Scrivo queste brevi righe per chiedere scusa ad Antonio Cairoli. Mi sembra giusto farlo da parte mia e anche di altri, nonostante non sia da me essere il portavoce di qualcuno.
Ti chiedo scusa, Tony, per essermi avvicinato troppo “tardi” al mondo delle ruote tassellate. In questi anni ho seguito con un po’ di distacco le tue imprese e quelle dei tuoi colleghi di pista, non accorgendomi che stavo perdendo tempo prezioso. Ho avuto quest’anno la possibilità di seguire direttamente sul posto le gare, come “inviato” di P300 e quello che ho visto è stato sbalorditivo.
La MXGP è lo spettacolo migliore che io abbia mai visto dal vivo, e lo scrivo pur avendo la F1 e la MotoGP nel sangue. Traversi, salti, terra, fango, caldo, freddo, spallate e cadute sono alla base di una categoria che mai come in questo 2017 ha raggiunto un livello altissimo. Aggiungo anche che l’ambiente è qualcosa di eccezionale e permette a tutti di poter seguire da vicino le gare.
Il nono mondiale, conquistato dopo due stagioni “sofferte”, è il classico lieto fine di un anno incredibile, che comunque prevede ancora l’ultima gara del campionato e soprattutto un Nazioni in terra inglese che ci vedrà sicuramente tra i protagonisti. La vittoria del titolo è anche la risposta a chi, e parlo soprattutto dei media a 360°, non ha raccontato a dovere un cammino memorabile come quello che abbiamo vissuto in questi mesi.
Anche per questo, come dicevo sopra, ti chiedo scusa Tony. Il mondo sportivo italiano non può ruotare solamente attorno ad un pallone, ad una macchina rossa o al #46 delle due ruote. Ci sono campioni e momenti dello sport che vanno sottolineati ed esaltati come altri, quando arrivano successi come quello di Cairoli.
La TV, negli ultimi due week-end che potevano essere decisivi per il titolo, non ha minimamente dato una copertura live del mondiale nonostante ci fosse la concreta possibilità di vittoria da parte di Cairoli. Una mancanza grave, non solo per chi segue questo sport ma anche per chi eventualmente vuole avvicinarsi alle ruote tassellate.
Scusaci ancora Tony e goditi questo splendido mondiale con la voglia, chissà, di arrivare al numero “tondo” il prossimo anno.
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