Blog | Se Vasseur stana i talebani del Motorsport. Quando inclusione e rispetto sono solo di facciata

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
8 Maggio 2024 - 11:00
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Quando ci si riempie la bocca di belle parole per finta poi succede questo: Vasseur criticato per essersi congratulato con McLaren e Norris a modo suo

I nodi vengono sempre al pettine, prima o poi. Quello delle belle parole con cui il mondo dello sport, dell’informazione e del tifo si riempiono la bocca è un mondo nel quale la falsità e l’immagine fanno il bello e il cattivo tempo.

Così come la F1 parla di inclusione e diritti per poi andare a correre in Qatar e affini, fa davvero sorridere dover constatare come, soprattutto oggi, le tante iniziative verbali sul rispetto, sull’odio on line e tutto quello che volete cozzino tra loro quando, un gesto sincero e rispettoso come quello di Fred Vasseur, diventa bersaglio da parte dei talebani del tifo; che, col tifo, hanno poco a che spartire.

Succede che, durante i festeggiamenti McLaren per la vittoria a Miami, all’interno dell’Hard Rock Stadium, il TP Ferrari si presenta scaricando un bottiglione di champagne su Lando Norris e compagnia, con tanto di cappellino McLaren girato all’indietro alla Sylvester Stallone.

Gesto rispettabile e rispettoso in un contesto nel quale, ci viene raccontato, le buone maniere e, appunto, il rispetto, dovrebbero essere ormai di casa. Tra l’altro Vasseur non è nuovo a scherzi e apparizioni nel paddock con fucili ad acqua ai tempi della Sauber, quindi rientra tutto all’interno del personaggio.

E invece no. Il web insorge. “Ma come si permette, va a festeggiare i nemici storici!”. “Non è una cosa da Ferrari!”. “Speriamo che qualcuno gli faccia la ramanzina!”. Il web, quello che “ci vuole rispetto finché non dai fastidio a me” e che “la sportività è d’oro finché non tocchi il pilota che ho appeso in cameretta” non apprezza, discute, contesta.

Quanta ipocrisia da tagliare col coltello, ragazzi. I più attempati ricorderanno sicuramente le critiche che si prese Schumi nel 2003, quando festeggiò tutta la notte a Suzuka con una camicia aperta della Toyota addosso. Ancor di più, ricorderanno cosa successe quattro anni prima, sempre a Suzuka, quando a vincere il mondiale fu Hakkinen ai danni di Irvine. Il presenziare in zona McLaren fu contestato come non mai, al grido di “Ecco, è contento perché Irvine e la Ferrari hanno perso il mondiale e festeggia coi nemici” e via dicendo. Un anno dopo erano tutti ai suoi piedi, ma questa è un’altra storia.

Sapete cosa c’è, in realtà? Che le dinamiche difficilmente cambiano. Rispetto, sportività, inclusione, sono cose serie e non basta sbandierarle, mettere quattro emoticon con gli arcobaleni e pulirsi la coscienza così. Perché poi basta un niente per smascherare falsità ed ipocrisia, come appunto nel caso di Vasseur, che non ha fatto altro che ciò che ci si aspetta da un uomo di sport. A modo suo, certamente: ma chi siamo noi per contestarlo?

Il mondo del web, dei social e delle interazioni si basano molto più sulle polemiche e sugli scandali che sugli aspetti positivi. Si nutrono di negatività molto più che di positività e questo è l’ennesimo caso, dopo quelli delle scaramucce tra fan base (qualcuno ha detto Sainz vs Leclerc?) o delle minacce di morte a questo o quel pilota reo di aver causato un incidente (uno a caso, Latifi).

Le parole non bastano: servono prove e fatti per poter accertare che un cambiamento è in atto. E se basta una bottiglia di champagne per far crollare il castello, evidentemente la strada da percorrere è ancora molto lunga.

Si stava meglio 25 anni fa: le critiche c’erano lo stesso, ma non erano avvolte da uno scudo di falsità.

Immagine di copertina: Media Ferrari

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