa, poi si riprende a rilento e Crone vince una gara terminata anche in questo caso tre giri in anticipo; Larkin nei primi giri accarezza il sogno del terzo ripescaggio, poi si ferma all’ottavo posto. Nella K2 arriva il turno di un altro pilota Nascar, ovvero Ryan Ellis. Anche questa heat è tormentata e il tempo scorre, ma alla fine si riesce a portarla in fondo: Lynch la vince, Ellis riesce a qualificarsi malgrado una penalità per ripartenza irregolare passando da terzo a quinto e così migliora il risultato del Chili Bowl 2020; Schriever a sua volta diventa un soup runner.
Le K hanno fatto ritardare il programma di una decina di minuti e le J non aiutano: nella J1 Alfrey e Watt portano il totale dei flip della settimana a 51 e Cowles poi a 52, infine Simon vince – ed i giri disputati sono appena sei su 10 – ma fanno notizia la Crone e Casey che si iscrivono fra i soup runner. Nella J2, cominciata in ulteriore ritardo per risolvere un problema al cronometraggio, non ci sono finalmente incidenti e Lucas Scherb vince; Snider (nessuna parentela) e Lynch fanno anche loro il doppio salto. Dillon Welch dopo gli enormi problemi della qualifica non si presenta al via mentre Ryan Ellis chiude qua con l’ottavo posto.
L’ultima serie prima di un break nella serata finale del Chili Bowl è quella delle Finali I e c’è il primo specialista, ovvero McDougal, il quale al via della I1 balza subito da quarto a primo e poi – dopo i flip di Chisholm e Ito – va a vincere; se la corsa della Crone viene fermata da una foratura, Trevor Casey diventa il primo nella serata ad essere ripescato per tre volte. Nella I2 è la volta di Justin Allgaier, sfortunato al venerdì dopo quattro testacoda. Incidente curioso nelle prime fasi: arriva una caution e le auto rallentano, Silva non se ne accorge e vola sopra Shapel. Allgaier guida flag to flag e comincia la sua rimonta.
Dei 309 piloti al via ce ne sono ancora in corsa per il Golden Driller ben 212.
Dalle Finali H alle E
La pausa prevista tuttavia salta a causa dell’eccessivo ritardo accumulato e dunque si parte subito con la H1; McDougal cerca un’altra qualifica e al primo giro da 11° è già settimo, ma non si ferma qui e arriva fino al secondo posto dietro a Wilkins e davanti a Schuerenberg e Christopher Larson (che purtroppo non ha il talento combinato dei due omonimi). Nella H2 c’è Allgaier ma anche la mina vagante Esberg. Quest’ultimo non crea danni per fortuna, tuttavia Allgaier finisce ancora una volta in testacoda e poi nella rimonta finale si ferma ad un posto dalla qualifica vinta da Hall ed il suo Chili Bowl finisce qua.
Dalla lettera G il compito si fa più difficile perché a venire promossi non sono più i migliori sei su 16 bensì solo cinque. Nella G1 per McDougal non ci sono problemi ed in due giri da 12° in griglia è già sesto mentre Schuerenberg alza bandiera bianca con un problema tecnico. Jason prosegue e conclude addirittura secondo dietro a Goodman facendo il terzo balzo. Ferrucci al G-W-C finisce in testacoda quando è nella posizione buona dopo che il compagno di squadra Reimer finisce contro Estenson che si è ribaltato e viene eliminato. Nella G2 scorre tutto tranquillo invece e Halford vince; anche Ryan Newman arriva e saluta mancando la promozione per un solo posto.
Con le Finali F la distanza di gara passa da 10 a 15 giri ed i ranghi si allargano da 16 a 20 vetture, sempre con la top5 che avanza. McDougal stavolta nella F1 parte 17° e in cinque giri ha completato metà dell’opera. Una caution salvifica poco dopo metà gara lo ferma quando è ottavo. In tre giri poi un altro capolavoro ed è addirittura secondo dietro a Champagne. E’ la quarta promozione, ad una dal record storico di Yeley del 2004 quando passò dalla F alla A.
