Blog | Michael e Méribel, 10 anni dopo. Chi si è mai chiesto come stanno Corinna e Gina Maria?

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Dicembre 2023 - 00:11
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29 dicembre 2023, dieci anni dopo l’incidente sulle nevi. Tutti chiedono di Michael, ma il dramma è anche di chi gli sta vicino da sempre

E così la data nefasta è giunta. 29 dicembre 2023, dieci anni dopo il dramma di Méribel. Dieci giri di calendario così veloci, tanto lo era Schumi, da non averci fatto quasi caso per chi, come tanti di noi, vive la questione al di fuori delle mura domestiche della famiglia Schumacher.

Per dieci anni, oltre una generazione, in tanti si sono chiesti come stesse Michael. Alcuni hanno provato a dare delle risposte, altri hanno provato a cercarle in modi legali e anche illegali, pur di soddisfare una sete di scoop da quattro soldi. Altri ancora, come un appuntamento fisso sul calendario, su quel cognome guadagnano indegnamente pubblicando spazzatura tanto favorita dagli algoritmi tecnologici quanto schifata dagli algoritmi della mente e del cuore. Questi ultimi giorni non hanno fatto eccezione, con indiscrezioni e clickbait aggressivi che qualificano chi li usa per quello che è: uno sciacallo.

Comunque la si veda, l’attenzione è sempre stata prevalentemente su di lui, sul suo essere invisibile al mondo, tanto quanto lo era al tempo del Paddock quando, dal Paddock, passava i tornelli per tornare nel suo tanto difeso privato.

Michael, Michael e quasi sempre Michael. Quando il piccolo Mick è diventato un ometto e ha iniziato a muovere i primi passi nel Motorsport, ci si è chiesti come potesse vivere una realtà senza la presenza fissa e attiva di papà; senza i consigli, i suggerimenti, magari le sgridate o chissà quant’altro possa esserci in un rapporto tra padre e figlio, specialmente in fase adolescenziale e, specialmente, quando sei discendente diretto di una leggenda dello sport.

Ma, in questi dieci anni, c’è una domanda che si è sentita poco, quasi sempre evitata dallo spirito di immedesimazione che si dovrebbe avere in situazioni del genere. Come stanno Corinna e Gina Maria? Perché se è vero che l’attenzione si è sempre focalizzata su Michael e, in alcuni momenti particolari, sul giovane Mick, c’è una sfera femminile nella famiglia Schumacher, quella rappresentata da moglie e figlia, che merita altrettanto rispetto, empatia, supporto emotivo. E, in un giorno d’anniversario tremendamente triste per l’uomo che manca tanto, per una volta è doveroso spostare l’attenzione su chi, di quell’uomo, si prende cura quotidianamente.

Compagna, moglie, madre dei suoi figli e primo muro difensore del sacrosanto diritto alla privacy: Corinna Schumacher è un’eroina del nostro tempo, simbolo di un amore e un affetto ormai trentennali che ha attraversato tutte le sfere di un rapporto, trovandosi di fronte alla situazione peggiore in assoluto. Perché, cinicamente, la scomparsa improvvisa impone e promuove una ripartenza, mentre l’assistenza quotidiana mantiene un legame diverso, lacerante, a tratti devastante.

Ci siamo sempre chiesti, egoisticamente, come stesse Michael. Ma se, per un momento, ci chiedessimo come sta Corinna, pensando alle sue stesse parole in lacrime nel documentario su Netflix, allora l’immedesimazione lascerebbe posto in fretta al magone, alla tristezza, ad un senso di profondo rispetto e compassione per una donna che, quegli stessi dieci anni per noi volati, li ha vissuti al ritmo di un sospiro alla volta, con un peso inestimabile nel cuore e nell’anima. Costretta a difendere suo marito, senza più la libertà di una vita normale, dovendosi guardare sempre alle spalle da qualche drone o malintenzionato del click. Dovendo ignorare le mille cattiverie e menzogne scritte in tutto questo tempo.

Corinna è passata dall’essere moglie e prima persona a condividere i successi di un atleta fantastico a tenere le redini: non più, soltanto, dei suoi amati cavalli, ma di una famiglia colpita da un dramma inimmaginabile; ereditando e facendo suoi i dettami su un riserbo invalicabile se non per gli amici fidati, quelli di una vita, che si contano sulle dita di una mano. E questo vale per tutti noi, nei momenti che contano.

Quando si parla del dramma di Schumi è giusto anche ricordare chi, quel dramma, lo vive quotidianamente. Se lo facessimo un po’ di più potremmo capire, anche senza conoscere dettagli specifici che non ci dovrebbero interessare, quale situazione vive da un’intera decade una famiglia che ha sempre vissuto di emozioni forti in pista ed ora si trova di fronte a qualcosa di totalmente opposto. Forse non si dovrebbe chiamare neanche immedesimazione ma semplice umanità, quella che basterebbe per capire tutto questo e che il rispetto non dovrebbe avere barriere da abbattere.

Corinna, Mick, Gina Maria. La primogenita di Michael è l’ultimo componente della famiglia di cui si parla, ma non per questo meno importante. Un rapporto tra padre e figlia può essere anche più protettivo che con un maschio. E allora anche lei, semplicemente Gina, merita un pensiero. Lei, che alla vista è una copia carbone di papà Michael con i capelli lunghi ed un filo di trucco, merita rispetto e supporto tanto quanto il resto dei cari che, da dieci anni, si prendono cura di quello che è stato, è, probabilmente resterà, l’eroe in rosso di un’intera generazione di tifosi ed appassionati.

A noi, che siamo fisicamente distanti dal dramma ma vicini nel pensiero, dovrebbe bastare questo. Sapere che Michael, per quanto diverso e lontano da quello che fu, sarà sempre protetto dall’affetto della sua famiglia. Mick, certo, ma anche Corinna e Gina Maria: una donna esemplare ed una figlia che, negli sguardi, ricorda l’intensità magnifica di un uomo, un atleta, papà leggendario.

Immagine: ANSA

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