Blog | Max, il giovane vecchio. Ama Imola, l’old school e vuole solo correre. L’antieroe del lato “business” della F1 che, in realtà, non può fare a meno di lui

Autore: Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 19 Maggio 2025 - 18:00
Tempo di lettura: 3 minuti
Blog | Max, il giovane vecchio. Ama Imola, l’old school e vuole solo correre. L’antieroe del lato “business” della F1 che, in realtà, non può fare a meno di lui
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Il quattro volte campione dà prova di forza in pista e nelle dichiarazioni. E, forse, solo adesso lo si inizia a comprendere davvero

Presentarsi in conferenza stampa da quattro volte campione del mondo, quattro volte vincitore di Imola e dichiarare “perdere queste piste è una vergogna” è il miglior spot che Max Verstappen potrebbe fare al movimento anti sradicamento della F1 dall’Europa. Nell’ammettere lucidamente che ci sono delle logiche di business che muovono l’ownership targata Liberty Media, il pilota più forte di questa generazione, con numeri che lo stanno portando ad insidiare i mostri sacri dello sport, sottolinea una cosa importantissima: “Sono queste le piste che ci hanno fatto innamorare delle corse”.

Imola, Montecarlo, Monza, Spa, Suzuka, Montréal, Silverstone, rappresentano l’eredità tramandata di generazione in generazione per decenni, il fil rouge che lega questa Formula 1 al suo passato. E, per quanto Liberty Media continui a ripeterci che bisogna rinnovarsi, che i vecchi brontoloni devono capire che il mondo va avanti e che, insomma, c’è da lasciare largo ai giovani, è proprio da un giovane che arriva un monito importante in mondovisione.

Un giovane che a volte, proprio per quelle logiche di business, qualcuno vorrebbe vedere più silenzioso e aziendalista, ma che non ha paura di parlare di cosa va e non va in questo periodo storico della F1; azzeccando ogni singola dichiarazione. Dall’imbavagliamento del parolacce-gate alle Sprint che creano solo caos e tolgono interesse per le gare della domenica; dalla mediaticità a tutti i costi delle sfarzose Las Vegas e Miami (rinnovo fino al 2041…), il Max Verstappen pensiero è molto vicino a quello dei “vecchi brontoloni” di cui sopra; portatori dello spirito vero della F1 e non di quello plastificato, agghindato dai lustrini che viene venduto oggi, con eventi nei quali la corsa è diventata più il contorno che la parte fondamentale e dove la gente si intreressa all’experience con calice di champagne mentre in pista ci sono macchine che girano.

La F1, in quanto business, potrebbe fare a meno delle sopracitate piste? Beh, in qualche modo sta già provando a dimostrarcelo, avvisandoci che ci sono tanti paesi interessati, soprattutto economicamente, ad ospitare un GP; ricordandoci che non si possono avere due Gran Premi in Italia (ma tre negli Stati Uniti sì…), mettendo Spa a rotazione (sono curioso di vedere con chi) e portando avanti da una vita il tira e molla con Monza.

La F1, in quanto Sport, potrebbe fare a meno delle stesse piste, sostituite da autostrade in Ruanda, in Thailandia e in tutti i posti già sondati o potenzialmente futuribili? Forse, ma a quel punto converrebbe cambiarle nome: perché non avrebbe più definitivamente a che fare con tradizione e tutto il vissuto dei 75 anni appena festeggiati; in modo anche un po’ ipocrita, parlando di storia senza volerla ricordare pienamente e dimenticandola quando conviene attrarre i giovani.

Verstappen, insomma, è l’antieroe per eccellenza di questo Circus. Quello che, se non ci fosse, creerebbe grattacapi in meno a chi pensa solo alle logiche commerciali e vorrebbe sentire solo belle parole. Al tempo stesso, è l’elemento di cui la F1, oggi, non può fare assolutamente a meno, soprattutto quando si assiste a gare come quella di Suzuka o Imola. Guarda caso, due piste storiche dove contano piede, talento e coraggio.

Bistrattato per anni anche da chi ora lo loda, epitetato in malo modo agli albori delle dure lotte con le Ferrari oggi l’olandese, pur contestandola, è il miglior sponsor della F1 e sta convertendo anche chi non lo poteva vedere. Elevando Imola e le piste antiche a luoghi che non si possono perdere ha scoperto, d’incanto, nuovi ammiratori. Meglio tardi che mai, a questo punto.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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