La F2 vede il debutto in pista di Chase Elliott, chiamato però ad una difficile rimonta dal 15° posto. Due caution in sette giri gli regalano una chance, ma ai -8 è ancora 11° e non guadagna nemmeno fino al flip di Tanner Berryhill ai -5, poi nello sprint finale regala spettacolo chiudendo settimo mentre davanti a lui Moore beffa Mahaffey per l’ultimo posto di un millesimo. Vince Johnson davanti a Holley Hollan.
Finali E e tutti gli occhi nella E1 sono su McDougal che deve ripetere l’impresa precedente ancora dal 17° posto. Jason al secondo giro è già a +3, alla caution dei -11 è 12°, a quella dei -7 è nono, dopo la ripartenza ottavo, ai -5 sesto, al giro successivo McDermand sbaglia e gli regala il posto decisivo, ma McDougal non si ferma qua e al traguardo, dopo una G-W-C per il testacoda di Colwell, è addirittura secondo dietro a Bernal. And the crowd (quella che può esserci) goes wild.
Nella E2 avvio difficile: bandiera verde e Curtis Jones fa un flip, caution immediata dunque si riparte da zero… e Curtin Jones si ribalta, ancora. Il 58° e 59° flip della serata gli valgono un casco come premio. Poi scorre via tutto tranquillo ed i big Golobic, Randall, Coons, Wise e Icke passano il turno. Arriva ora la seconda pausa per la manutenzione della pista che dunque si presenterà nella forma migliore per le fasi decisive con 110 piloti ancora in corsa per il Chili Bowl.
Finali D
Per McDougal nella D1 c’è da ripetere ancora una volta il miracolo sportivo dal 17° posto fino ad almeno il quinto sempre in 15 giri, ma gli avversari sono sempre più forti. Alla partenza i posti guadagnati sono già quattro, al terzo giro è 12°, poi il recupero stalla e ai -10 è ancora nella stessa posizione. Per sua fortuna arriva una caution per Davis fermo in pista; nel frattempo anche Bernal ha recuperato da 16° a settimo. Si riparte e in un giro Jason passa al decimo posto e ad aiutarlo c’è il flip di Boyles per un’altra interruzione e poi ancora una per Purdue che lo imita quando è nella top5.
Nove giri alla fine e McDougal è nono, a soli quattro posti dalla storia, e Bernal è sesto. Ormai Jason è in stato di grazia e pure la sorte lo aiuta, guadagna due posti e arriva l’ennesima caution per un problema meccanico di Hafertepe. -8 e McDougal guadagna ancora ma il tempo stringe, ai -3 è sesto dietro a Thomas, Crockett, Harris, Bernal e Shebester quando arriva ancora una caution (di nuovo Hafertepe). Tre giri da disputare ed un solo posto da recuperare. Si riparte e succede l’impensabile: Bernal sbaglia la ripartenza, finisce dietro a McDougal e all’ultimo giro decide di mandarlo in testacoda per guadagnarsi l’ultimo posto utile. And the crowd goes wild again, ma per i boo contro Bernal.
La decisione dei commissari arriva poco dopo: Bernal viene squalificato (arriveranno subito anche le scuse di persona) ma ciò non basta perché nel testacoda ha perso la posizione anche da Bellm e da molti altri. Jason McDougal lascia il catino di gara tra gli applausi di tutto il pubblico e il garage. Poco importa che che il record di Yeley di cinque promozioni sia solo eguagliato e che JJ avesse passato nella rimonta 69 vetture mentre Jason “solo” 54 (sarebbero state almeno 61 senza l’incidente), questa è storia, questa è la “Alphabet Soup”, questo è il Chili Bowl.
La D2 non può che essere più tranquilla anche se i big non mancano. Lo è, però anche qui c’è il colpo di scena: Golobic rimonta dal 16° posto alla top5, poi viene toccato da Hernandez e mandato a ruote all’aria. Alla ripartenza scorre tutto liscio e Klaasmeyer vince la heat davanti a Leary, Crum, Wise e Gass. Fra i top driver eliminati ci sono Moles, Carrick, il rookie Moffitt e il citato Golobic.
