Blog | Perché è proprio Red Bull la prima nemica di se stessa

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
3 Marzo 2024 - 18:30
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Le tensioni attorno al team austriaco rischiano di innescare una spirale distruttiva

Se sportivamente parlando Red Bull esce rafforzata dalla prestazione della prima gara in Bahrain, è tutto il resto che vive alla giornata all’interno della squadra di Milton Keynes.

La questione Horner continua a tenere banco e, ad ogni ora, sembra tingersi di nuovi dettagli che si aggiungono a quello che sembra molto più che un puro scandalo a luci rosse, sia questo accertato o meno.

Nonostante l’investigazione affidata ad enti esterni abbia sollevato Horner da ripercussioni immediate sul suo ruolo, la sua posizione resta ormai scottante. Mentre il blocco Red Bull Racing, quello che si occupa nello specifico delle prestazioni della monoposto, appare compatto alle spalle del suo Boss, tutto il resto viene dipinto come una polveriera con nomi e cognomi dei mandanti, tra cui quello di Jos Verstappen.

L’immagine globale che viene ormai disegnata è quella di una profonda lotta di potere tra le forze che comandano all’interno della casa madre, ovvero i soci nelle entità della famiglia Mateschitz, che detiene il 49%, e quella thailandese Yoovidhya, al 51% e con una preferenza nei confronti di Horner.

La data che potrebbe aver dato il là a questo scontro interno è il 22 ottobre 2022, giorno della scomparsa del patron Dietrich Mateschitz. È infatti da mesi che si parla di dualismi, prese di posizione e volontà di potere, tutte cose appianate da un 2023 da assoluti dominatori della F1.

In queste condizioni è anche difficile, onestamente, filtrare le informazioni. In questo ultimo anno e mezzo si è sentito parlare di tutto: Horner contro Marko, Horner con troppa voglia di potere, Horner appoggiato dalla famiglia Yoovidhya e non (più) da quella Mateschitz, di cui Jos Verstappen sarebbe ingombrante esponente mediatico proprio contro l’attuale Team Principal. Infine, anche un Verstappen figlio poco comunicativo con il suo TP, nonostante le immagini raccontino una storia diversa.

Qualsiasi siano le dinamiche è incredibile pensare come, in assenza di rivali in pista, il rischio diventi che Red Bull si trovi ad essere la prima nemica di se stessa. Una qualsiasi destabilizzazione, partita dall’interno o dall’esterno che sia, può causare ripercussioni soprattutto in uno sport dove basta allentare la presa un attimo per essere risucchiati, anche se si ha un grande vantaggio.

La figura di Horner, indipendentemente da tutto, sembra ormai scomoda, non più gradita: da parte della stessa Red Bull, dagli avversari, dalla FIA, dalla F1. Con molti di questi protagonisti che, da una sua uscita, potrebbero beneficiare. Venuto a mancare il fulcro attorno al quale hanno ruotato le vittorie del team di Milton Keynes, potrebbero esserci ripercussioni pesanti sulla competitività del team. In parole povere: “Morte tua, vita mia”.

Il tentativo di farsi scivolare tutto addosso da parte di Horner – rispondendo nei limiti del possibile alle interviste, mostrandosi in pubblico con la moglie, ricominciando a pubblicare sui social lasciando aperti i commenti – è un segnale di forza non indifferente. Ma per quanto potrà resistere il Team Principal ad attacchi che piovono da tutte le parti? Difficile da dire.

Di certo, Red Bull risentirà a lungo andare di questa situazione. Se questa si tramuterà in decimi persi in pista, lo scopriremo col tempo.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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