Blog | Perché la denuncia di Susie Wolff non ha alcun senso di esistere (ed è un precedente pericoloso)

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
21 Marzo 2024 - 10:22
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La moglie di Toto chiama in causa la FIA per danni che la FIA non ha procurato, non facendo alcun nome. Cosa c’è dietro tutto questo?

A quanto pare nel 2024 non si può parlare di cosa succede in pista. Prima Hamilton che va in Ferrari nel 2025, poi Horner e le crociate all’interno di Red Bull (ogni giorno una notizia diversa, di cui il 90% fake), per poi passare a Ben Sulayem accusato di aver interferito col mondiale 2023 e a Susie Wolff che, dopo tre mesi, decide di denunciare la FIA per fatti di dicembre che sembravano chiusi a quattro mandate.

Prendo ad esempio proprio questo ultimo caso per lanciare un grido di profonda stanchezza per un mondo che sta offrendo ormai il meglio del peggio dal punto di vista mediatico. Semplicemente non se ne può più.

Qui si tratta di un altro mattone di offese all’intelligenza di chi segue questo sport da decenni. Capisco che la gente come me ormai sia ritenuta “scaduta” da tempo e non sfruttabile commercialmente da parte di chi comanda questo circo, però davvero stiamo superando limiti impensabili fino solo a pochi mesi fa.

Ora, sulla questione Susie Wolff io farò semplicemente un paio di appunti che mi stanno a cuore.

Queste sono le due comunicazioni rilasciate dalla FIA, per mano dei suoi delegati, nella chat Whatsapp in cui sono inclusi i giornalisti a livello globale. Come vedete, sono datate 5 e 7 dicembre 2023 e sono le uniche due informazioni inviate ufficialmente.

La prima, quella del 5 dicembre, è stata pubblicata quando ormai i nomi dei coniugi Wolff erano già stati fatti, ma da alcuni media inglesi per primi. La Federazione, di suo, non ha fatto alcun nome, ma ha solo precisato che stava procedendo con delle verifiche prendendo atto della questione. La seconda comunicazione, del 7 dicembre, conferma che non c’è niente su cui investigare e chiude il caso senza troppi fronzoli.

Ora, su cosa si basa la denuncia di Susie Wolff? Su offese e danni che non ci sono nei confronti di persone non citate formalmente e per scuse non obbligatorie? Esistono casi di diffamazione che vengono sconsigliati pur con nomi e cognomi in chiaro (perché l’offesa potrebbe essere nei confronti di un omonimo), figuriamoci quando nomi e cognomi non sono nemmeno citati. E poi, sulle scuse mancate, vorrei ricordare che sono 10 anni che si attendono proprio le scuse per aver indicato Jules Bianchi come colpevole del suo incidente, eppure siamo qui che aspettiamo.

Onestamente questa denuncia mi sembra totalmente senza senso: punto primo perché diretta al soggetto sbagliato. Non è stata la FIA a fare nomi, cognomi ed illazioni ma i media inglesi. Punto secondo perché la FIA dovrebbe avere il diritto di operare come meglio crede e di comunicare allo stesso modo, in modi ovviamente consoni e professionali. Voi leggete tecnicamente qualcosa di non professionale e offensivo nei due comunicati citati? Io, onestamente, no.

Perché si tratta di un precedente pericoloso? Perché se iniziano a partire denunce per questioni che non esistono a questo punto vale tutto: un pilota potrebbe chiedere i danni morali per una penalità che gli ha tolto una vittoria e via dicendo. Vogliamo davvero arrivare a questo punto?

Capisco che in pista il mondiale abbia già preso una direzione poco gradita, ma trasformare la F1 in un tribunale personale mi pare decisamente troppo.

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