Pole position
La “Alphabet Soup” vede la sua prima vera pausa dopo sette ore di battaglia per permettere l’assegnazione della pole position della Finale A. Nel warm up il più veloce è Meseraull davanti a Larson, Bell, McIntosh, Grant, Courtney, Bright, Cummins, Kofoid e Abreu. In batterie da tre giri i piloti si sfideranno quattro a quattro con due eliminazioni alla volta; nel sorteggio – che ha messo prima i piloti secondi arrivati nelle diverse giornate di qualifica e poi i vincitori – nella prima heat ci sono Bright, Cummins, Meseraull e Kofoid.
Alla bandiera verde Cummins va subito in testacoda lasciando a Meseraull il posto d’onore dietro a Bright. Si riparte e nello sprint finale Kofoid passa lo stesso Meseraull con una prova di forza. Thomas partirà così nono e Cummins decimo. Nella seconda batteria Courtney parte in testa seguito da Abreu, Bright rimbalza un po’ e non guadagna né perde; Alex viene eliminato e partirà settimo, Kofoid ottavo.
Terza batteria ed entrano in scena Larson e Bell: Kyle a sorpresa frega Christopher il quale deve vedersela con Abreu ma Bell resiste; Rico viene eliminato e partirà quinto, Courtney sesto. Quarta e ultima batteria che decide le prime due file: McIntosh parte dalla pole e la battaglia con Grant è furiosa al punto che all’ultimo giro i due si toccano in curva3. Justin ha la meglio e conquista la seconda pole in carriera al Chili Bowl dopo il 2017, Cannon ha la peggio e deve prendersi il quarto posto in griglia dietro a Larson e Bell.
Finali C
Dopo le cerimonie ufficiali può riprendere la competizione con 80 piloti ancora in pista per il titolo. Nella C1 (sempre 20 vetture al via per giocarsi la top5 in 15 giri) senza più McDougal da osservare gli occhi tornano sulle prime posizioni. Al via Marcham rimane al comando davanti a Pursley e Price-Miller, poi subito arriva un vero e proprio big one con Swindell e Felker a ruote all’aria e coinvolti pure Kahne e Bellm. Per Sammy finisce così la 35esima edizione del Chili Bowl, solo la sesta in cui non si è qualificato per il main event.
Si riparte ai -13 e Marcham continua a guidare; non verrà impensierito più di tanto. Dietro di lui Pursley e Price-Miller si scambiano la posizione un paio di volte ma anche loro sono al sicuro. Più arrembanti invece per necessita gli altri: Kyle Jones tocca Sherrell (costretto al ritiro) ed entrambi finiscono nella terra riportata e così nello sprint finale da due giri a beneficiarne sono Sewell e Mitchell che elimina proprio Jones con un sorpasso sul filo di lana. Out fra gli altri Ronnie Gardner e Faccinto.
La C2 è quasi sicuramente la batteria più talentuosa con Yeley, Scelzi, Macedo, Leary, Klaasmeyer, Wise, Carber, Beason, McCarthy… e il fatto di aver elencato già nove piloti per cinque posti fa capire quanto selettivo sia questo ripescaggio. Alla bandiera verde Macedo e Flud si toccano in un 3-wide con Carber mentre sono nella top5, il primo rimane in pista ma non sarà più in lotta, il secondo invece è costretto al ritiro.
In mezzo a tutti questi big però relativamente a sorpresa salta fuori in mezzo al 3-wide Shuman che, da sesto in griglia, va al comando davanti a Yeley, tuttavia JJ alla lunga cede. Mentre Kaylee Bryson rallenta per un problema meccanico e non sarà la terza ragazza nella storia alle Finali B, Shuman non viene più ripreso e vince davanti a Scelzi, Deal, Klaasmeyer e McCarthy che ha buttato fuori involontariamente Taylor; Yeley è il primo degli eliminati con Beason, Wise e Leary. 30 out, 50 ancora alla caccia del Golden Driller.
