Inutile fare i santi quando il passato parla chiaro. Per chi lo vuole accettare, s’intende
Spiace dover continuare su questa questione, ma onestamente non se ne può più. Capisco che la F1 odierna sia conosciuta per lo più da persone (grazie, Liberty…) che fino al 2016 seguivano altro. Ma il passato esiste per un motivo e non è possibile continuare a sentire dichiarazioni al limite del patetico che cercano di nascondere sotto la sabbia eventi che, chi c’era, ricorda bene.
Nello specifico, sentire Hamilton lamentarsi di Verstappen è un po’ come vedere Senna che fa la paternale a Schumacher a Magny-Cours. Il veterano che prende il giovincello per fargli la predica. Con la differenza che Lewis non va direttamente da Max faccia a faccia come fece Ayrton almeno due volte, ma questo è un altro discorso. E con il comune denominatore che, a far la predica, è chi in passato ha fatto esattamente le stesse cose.
Io potrei capire se certe critiche arrivassero da chi, in pista, è stato limpido e puro. E non ce ne sono molti. Ma, e qui mi appello a chi non c’era negli anni citati sopra, se c’è un pilota che non può parlare in certi termini è proprio Lewis.
A me interessa relativamente cosa fa chi: per anzianità sono a favore delle lotte dure in pista, con un limite ben definito per quelle che troppo facilmente vengono chiamate “scorrettezze”. Evidentemente, al giorno d’oggi, questo limite è stato abbassato ed è sufficiente accompagnare qualcuno senza neanche toccarlo per passare per un folle omicida, mentre qui stiamo parlando di gare e non di cucina.
Però cerchiamo di essere un attimo coerenti. Da che pulpito arriva la predica? Perchè basta prendere le partenze di Austin 2015, Suzuka 2015 e Montréal 2016 per capire che le critiche portate a Verstappen dal sette volte iridato provengono da chi, certe manovre, le ha fatte ampiamente in passato ed anche peggio in certi casi: con apex mai presi e, soprattutto, toccate ruota contro ruota.


Quindi di cosa stiamo parlando, onestamente? Secondo quale ragionamento curva 1 di Austin 2015 passa in cavalleria con l’apex a 5 metri e curva 1 di Austin 2024 è la solita porcata? Perché Suzuka 2015 è la “grande difesa” e Austin 2024 è “lanciare dentro la macchina”?
“Lanciare dentro la macchina”, termine abusato anche in questi giorni, è tra l’altro un termine applicabile perfettamente a Silverstone 2021, caso che spiega perfettamente cosa si intenda per entrare a completamente alla cieca. Sembra un problema dirlo, eppure anche per quel caso ci sono immagini a disposizione di chi vuole comprenderle.
Detto questo, ciò che io non ho mai sopportato e non sopporto è il giudizio opposto su episodi identici sulla base della simpatia o meno per il pilota in questione. Come ho già avuto modo di dire, è evidente che per i media soprattutto inglesi ciò che fa un pilota inglese è buono a prescindere. L’abbiamo visto per quindici anni almeno con Hamilton e adesso lo stiamo vedendo con Norris. C’è però un fatto abbastanza incontrovertibile: le immagini sono a disposizione di tutti. Basta guardarle e capirle.
A scanso di equivoci, qui nessuno sta dicendo che Verstappen è un santo. L’olandese in pista è un maledetto. Terribile, cattivo, ai limiti del regolamento (che conosce benissimo) ma esattamente come lo sono stati tanti altri campioni in passato; ognuno con i suoi scheletri e la necessità di marcare il territorio sempre e comunque, con la voglia e l’aggressività per lui necessaria a difendere il trono.
Non includere in questa descrizione Lewis Hamilton è un falso storico, che piaccia o meno. E sarebbe bene che anche lui, ogni tanto, se lo ricordasse.
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