55 anni, il tempo che vola senza intaccare i ricordi
Ogni volta ci si ritrova qui, a cavallo tra un anno che finisce e quello che inizia, con due date tanto vicine quanto simboliche. Una, il 29 dicembre, quella della vita cambiata per sempre. L’altra, il 3 gennaio, quella della vita che comunque va avanti.
È quasi uno scherzo del destino quello che per Schumi pone queste due ricorrenze così vicine e con un capodanno in mezzo. Questa volta il decennale dall’incidente di Méribel era una sorta di ostacolo mediatico di proporzioni enormi. I fucili erano carichi a pallettoni e non hanno deluso.
È ormai inutile prendersela con chi approfitta di tutto questo per il proprio tornaconto. Come mi ha scritto Sabine Kehm qualche settimana fa, si può solo fare affidamento sul buon senso e la coscienza delle persone, nel capire (aggiungo io) chi sta da una parte della barricata e chi dall’altra. Ho letto tante cose pessime e tante cose belle. Perché fortunatamente ci sono anche quelle e, forse, sarebbe più giusto dare spazio a queste ultime che ai soliti quattro cialtroni.
Questa volta basta un semplice “Buon compleanno” per i 55 di Michael. Ora che il decimo anniversario di quella maledetta mattina è stato scavalcato, sarebbe bello d’ora in avanti non pensare a ciò che è successo in questi ultimi anni ma a ciò che resta della sua carriera. Ripercorrere un ventennio riscoprendo (o scoprendo) un lungo viaggio fatto di successi, cadute, ritorni e salti sul podio, come quello in copertina. Di materiale ce n’è tanto. Qualche idea c’è, vedremo.
Keep Fighting Michael.
Immagine: ANSA
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