Gli aggiornamenti Ferrari, una Red Bull in crisi e, alla fine, la pista che rimette sempre tutto in ordine
Chissà se arriverà mai, ormai lo dubito, un giorno in cui si capirà che è sempre la pista in versione ufficiale, in sessioni ufficialissime, a dare indicazioni vere. Non sono il simulatore, non 200 km di filming day con gomme da passeggio, non sensazioni e speranze a regalare decimi ma le classifiche finali di qualifiche e gara.
Si dovrebbe sapere ormai da tempo che neanche il venerdì rappresenta una cartina di tornasole delle prestazioni, almeno per quanto riguarda i weekend normali e non quelli appositamente votati al caos delle Sprint. Basta chiedere agli uomini Mercedes, 24 ore fa raggianti ed oggi in crisi esistenziale. Le qualifiche di Imola, perché per adesso si parla di queste, rappresentano un primo pugno allo stomaco dopo giorni di esaltazione totalmente senza senso per gli aggiornamenti Ferrari, che sembrava dovessero ribaltare le sorti del mondiale come Alessandro Borghese e hanno, invece, ribaltato tutti dalla sedia alla visione delle due McLaren davanti alle due SF-24.
Per dieci giorni l’Italia motoristica è vissuta sulla nuvola degli aggiornamenti della SF-24: dimenticando quelli portati da McLaren giusto due settimane fa, quelli già portati da Red Bull, quelli che ancora arriveranno per tutti. Il risultato, almeno odierno, non si discosta molto dalla storia del mondiale, se non per una McLaren che nel silenzio più totale inizia a mettersi davanti. Si era messa in mostra in Cina, ha vinto a Miami, a Imola sembra essere la prima inseguitrice della Red Bull. Zero proclami, testa bassa e pedalare.
E poi ci sono quelli della Red Bull, che sono “in crisi da febbraio”, che al venerdì di Imola non ci capiscono nulla e poi, stranamente, si ritrovano in Pole al sabato. Certo, questa volta Pérez ha riesumato la sua versione 2023, ma sappiamo bene che non è lui il problema ma l’innominabile Verstappen. Quello che in due sessioni di libere va fuori pista più che negli ultimi anni e che poi, quando conta, il giro lo mette insieme.
Tante parole per nulla, insomma, come spesso succede. In Formula 1 non si inventa nulla dall’oggi al domani ma ci vuole tempo e calma. La Ferrari ha iniziato il 2024 meglio di come ha finito il 2023, la Red Bull non avrà vita facile come l’ha avuta nella scorsa stagione per via di una macchina rivoluzionata, la McLaren è una mina vagante in ascesa. Ad oggi, se ci sono degli aggiornamenti che hanno funzionato, sono quelli di Woking. Ferrari avrà bisogno di tempo: senza illusioni e aspettative di chissà che tipo che, spesso, si rivelano controproducenti.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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