C’erano una volta Lewis e Nico

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
24 Novembre 2016 - 14:00
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Domenica sera conosceremo il vincitore del mondiale 2016. Per la terza volta in tre anni a giocarselo sono e sono stati, con più o meno intensità, due ragazzi che si conoscono da quando erano bambini e condividevano la gioia, forse ai tempi ancora innocente, di correre su un kart.

Poi la crescita, i salti di categoria, e l’arrivo in F1 in anni separati: 2006 per Rosberg con una Williams da metà schieramento, 2007 per Hamilton con la Mclaren, il top insieme alla Ferrari. Nico raccoglie poco quando la vettura non si rompe, Lewis strabilia tutti e si mostra come il prossimo fenomeno dello sport, rischiando di vincere il titolo al suo primissimo anno.

Non si incrociano fino a Melbourne nel 2008, quando Lewis vince la gara e Nico, anche grazie a tantissimi ritiri, arriva a podio per la prima volta. La scena che segue è di quel retro podio, quando i due amici si trovano per la prima volta insieme su un podio di Formula 1. Lewis lascia andare a terra il collare Hans e abbraccia Nico. Si stringono, saltano, si danno pacche sulle spalle che quasi neanche due fratelli.

Pensi ad oggi e ti chiedi se sono gli stessi due ragazzi. Sì, lo sono, 8 anni fa quando in mezzo tra loro non c’erano titoli e vittorie da conquistare. Nel 2008 si incrociano sul podio ancora a Singapore, con 2° Nico e 3° Lewis. Si salta poi al 2010. Lewis è ancora in Mclaren, Nico dopo quattro stagioni ha accettato l’offerta Mercedes, che ha acquisito la titolata BrawnGP e riportato in pista Schumi. Nico ottiene inaspettatamente più del Kaiser: tre podi. In due occasioni, Cina e Silverstone, è terzo con Lewis 2°. Sono ancora sorrisi e pacche sulle spalle. Nel 2012 Lewis assiste, dal podio, alla prima vittoria del suo amico in Cina. La prima dal ritorno della Mercedes in F1.

Gli incroci diventano convivenza. 2013: Schumi si è ritirato, Lewis entra da nuovo inquilino in casa Mercedes. I due amici si ritrovano ancora spalla a spalla. Nel loro primo anno portano a casa tre vittorie (due per Nico, una per Lewis) con una monoposto che inizia ad ingranare. Ma non immaginano, così come noi, che il loro rapporto è prossimo al massimo stress. L’era ibrida, a partire dal 2014, coincide con l’inizio del dominio, della lotta, delle crepe nel loro rapporto. Montecarlo, Spa, minano la relazione. Ad Abu Dhabi Lewis diventa campione per la seconda volta, là dove per fortuna i doppi punti non creano un danno irreparabile.

Nel 2015 Lewis è più compatto, concentrato, e il titolo prende la sua strada in fretta. Ad Austin i giochi sono già chiusi. Nico incassa ma reagisce subito. Vince le ultime tre, ma dicono tutti che è l’altro a lasciagliele. Inizia il 2016 ma il copione non cambia. Nico ne infila altre quattro. Il mondiale è un’altalena senza esclusione di colpi. Barcellona è il punto più basso, con i due che si autoeliminano subito. Lewis recupera in estate e torna in testa, ma Nico si riprende a sua volta dopo la sosta estiva. Sepang dà uno scossone a Lewis, ma il campione in carica non demorde e torna ancora sotto. Nico ha solo da gestire, ma anche gestire non è facile quando basta poco a rovinare tutto.

Ci si ritrova negli Emirati a decidere le sorti del mondiale, come due anni fa: sono passati tanti anni ed ora, quella che loro stessi chiamavano amicizia, vacilla da tre stagioni sotto il peso di un duello che ha cambiato le loro carriere e le loro vite. Nel 2014 era davanti Lewis, ora è Nico ad avere i vantaggi del pronostico. In conferenza stampa sono uno a fianco all’altro e fanno fatica a guardarsi in faccia. Niente a che vedere con la gioia esagerata di quella lontana Melbourne del 2008.

Comunque vada, vinca uno o l’altro, sarebbe bello vedere un gesto distensivo al termine di questa domenica. È stata una lotta dura, non senza momenti sportivamente drammatici, e anche i tifosi di uno o dell’altro se le sono date mediaticamente di santa ragione. Mi piacerebbe finisse come due anni fa: con un abbraccio nel retropodio o subito dopo, tra due ragazzi che spero un giorno potranno ritrovarsi ancora in vacanza insieme, da qualche parte in giro per il mondo. A ricordare e ricordarsi di quanto si guardavano in cagnesco quando l’egoismo sportivo prevaleva su un’amicizia di lunga data.

Ne riparleremo tra un po’ di anni.

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