Il britannico fa benissimo in qualifica, con un piglio da esperto ad appena 18 anni. Bravissimo
In una F1 condita di polemiche (le solite) e domini (i soliti) la bella novità del weekend arabo si chiama Ollie di nome e Bearman di cognome. In attesa che qualcuno riesca a pronunciare il suo cognome in modo corretto (“Bear” e non “Beer”, “Bir” o “Bar”) lui a 18 anni stupisce il paddock e chi ne sta fuori trovandosi piombato sulla Ferrari di Sainz mentre si concentrava per il suo weekend di F2, dove tra l’altro aveva conquistato la Pole.
Parentesi doverosa: auguroni di pronta guarigione a Carlos. L’operazione è andata bene e presto il #55 tornerà proprietario della sua SF-24. Quanto a Ollie, ragazzi, che esordio da ganzo. Senza FP1, senza FP2, gettato nella gabbia dei leoni per FP3 e qualifica, non solo ha sbagliato pochissimo ma è stato anche veloce. Rimediare solo mezzo secondo in oltre sei chilometri di pista, da un genio del giro secco come Leclerc, alla prima qualifica, su un tracciato dove il minimo errore significa muro e con la probabile pressione che aveva sulle spalle non è assolutamente niente male.
Ancora più clamore avrebbe fatto se, con 37 millesimi in meno, avesse buttato fuori dalla Q2 il futuro proprietario di quel sedile, che risponde al nome di Lewis Hamilton. Ma forse sarebbe stato troppo anche per lui.
In gara farà probabilmente fatica. Se andasse a punti sarebbe già un grande risultato e non è detto che non ci riesca, magari anche con un po’ di fortuna. Ma il ragazzo mi ha impressionato davvero. Queste sono le occasioni che capitano una volta nella vita e, per ora, è andato tutto benissimo. Gli auguro di fare bene anche in gara: sarebbe fantastico per lui e per la F1.
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