Brembo

Blog | MotoGP, GP Malesia 2024: il sabato di Sepang, tre ore e mezza che riassumono tutto Francesco Bagnaia

di Alyoska Costantino
AlyxF1 alyoska.and.myself
Pubblicato il 2 Novembre 2024 - 19:16
Tempo di lettura: 6 minuti
Blog | MotoGP, GP Malesia 2024: il sabato di Sepang, tre ore e mezza che riassumono tutto Francesco Bagnaia

Prima la pole position stellare, poi l’erroraccio nella Sprint. Dopo quattro anni al top in MotoGP, Bagnaia difficilmente cambierà.


Sabato 2 novembre 2024, ore 04:28 del fuso orario italiano – Francesco Bagnaia taglia il traguardo al termine del suo giro di qualifica finale, in una Q2 decisiva per stilare la griglia del Gran Premio della Malesia 2024 classe MotoGP. Il tempo sul cronometro è sensazionale: 1:56.337, oltre un secondo più veloce rispetto al suo record del 2023 e 0″2 meglio rispetto all’avversario diretto Jorge Martín. Nel box Ducati Lenovo si festeggia, in quello Pramac Racing i volti sono quasi sconvolti davanti ad uno smacco simile, specie dopo il giro già superlativo del #89.

Sabato 2 novembre 2024, ore 08:05 – L’on-board camera di Marc Márquez sta inquadrando il posteriore della Ducati Desmosedici GP24 #1 di Bagnaia, al momento secondo nella gara Sprint alle spalle di Martín (partito meglio allo start). Si sta affrontando la parte più lenta del tracciato di Sepang e il terzetto è in fila indiana, ma in approccio a curva 9, in un attimo, la sagoma della moto al centro scompare: Bagnaia è scivolato in percorrenza del tornantino in salita. Pecco non riesce a far ripartire la moto, è uno zero in campionato (l’ennesimo) pesantissimo per la lotta iridata contro Martín, che andrà poi a vincere la manche breve.

In poco più di tre ore e mezza, la giornata del sabato di Sepang ci ha riassunto alla perfezione ciò che Francesco Bagnaia è in MotoGP, che è stato e che probabilmente sempre sarà nelle vesti di protagonista. Un pilota in grado di compiere prestazioni davvero su un altro pianeta in altre situazioni, coadiuvate però da errori al limite del banale e che mettono in ombra la sua immagine.

Questa visione del pilota italiano, nonostante i due titoli vinti e i grandi risultati comunque ottenuti da quando è un protagonista in MotoGP, sembra continuamente oscillare senza mai fermarsi per la massa, tra l’essere un campionissimo meritevole di ciò che ha ottenuto e il venir definito un pilota sprecone, autore di troppi sbagli.

La verità, probabilmente, sta nel mezzo come in tante altre situazioni, dello sport e della vita. Anzi, sarebbe più corretto dire che entrambe le affermazioni sono veritiere. Dalla conquista del primo titolo in top class nel 2022, anch’esso ottenuto in modo alquanto rocambolesco vedendo l’andamento della stagione, il torinese ha continuato a mostrare entrambe le versioni di sé. Una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde a due ruote.

La stagione 2024, in tal senso, ci ha probabilmente mostrato la dicotomia più accentuata di Bagnaia in quanto pilota. Con nuovamente il #1 riservato al campione del mondo sul proprio cupolino, Pecco quest’anno è stato in grado di conquistare vittorie di forza davvero notevoli, con ben nove successi nei GP (almeno il triplo di qualunque altro pilota quest’anno). Basti pensare ad appena sei giorni fa, in cui il ragazzo di Chivasso si è aggiudicato la propria prima vittoria sul bagnato in delle condizioni difficilissime, non solo di pista ma anche per la situazione di campionato in cui si trovava e per la pressione che aveva addosso.

Tornando più indietro nel tempo durante la stagione, è difficile dimenticare la prestazione di cui è stato autore al Mugello e le sue prime due curve del Gran Premio, in cui da quinto in griglia si è ritrovato primo all’ingresso della Luco. E, dulcis in fundo, la vittoria di Jerez, nel grande classico contro Marc Márquez.

Però, per quanto straordinarie siano queste performance, un weekend di gara può dare solo 37 punti totali e compiere ben otto zeri tra Sprint e GP pesa, nell’arco di un’annata. Specie se il rivale diretto paga quattro ritiri in meno e specie se utilizza lo stesso materiale tecnico, con una Ducati GP24 incredibilmente performante su ogni pista e in ogni condizione, atmosferica, meteorologica e d’asfalto.

Su tal punto, ci tengo anche a chiarire una cosa: degli otto ritiri patiti, checché se ne dica, non tutti sono imputabili direttamente a Bagnaia. La caduta della Sprint di Jerez è stata causata dall’ingresso folle di Brad Binder su lui e Marco Bezzecchi in cui a farne le spese è stato Pecco, il ritiro del sabato di Le Mans è frutto dei problemi alla partenza dati da noie tecniche e anche lo zero di Aragón, uno dei più pesanti della stagione, è stato l’esito di un contatto altamente evitabile anche (e soprattutto, per quanto mi riguarda osservando l’incidente) da parte di Álex Márquez. Segno di come anche la fortuna giochi un proprio peso in un mondiale così tirato.

Detto ciò, “Nuvola Rossa” non potrà certamente appellarsi alla Dea Bendata se e quando la matematica lo abbandonerà, cosa a questo punto imminente visti i 29 punti di ritardo (ovunque sarà l’ultima tappa della stagione dopo la cancellazione del GP della Comunità Valenciana). Pecco stesso ha sul groppone errori gravissimi, primo fra tutti la caduta nel GP dell’Emilia-Romagna di Misano; gara che Bagnaia, per sua stessa ammissione, voleva vincere a tutti i costi ma che alla fine potrebbe dare a fine anno nient’altro che rimpianti.

Eppure, nonostante la dura lezione che il torinese si appresta probabilmente ad imparare alla fine di quest’anno e la sconfitta quasi certa contro Martín, reputo difficile un totale cambio di attitudine da parte di Bagnaia d’ora in poi, proprio perché questo è già il suo quarto anno in quanto protagonista della lotta iridata. Già nel 2021 il pilota di Chivasso ha patito lo scotto di una caduta nel momento decisivo del campionato, con l’errore di Misano 2 (sempre lì, posto di gioie e dolori per Bagnaia) che ha permesso a Fabio Quartararo di centrare il titolo.

Tutto questo gioca a favore, sulla carta, del pilota che l’anno prossimo lo affiancherà nel box. Marc Márquez giungerà nel team rosso e si confronterà con un Bagnaia forse spompato dalla sconfitta contro Jorge, ed un cannibale come il “Cabroncito” certamente non si farà sfuggire un’occasione simile. Un po’ come negli incontri di box, quando i pugili colpiscono gli avversari sul lato debole e sanguinante.

D’altro canto, potrebbe avvenire anche il contrario: il duello perso contro il #89 potrebbe rimettere Bagnaia coi piedi per terra, in modo che sia perfettamente concentrato per la sfida contro Márquez del 2025, quella che viene definita unanime come la montagna più impervia che Pecco abbia mai scalato da quando è al top del top.

Solo il tempo ci dirà quale dei due scenari si concretizzerà. Nel frattempo, Bagnaia non potrà fare altro che provarci fino all’ultimo per il titolo 2024, finché non verrà detta l’ultima parola. E’ così che funzionano le corse ed è così che un campione fa.

Fonte immagine: mediahouse.ducati.com


Condividi

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)