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Blog | Norris, sveglia! Correre in F1 non è questione di amicizia o di elemosina, né affare da principini

di Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 1 Luglio 2024 - 17:15
Tempo di lettura: 3 minuti
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L’inglese deve uscire dalla bolla di un mondo di confetti se vuole essere un racer vero

Lando Norris esce da Spielberg, a parer mio, molto ridimensionato.

Non so da quanto tempo non sentivo un pilota, in un’intervista, elemosinare una vittoria con la scusa che chi era davanti a lui ha 70 punti di vantaggio in classifica. Come se Verstappen, in quanto suo amico, dovesse lasciargli agile la strada per la vittoria senza difendersi, perché tanto è comodamente in testa al mondiale. Una dichiarazione da sconfitto in partenza, di una gravità assoluta per uno che ha come obiettivo il titolo mondiale in carriera.

Sono ormai sei stagioni che l’inglese bazzica in F1 e dovrebbe, o almeno doveva, aver capito che non c’è spazio per le amicizie se si lotta per la vittoria, neanche e soprattutto con Verstappen. Avrebbe potuto chiedere al suo amico mentore Lewis Hamilton per gli anni con Rosberg; potrebbe chiedere a Russell che in tre anni, con Lewis a fianco, non è che abbia vissuto tutti i weekend rose e fiori, anzi.

La sua gestione del weekend austriaco è stata fallosa, nella Sprint e in gara. Sabato si è fatto uccellare letteralmente, con tanto di DRS a disposizione (e muovendosi repentinamente in frenata, cosa sfuggita ai più perché i ruoli erano invertiti) perdendo la posizione, tra l’altro, anche da Piastri.

In gara, quando si è avvicinato a Verstappen, è stato confusionario, sconclusionato e alla fine ci ha anche rimesso. Ha provato due attacchi all’interno mal calcolati e finiti lunghi, per poi provarne uno all’esterno a sorpresa, non cedendo dieci centimetri che gli sarebbero valsi almeno almeno la seconda posizione. A rimetterci, alla fine, è stato solo e soltanto lui, perché la penalità a Verstappen non ha cambiato la posizione finale a Max. Anzi, nonostante il contatto, gliene ha guadagnati 10 invece che 7 se fossero arrivati primo e secondo.

Il problema è che Norris, se vuole vincere ed essere un racer vero e non solo al simulatore, deve uscire da quel mondo fatato del rispetto a tutti i costi, degli amici e dei videogiochi. Questo, Verstappen, l’ha capito molto prima di lui: per estrazione, insegnamenti (duri) e imposizioni. E gliene ha dato una prova tangibile in Austria, in pista e a parole. Mentre uno elemosinava una vittoria perché distante in classifica, l’altro rispondeva “Non sono qui per arrivare secondo”. Immaginate Senna elemosinare nel ’92 una vittoria a Mansell perché tanto stava vincendo il mondiale col braccio fuori.

Non è un caso che l’unico pilota fino ad ora capace di lottare corpo a corpo con Verstappen sia l’altro che ragiona allo stesso modo di Max, ovvero Charles Leclerc. Due anni fa, in Austria, tre opportunità di passare e tre sorpassi senza nessun tipo di problemi. E ci sono tanti altri casi in questi anni. Il monegasco è l’unico che non ha timore o soggezione nel lottare con Max: l’ha sempre dimostrato e, guarda caso, ha avuto sempre l’astuzia per evitare contatti (vedasi Max con Sainz l’anno scorso) anche quando i due sono arrivati vicinissimi.

Invece di lamentarsi facendo leva sull’amicizia (che in pista non esiste), Lando imparasse come si fa. Prima succederà, prima ci divertiremo.

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