#ButtonIsBack

di Andrea Ettori
AndreaEttori
Pubblicato il 24 Maggio 2017 - 20:00
Tempo di lettura: 2 minuti
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#ButtonIsBack
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Due righe buttate giù in maniera molto semplice e spensierata dopo aver rivisto quel #22 sul musetto e quel “BUT” sul cofano della Mclaren. Jenson Button è tornato nel GP più glamour e seguito per sostituire chi, dall’altra parte dell’oceano, cercherà di entrare nella storia nella corsa più veloce del mondo.

Non importa se la Mclaren-Honda non è competitiva come Mercedes o Ferrari, non conta se invece che puntare al podio l’obiettivo sarà quello di entrare nel Q3. Quello che conta è esserci. Con la storia di un pilota che, nel corso della sua carriera, ha vissuto momenti da “ultimo” della classe riuscendo a diventarne poi il “primo”, a scapito anche di piloti considerati più bravi di lui. I conti per Jenson si sono sempre fatti alla fine, nella vittoria così come nella sconfitta, con la serietà di chi sa riconoscere i propri limiti senza mai andarne oltre.

Il passaggio da “paracarro” a campione del mondo è stato lungo e faticoso, quasi come quella corsa che lo portò sul podio dopo aver vinto il GP del 2009. Una corsa però mai così dolce e piena di gioia.

Non importa se questo sarà l’ultimo GP della sua carriera oppure se ci sarà la possibilità di disputarne altri, in stagione o addirittura nel 2018, #ButtonIsBack e già questo basta.

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