Botte da orbi a Sepang, parte 2: ora anche in pista

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 25 Ottobre 2015 - 13:00
Tempo di lettura: 4 minuti
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Botte da orbi a Sepang, parte 2: ora anche in pista
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E’ abbastanza ovvio che, da tifoso dichiarato di Rossi, oggi io sia in una posizione delicata e che quello che dirò (o non dirò) sarà comunque valutato in base alle mie palesi preferenze.

Partiamo dal presupposto: il fallo di reazione, nel calcio, viene punito con il cartellino rosso. L’equivalente di una bandiera nera nel motociclismo. Quella di cui parla Stoner, ad esempio, che quando c’è da sparare sul suo nemico preferito non si fa mai attendere, alla “piatto ricco mi ci ficco”. Oggi sarà una gran giornata per tutti gli avversari di Valentino (giustamente, viste le circostante, purtroppo per il 46).

Conosciamo l’entità della sanzione nei confronti di Rossi (3 punti sulla patente, partenza dal fondo a Valencia) e sappiamo che il mondiale è praticamente chiuso a doppia mandata a favore di Lorenzo.

Mentre la direzione gara ha respinto il ricorso portato avanti da Yamaha, alla fine della fiera Valentino è cascato comunque nel trappolone, e nel modo peggiore. Un po’ come su Twitter si richiama alla memoria la testata di Zidane su Materazzi nella finale del Mondiale 2006, Rossi alla fine ha ceduto alle provocazioni di un Marquez sinceramente e forse, finalmente, stronzo dopo quello che è emerso giovedì in conferenza stampa. A questo punto, personalmente, non ho dubbi sul fatto che Valentino avesse ragione. Ricordate la bloggata dell’altro giorno?

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“Rossi è troppo smaliziato e troppo intelligente per lanciarsi in sparate del genere, che sembrano sinceramente poco fondate e senza senso, senza cognizione di causa. E’ la fermezza e la certezza con cui le pronuncia, però, che mi fa dubitare che ci sia sotto qualcosa, o che lui (o qualcuno) abbia scoperto forse qualcosa dietro le quinte e che lui abbia deciso di esternare il tutto per mettere in guardia gli altri.

E’ solo una sensazione, sia chiaro. Mi spiazza, sinceramente, un’accusa così diretta e chiara, senza apparentemente nulla di valido in mano tranne semplici supposizioni.

Sicuro ne sapremo di più, a breve.”

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Direi che abbiamo saputo a brevissimo, non a breve.

Per quanto mi riguarda, la condotta di oggi di Marquez ha chiarito qualsiasi dubbio. Se prima non avevo certezze riguardo le parole di Rossi in conferenza stampa, ecco che ora ne ho eccome. Incredibilmente, Pedrosa in questo weekend diventa un fenomeno (lo è sempre stato, ma è anche sempre stato più lento del compagno) e Marquez non riesce a reggere il suo passo. Nelle qualifiche, si porta dietro Lorenzo in scia (e quando Iannone è stato in scia a Lorenzo a Phillip Island Jorge se l’è presa non poco). Incredibilmente, Marquez sbaglia una frenata al giro due di gara, proprio mentre ha Lorenzo alle sue spalle. Stranamente, non gli si attacca al codone e non riesce a tenere il passo nè suo nè del suo compagno di squadra. Poi, ad ogni tentativo di Valentino di passare, rintuzza l’attacco con immediatezza e cattiveria contribuendo, nello stesso tempo, a far allontanare Jorge. Dimostrando invece di avere il passo ma non volerne usufruire, facendo chiaramente capire che non gli interessa andare a prendere chi è davanti quanto dare fastidio al 46, al contrario di quanto ha detto in conferenza stampa post gara (ovviamente).

Valentino s’incazza, lo manda al diavolo già al quarto/quinto sorpasso, e poi al culmine del nervoso lo allarga, lo guarda, e poi arriva il contatto. Sulla volontarietà di *far cadere* Marquez ho dei dubbi, e se guardo le immagini ne escludo la volontà: così come il ‘calcio’ in realtà è un’allargata di ginocchio che arriva quando Marquez si è già appoggiato con il suo casco alla gamba di Valentino. E questo è stato riconosciuto dalla direzione gara, che ha sanzionato la visibile allargata di traiettoria di Rossi, giudicata antisportiva.

Ovviamente, i processi alle intenzioni non si possono fare (in F1 invece c’è chi c’è riuscito) e quindi a Marquez non si può dire ‘tecnicamente’ assolutamente nulla per la sua condotta. Resta il fatto che se lo spagnolo doveva essere l’ago della bilancia nella lotta al titolo (che definirei perso al 99% per Valentino), il suo peso è stato molto più alto di quanto si potesse immaginare.

E mi spiace constatare che Lorenzo, che ho sempre reputato il più veloce dei quattro in questa stagione (e per me è più forte globlamente di Marquez), si sia messo a sbraitare in Race Direction contro la decisione Yamaha di fare ricorso, invocando prima e dopo la decisione gli zero punti per il compagno. Cosa ci facesse in direzione gara, visto che non era diretto interessato, non mi è dato sapere, ma questo non depone a suo favore. E Jarvis l’ha richiamato. Anche se psicologicamente, ora, vale tutto in una situazione del genere.

Vorrei anche sottolineare un’altra cosa. Ci è stato raccontato della grande stima e amicizia tra Marquez e il suo idolo di gioventù Rossi. Ma a questo punto, chi diceva che già dall’Argentina non esisteva più niente di tutto questo (e forse non è mai esistito) aveva ragione. E con Assen, probabilmente, il 93 ha chiuso definitivamente i battenti e deciso da che parte schierarsi. Per poi fare il suo a fine stagione come si è visto.

Bene, bravi tutti, bis. Rossi paga le conseguenze di una reazione che viene sempre, giustamente, punita. Nel post gara ha detto che avrebbe potuto stare zitto giovedì, ma che non si può “prenderla nel….  e stare sempre zitti”. Il che alimenta ancora di più il mio sospetto che ci siano dettagli che non conosciamo derivanti dall’Australia.

Ma quanto meno, adesso, le maschere sono volate via. Sappiamo come stanno le cose.

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