Chi si sarebbe indignato per una vittoria Ferrari a Monza sotto Safety Car?

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
12 Settembre 2022 - 15:14
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La convenienza fa cambiare anche le interpretazioni delle regole. Una Ferrari vittoriosa oggi sarebbe nella storia. E senza polemiche.

Alla fine la domanda è tutta qua. Perché si può urlare allo scandalo, al complotto e alle mazzette sottobanco quanto si vuole, ma il problema di fondo della gara di Monza è che le posizioni tra Leclerc e Verstappen erano invertite al momento dell’uscita della Safety Car.

Monza era carica a pallettoni, con oltre 330.000 persone in tre giorni a seguire la Rossa dipingendo le tribune con magliette, cappellini, bandiere. Dopo due anni di Covid e in ricordo dell’ultimo trionfo, non c’era volontà diversa da quella di vedere Leclerc, con Sainz arretrato, portare a casa una vittoria davanti al pubblico di casa in occasione del centenario dell’Autodromo e della celebrazione dei 75 anni della Scuderia.

Il fatto che Verstappen partisse dietro era visto come una spinta in più per provarci, sebbene tutti in Ferrari sapessero che al momento la Red Bull va di più, ben di più. E ieri si è visto, con Verstappen che ha impresso un ritmo inavvicinabile per gli altri vincendo di netto, Safety Car esclusa ovviamente.

A proposito, la SC di fine gara stabilisce dove si ferma la semplice passione e dove inizia il tifo. A chi non sarebbe piaciuto vedere una Ferrari vittoriosa a Monza? Siamo d’accordo tutti sul fatto che sarebbe stato televisivamente fantastico per l’atmosfera che si era respirata – nonostante qualche problema organizzativo – durante queste giornate. Ma un conto è pensare a come sarebbe potuta andare, un conto è pretendere che dovesse andare così, chiamando in causa il nazionalismo e una sorta di favore che la Rossa avrebbe “meritato” giocando in casa. Un altro conto ancora, poi, è indignarsi chiamando in causa la sportività.

Mezza Italia – forse anche di più – grida allo scandalo di una “vittoria rubata”. Vittoria che Charles si sarebbe dovuto comunque sudare a parità di gomme superando una Red Bull con un passo migliore. Che ci fossero stati uno, due o cinque giri di bandiera verde, è irrilevante.

Eppure fatico ad immaginare che, se le posizioni tra i due fossero state invertite a fine gara, oggi si griderebbe allo “scandalo che ha impedito alla Red Bull di trionfare”, invece di parlare a caratteri cubitali del “grande trionfo Ferrari in Italia davanti al Presidente Mattarella”. Ogni lamentela sulla gestione della Safety Car (il cui utilizzo ha influito zero sul risultato, ma arriverà un’analisi apposta) sarebbe stata tacciata come inopportuna perché “è giusto così”. E chi se ne importa della gru in pista e via dicendo.

Ancor di più, se la gara fosse stata fatta ripartire a posizioni invertite e Leclerc avesse perso alla fine, oggi si griderebbe probabilmente alle mazzette tra Red Bull e FIA per una gestione opposta e ritenuta comunque sbagliata.

Se qualche ferrarista, tifoso o addetto ai lavori che sia, ha il coraggio di dire che si sarebbe indignato allo stesso modo con una vittoria in tasca, può farsi avanti senza problemi. Non gli crederei comunque, sia chiaro.

Immagine: ANSA

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