Finali B
Penultimo cambio di format nella serata finale del Chili Bowl: in ognuna delle Finali B ci sono sempre 20 piloti ma i giri sono 20 e a passare al main event sono in sette. Oltre alla lotta per gli ultimi 14 posti c’è da tenere d’occhio un altro premio, sono infatti ancora tre i rookie in pista alla caccia del ROTY: Pursley, Denney e Love. Pronti via e subito caution: Price-Miller perde l’ammortizzatore anteriore destro e si deve ritirare. Nuova bandiera verde e Hahn rimane al comando davanti a Daum, Sweet, Bayston e Thorson.
Non mancano i colpi di scena: Reutzel si prende una penalità, Daum e Gravel hanno problemi meccanici mentre davanti a macinare sorpassi ci pensa Thorson che a metà gara è già in testa dopo essere partito quarto. Sembra tutto tranquillo, poi ricomincia il caos: Gropp tocca Stratton quando lottano per l’ottavo posto con Pursley che viene bloccato dalla gialla dopo un 3-wide che lo avrebbe portato al settimo posto. Nello sprint finale non ci sono drammi e Thorson vince davanti ad Hahn, Bayston, Seavey, Johnson e Copeland; dopo due anni di fila come primo eliminato, stavolta Chase Briscoe è il secondo della lista dietro a Marcham.
Nella B2 il riassunto è all’apparenza tutto più semplice: i primi sette al via sono anche i sette qualificati per il main event, solo con le posizioni cambiate. Stenhouse guida dalla pole per tutti i 20 giri davanti a Windom, Bacon, Miller, Pittman, Neuman e Bodine. Il colpo di scena avviene poco dietro: Jacob Denney è nono a cinque giri dalla fine ed avrebbe il ROTY in pugno dato che nella B1 Pursley è finito decimo ed è davanti a Love 14°, poi purtroppo un problema meccanico gli toglie il premio dalle mani: Daison Pursley a 16 anni e 3 mesi è dunque il rookie del Chili Bowl 2021.
Finale A
24 piloti, 55 giri e un Golden Driller da assegnare. Sarà la rivincita di Bell per il quarto trionfo, il bis di Larson, il tris di Abreu oppure il primo successo di uno degli specialisti come Grant, Kofoid, Courtney e tanti altri? L’unica cosa che accomuna i piloti è la faccia corrucciata nel guardare la pista dopo che viene risistemata. E’ tutta la settimana che la terra ha cambiato assetto di giorno in giorno e approcciarla è più difficile. L’assenza di Tony Stewart – bloccato da altri impegni – in questo ruolo nell’edizione 2021 del Chili Bowl si è fatta sentire parecchio.
Alla partenza Grant mantiene la prima posizione davanti a Larson, tuttavia praticamente subito Miller si ribalta e così tutti avranno una seconda chance. Nuova bandiera verde e Kyle stavolta riesce ad andare al comando davanti a Justin e riesce a completare il primo giro – cosa non avvenuta in precedenza – prima di un’altra caution, stavolta per il flip di Brady Bacon mentre Neuman parcheggia con la vettura danneggiata.
Stavolta si riparte in fila indiana e con ancora 54 giri da completare;i primi tre, Larson, Grant e Bell, sono incollati con McIntosh e Courtney spettatori interessati. Dopo otto giri piccola sorpresa, con Bell che si stacca dalla coppia di testa e Grant sempre vicinissimo al leader ma che non riesce a trovare il varco per il sorpasso. Pian piano i piloti si portano verso l’esterno, ma trovare la seconda traiettoria è difficile e allora si aspettano errori e/o doppiaggi. Ai giri 14 e 15 Justin ci prova ed è affiancato a Larson, però il suo tentativo viene bloccato dalla caution provocata da Cummins che ha forato quando era settimo.
Green ai -41 ed il leitmotiv è lo stesso di prima: la top5 è la stessa ma Thorson ci prova su Courtney. Dopo una ventina di giri il vento però cambia, Larson stacca Grant il quale si ritrova subito nelle fauci di Bell, poi attorno al giro 25 cominciano i doppiaggi e gli otto decimi di vantaggio di Kyle oscillano, poi si annullano perché Larson non riesce subito a doppiare Cummins e così a metà gara esatta Grant e di nuovo attaccato a Larson. Ma ancora una volta ogni tentativo viene bloccato da una caution, stavolta per il testacoda di Meseraull.
Si riparte ai -26 e Thorson con uno slide job scavalca Courtney ed entra nella top5. I piloti ormai curvano sul cordolo in terra riportata che garantisce velocità, ma aumenta i rischi. Courtney inizia a cedere e così ai -20 viene passato anche da Abreu; l’elastico fra Larson e Grant viene interrotto da Kofoid che si impenna e poi finisce contro le barriere. Altra bandiera verde, stavolta ai -18, Larson e McIntosh scattano male, Thorson ne approfitta e passa in quarta posizione mentre Grant non ce la fa e così Kyle rimane al comando e riallunga fino a 1″ di vantaggio.
Ai -13 Larson si ritrova i doppiaggi e così, nel cercare una traiettoria diversa, ai -10 tocca il cordolo e Grant annulla di nuovo il ritardo, tuttavia anche lui si trova in una posizione scomoda e Bell sornione lo passa ed è secondo. Inizia così una nuova gara. Christopher guadagna un decimo al giro e ai -5 il leader trova una nuova ondata di traffico. Ai -4 Larson finisce ancora una volta sul cordolo in terra ma mantiene il controllo e rimane davanti. Ai -3 sono ancora vicini però Hahn finisce in testacoda in curva4 e tutto si ferma.
Si profila uno sprint di quattro giri per decidere il Chili Bowl 2021: alla bandiera verde Larson va l’interno mentre Bell all’esterno, ma Kyle riesce a mettersi davanti al rivale prima che lo passi a destra, ai -3 Chris non riesce a provarci e nemmeno ai -2 non trova lo spazio per uno slide job in curva1, poi ci riprova in curva3 ma entra troppo forte, tocca il cordolo in terra e la sua vettura inizia una serie di flip che finisce con Bell sì sulle quattro ruote ma la sua avventura è praticamente finita.
Si va così al green-white-checkered con Larson davanti a Grant e Thorson, Justin tenta lo slide job ma finisce largo sul cordolo, dietro si crea un rallentamento a catena e a farne le spese è Courtney che si ribalta: è il 69° e ultimo flip della settimana. Al secondo G-W-C Larson impara subito la lezione che Grant voleva fargli e scatta alla perfezione non lasciando a Justin nemmeno il tempo di pensare ad un attacco.
Kyle Larson vince così il suo secondo Chili Bowl di fila in una Finale A trascorsa tecnicamente in testa dal primo all’ultimo giro (la prima tornata di Grant non è stata conteggiata per la caution), ma i 55 giri al comando sono solo un numero, infatti è stata una vera battaglia di nervi in una pista poco decifrabile e infatti lo stesso Larson dice che è stata una gara più difficile rispetto al 2020 mentre Bell – 14° alla fine – dice che la seconda traiettoria si è aperta molto in ritardo rispetto al solito e quindi è stato costretto ad osare per sorpassare Kyle.
Dietro a Larson concludono dunque Grant, Thorson (partito 11°), McIntosh, Pittman (da 20° a 5°), Windom, Stenhouse, Sweet, Bayston e Seavey. Completano la Finale A Bodine, Bright, Copeland, Bell, Courtney, Abreu, Hahn, Cummins, Kofoid, Johnson, Meseraull, Bacon, Neuman e Miller.
Si chiude così il magnifico 2020 (con appendice di 16 giorni) di Kyle Larson che in 365 giorni ha conquistato 47 gare, da Chili Bowl a Chili Bowl, una stagione che lo ha incoronato come miglior pilota di dirt track dell’anno. Ora però Larson tornerà alla Nascar – si spera senza più problemi – e ad una carriera da ricostruire, però lo potrà fare con quattro Golden Driller sul caminetto, due da pilota e due da team owner. E comunque andrà la seconda carriera sull’asfalto, quella sulla terra si può già definire leggendaria.
La classifica completa del Chili Bowl 2021
Immagine: Devin Mayo per speedsport.com
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